Complimenti. Arrivare a 74 anni, come re Carlo d'Inghilterra e il sottoscritto, aver vissuto 50 anni e più nel vizio e nello stravizio ed essere in grado di fare un disco come Patient number 9 la dice lunga sul personaggio. John "Ozzy" Osbourne. The Prince of Darkness (Il Principe dell'Oscurità). Cantante dei Black Sabbath che con Paranoid videro prima di tutti questo mondo paranoide. Violentato da ragazzo, lavoratore nel macello comunale di Birmingham, la città dove è nato e vissuto in una famiglia che dire disfunzionale è farle un complimento, Osbourne, per i suoi stravizi leggendari e deleteri, con alcool, donne e droghe, a un certo punto venne cacciato dal gruppo. Era finito. Ma, come si dice, dietro un uomo eccezionale c’è una donna eccezionale. Sharon Arden, figlia di Don, mitica figura di manager e gangster londinese che, quando Osbourne si presentò per cercare di trovargli qualche scrittura e poter lavorare, disse al padre che se ne sarebbe occupata lei personalmente. Tanto bene che se lo sposò, ha avuto due figli, Jack e Kelly, e gli ha costruito una favolosa carriera fatta di album che hanno venduto milioni di copie. Ma soprattutto la Ozzfest, itinerante festival heavy-metal visto da milioni di persone ovunque. Non solo alcool, donne e droghe, di ogni tipo e quantità e qualità, ma anche serissimi problemi di salute. Poi la televisione – The Osbourne e, col figlio, Ieri, Ozzy e domani – giornalismo, con la rubrica settimanale relativa alla salute Ask dr. Ozzy sul «Sunday Times», interrotta quando, anni fa, diagnosticarono la sclerosi multipla al figlio Jack (che per ora sta bene). Più i due cancri al seno per l’amata Sharon, che nonostante tutto anche stavolta gli è stata accanto passo passo per realizzare, forse, uno dei suoi migliori lavori. Patient number 9.
La sua voce, cavernosa e squillante, è sempre stata esaltata grazie ai chitarristi che sceglieva – Tony Jommi, con cui fondò i Black Sabbath, e il defunto Randy Rhoads – e qui quel suo marchio di fabbrica è stato portato al massimo volume. Tredici brani e chitarristi extralusso, diversissimi tra loro. Io me lo ricordo negli Yardbyrds quando suonarono a Sanremo Paff bum – un tuffo dentro il cuore accoppiati a un giovanissimo Lucio Dalla e Jeff Beck, sempre unico. Sentitelo in Patient nuber 9 e H thousand shades e mi saprete dire. E ditemi anche di Immortal con Mike McCready, dei Pearl Jam, alla chitarra, Parasite con Zakk Wylde che solisteggia anche in Mr. Darkness, Nothing feels right ed Evil shuffle, No escape from now col vecchio compagno nei Black Sabbath Tony Jommi che suona anche in Degradation blues, One of these days con Eric Clapton, e Dead and gone, God only knows e Darkside blues con Andrew Watt alla chitarra e Chad Smith (Red Hot Chilli Pepper) alla batteria, tra l’altro autore di quasi tutti i testi, oltre che coproduttore. Passa il tempo ma la qualità resta, anzi cresce. Bravo John, brava Sharon. È una settimana che sento ossessivamente Patient number 9 e non mi stanco di farlo. Intanto, anche Eros Ramazzotti, che oggi è uscito con un nuovo brano, si è schierato con Laura Pausini. Bene. La pensa come Giordano Bruno Guerri, esperto di Gabriele d'Annunzio, Iva Zanicchi e Raul Casadei, che ha tenuto a precisare che anche il suo Romagna mia diventò un inno comunista. Ma quando mai. Ognuno è libero di avere le proprie idee, almeno fino al 26 settembre, il giorno dopo le elezioni, ma Gesù Cristo non morì di raffreddore. Bella ciao non è una canzone politica, è il canto di un popolo che aveva preso le armi e combatteva contro i fascisti italiani e i loro alleati, i nazisti tedeschi. Dei 335 ammazzati con un colpo di pistola alla nuca – molti cantavano o avevano cantato Bella ciao – cosa ne facciamo? Faccetta nera è un inno goliardico? A volte, moltissime volte, i cantanti dovrebbero tenere la bocca ermeticamente chiusa. "Siamo artisti" cioè beoti ed idioti? Bella ciao è la Storia più fulgida d'Italia, capito ugole? Sarà una risata che li seppellirà.