Si fa presto a dire che i talent sono un tritacarne, che incuranti dei ragazzi e delle ragazze che ci finiscono dentro puntano dritti all’audiance, facendo letteralmente carne da macello. E si fa presto anche a dire che una discografia animata come mai prima da incapaci abbia da tempo appaltato proprio ai talent, ultimamente anche a Spotify, il compito di fare scouting, preferendo puntare su artisti troppo spesso usa e getta che hanno già i numeri, quelli che si sono formati durante le puntate in tv, nel caso dei talent, quelli che arrivano dalle playlist amabilmente pilotate, nel caso di Spotify, invece che star lì a cercare talenti veri che possano durare nel tempo. Nei fatti Amici e a seguire X Factor vanno avanti da anni, con una manciata di nomi portati alle stelle, nel caso di Amici neanche tanto una manciata, a fronte di migliaia di giovani che si sono bruciati come cerini al vento. Solo che a vederli lì, quei ragazzi, chiamati di continuo “diamanti”, “talenti”, o per essere più in tema “artisti”, fomentati da giudici che spesso di canto ne capiscono quanto io di curling, giusto un po’ meno, col pubblico che li acclama e idolatra, ben sapendo che usciti di lì quel che li spetta è la triste realtà, cioè un mondo che presto si dimenticherà di loro, o vedendo talenti veri, ogni tanto qualcuno passa anche di lì, costretti a fare cover improbabili, cantare canzoni scritte “per loro”, dove quelle virgolette stanno a significare che se al posto di Tizio di fosse stato Caio poco sarebbe cambiato, sempre la medesima canzone scritta dai medesimi autori sarebbe arrivata, niente come i talent hanno riportato gli autori, certi autori, a dominare la scena, vedendo cioè questi potenziali artisti trasformati al più in interpreti, spesso con una maschera preconfezionata, tanto il pubblico al momento c’è, quel che succede poi son cazzi loro, viene quasi da rimanere sgomenti. Perché si tratta di ragazzini e ragazzine con dei sogni, sogni che vengono gonfiati e, si sa, cadere dall’alto fa sempre più male che cadere dal basso, spesso non lascia neanche la possibilità di rialzarsi. Tutto questo per dire che quando, tempo fa, a X Factor, a vincere è stata la giovanissima Elisa Coclite, in arte Casadilego, nome d’arte scelto per omaggiare Ed Sheeran, acclamata manco fosse la nuova Joni Mitchell, provando a far notare che forse si stava esagerando, mi sono trovato a sentirmi dire che ero cinico, che non sapevo più vedere il talento, che lei era un fenomeno che presto i numeri lo avrebbero provato, sempre che i numeri possano mai provare qualcosa in ambito artistico. Solo che poi Casadilego non ha fatto quel che ci si aspettava, anzi, che si aspettavano, vinto un X Factor strano, avete presente il Covid, si è trovata prima a duettare con Francesco Renga sul palco di Sanremo, senza pubblico, in una serata dei duetti mesta come non mai, lei vestita come una cameriera dell’Oktoberfest da uno stylist a cui stava evidentemente sul culo, poi più niente, il silenzio che da tempo accompagna chi esce da X Factor (a vincere in quell’edizione del Festival saranno i Maneskin, ma dire che i Maneskin hanno successo grazie a X Factor è come dire che Messi è stato Messi perché ha fatto un goal da bambino in una partitella all’oratorio).
Di lei si sono mestamente perse le tracce, succede, e si sono perse perché i talent fanno così, accendono fuochi che presto vengono sostituiti da altri fuochi, e via discorrendo. X Factor, del resto, non è Amici, che ha dietro la macchina da guerra di Maria De Filippi, direbbe qualcuno. Un qualcuno che mostrerebbe anche, immagino, l’ultima classifica del Sanremo di Amadeus, fatta di potenziali hit, tre ex Amici nei primi cinque, Angelina Mango che ha vinto, Annalisa, che è arrivata terza, Irama che è arrivato quinto. Ecco, Amici di Maria De Filippi. Lì pure si parla di talenti, c’è un pubblico vero, perché a differenza di X Factor ci sono milioni di spettatori, c’è il mercato potenziale vero. Da lì sono passati tanti dei nomi che girano ultimamente, oltre ai già citati potrei aggiungere Gaia, che però era passata anche da X Factor, Sangiovanni, che però ha appena denunciato quel suo essere stato triturato dal sistema, insomma, facciamo finta che non abbia aperto questa parentesi. Amici funziona. Questo è chiaro. Chi esce da lì, almeno nell’immediato, ha successo. Anche chi esce male da lì. Mentre a X Factor spesso non si inculano neanche chi vince, figuriamoci, non fatemi star qui a citare i vari Gio Sada, Soul System, Baltimora e affini. Amici di Maria De Filippi funziona. Virgola, direbbe mia figlia.
Perché succede che ieri, toh, la pagina Facebook di Casadilego, poco più di quindicimila followers, Facebook è roba da boomer e i boomer non seguono i talent, forse, è mirabilmente passata a tale Martina Giovannini, giovane talento, Dio abbia pietà di me, al momento in forze a Amici di Maria De Filippi, leggo nella squadra di Anna Pettinelli (e già che Anna Pettinelli abbia una squadra di canto dovrebbe indurmi a mangiare vetro tritato nella speranza di morire poi per emorragia interna). Così, di colpo. Prima c’erano quindicimila cristiani che seguivano Casadilego, poi di colpo i quindicimila cristiani si sono trovati a seguire, coatti, Martina Giovannini. Facile facile, per Martina, senza sforzo e senza inganno si è trovata un piccolo tesoretto di followers. Ovviamente tutti i contenuti di Casadilego sono stati cancellati, tanto nessuno se la ricorderà già più, sono stati postati pochissimi contenuti di Martina Giovannini, e puf, miracolo fatto. Peccato che si siano scordati di cancellare la biografia di Elisa Coclite, presente sotto il nome di Martina Giovannini nella pagina info, così se uno volesse saperne di più di questa giovane e riccioluta cantante in gara su Canale 5, leggerebbe che in realtà si chiama Elisa Coclite, è nata a Bellante, in provincia di Teramo e ha 17 anni (per altro neanche Casadilego ha 17 anni, ne ha ventuno, ormai), deve il suo nome a Ed Sheeran, con tanto di hashtag #XF2020. Ovviamente, ripeto, Facebook è roba da boomer, sul social qualcuno ha lamentato la cosa, non è che penserete che io passi le giornate a controllare le pagine degli ex vincitori di X Factor o quelle dei nuovi concorrenti di Amici?, e subito ha reagito con veemenza al tutto “Mi sono defollowato”, ma di fatto questa ridicola e al tempo stesso mesta vicenda ci dice parecchie cose. Primo che sì, è vero, gli artisti dei talent durano il tempo di un cerino al vento. Puoi essere acclamato come un dio in terra, essere venerato dai giudici, in gara, e dal pubblico, sui social, ai firmacopie, Casadilego manco quello che c’era il Covid, ovunque, ma al dunque arriverà presto un altro cantante dentro un altro talent a fregarti il pubblico e il resto.
Secondo, quando ve ne state lì a lasciare commenti amorevoli ai vostri idoli, i cuoricini, i “sei unic*”, quel che è, sappiate che probabilmente a leggervi sarà un panciuto nerd, con barba e matite infilate nel taschino della camicia con le maniche corte, Dio le camice con le maniche corte, perché questo ci spiega che è chiaro come le pagine dei social di chi passa dai talent le gestisce qualche agenzia del cazzo, quindi, a meno che non siate di quell* che amano scrivere frasi sdolcinate ai nerd panciuti eccetera eccetera, forse sarebbe il caso di rivedere le vostre abituidini. Terzo, ci si è giustamente lamentati, a suo tempo, quando un po’ tutti noi boomer ci siamo ritrovati a seguire pagine di politici che mai ci saremmo sognati di seguire sui social, per il solo fatto che qualche agenzia che seguiva un determinato numero di personaggi li ha poi convertiti sotto il cappello di Salvini o di chicchessia, ma lì almeno si parlava di milioni di followers, qui di neanche quindicimila, e chi scrive, che non è esattamente un “diamante grezzo” o quel che è, ne ha più di ventimila, cioè, si sputtanano per briciole su un social che manco è rilevante per il loro segmento di mercato, i boomer se dovessero mai seguire Casadilego o Martina Giovannini, nello specifico entrambe, visto che se scrivi Casadilego su Facebook ora ti compare la pagina di quest’ultima, lo farebbero per questioni indicibili, e a quel punto tanto vale stare su Instagram, che almeno c’è caso che ci scappa una chiappa di culo, una mezza tetta, magari un piede se si è feticisti dei piedi. Ultimo, poi, noi che si scrive di musica, noi pochissimi, oltre me non saprei fare neanche un nome, che ci si è sempre rifiutati di andare a far parte di quel circo, io l’ho fatto e, per dirla con Pier Paolo Pasolini, ne ho le prove, del resto sono quello che si è inventato l’hashtag #amiciaquattrozampe, di corredo alla foto dei colleghi con palette in mano che appaiono alla corte di Maria quando si avvicinano i serali, cerchiamo sempre metafore giuste per raccontare come si sia tutti di fronte a un paradosso di quelli che un tempo avrebbero fatto la fortuna di H.G. Wells, e sì, sto citando un autore di libri per ripulirmi la coscienza per aver passato del tempo a scrivere di talent e nello specifico di Casadilego e di Martina Giovannini, cioè un paradosso che prevede che qualcuno decida di puntare su un nome, di creargli una storia intorno a beneficio di un pubblico che se la berrà così com’è, diventando il pubblico di quel nome, alimentando una leggenda creata a tavolino, divenendo mercato, per poi idolatrarlo anche una volta uscito da quel talent, fargli fare un giro di giostra e presto abbandonarlo al proprio mesto destino, bruciato velocemente ma non per propria mano, alla Kurt Cobain, hai voglia Sangiovanni a lamentarsi del sistema, uno fatica a cercare la metafora giusta, e poi una domenica mattina si trova già tutto bello e pronto lì, “Una pagina che segui, Casadilego, ha modificato il proprio nome in Martina Giovannini”, caz*o, non possiamo manco più cercare metafore. In conclusione, Casadilego non era Joni Mitchell, scoop, Martina Giovannini manco, e forse, ma dico forse, non è neanche Casadilego, seppur Facebook ci dica questo. Chi crede ai talent, chi crede ai social, forse ha dei problemi a decifrare la realtà, un tempo li si sarebbe definiti creduloni, ora, però, scusate, ma devo capire come può fare questa pillola che ho preso seguendo un link che mi è arrivato via mail a allungarmi il pisello, dicono che sia una cosa sicura.