Diciamolo senza tanti giri di parole: Il linguaggio del corpo di Paola & Chiara feat Big Mama è un gran pezzo. La canzone appena uscita per Columbia Records/Sony Music Italy, in digitale da venerdì 20 settembre e in radio da venerdì 27 settembre, ha però alcune caratteristiche che vanno oltre al pop che si sposa con il rap/trap tanto di moda. La prima è che, in un ambiente musicale - soprattutto al femminile - nel quale tutte si spogliano per dare “corpo” al messaggio sulla libertà sessuale, le tre protagoniste di questo singolo sono vestitissime dalla testa ai piedi (con ottimo gusto un po’ retrò dallo stylist Nick Cerioni) e l’empowerment femminile è veicolato attraverso piccoli gesti ben studiati che restituiscono quella sensualità antica e forse in parte dimenticata (o mai imparata dalle nuove generazioni) che ha fatto impazzire schiere di uomini in varie epoche. Siamo vecchi? Nostalgici? Etero da rottamare? Mah, forse soltanto stufi di vederci sbattere tutto in faccia senza il minimo sforzo (anche mentale) che richiedeva in passato il gioco della seduzione.
In questo Paola & Chiara e Big Mama colpiscono nel segno, anche grazie ai look total black di Dolce&Gabbana, che sono un omaggio a Madonna e agli anni ‘90 - compreso il bianco e nero del videoclip - e richiamano il loro Kamasutra del 2003. Finora, però, abbiamo parlato solamente di stile e non di musica, quando invece il pezzo merita al di là dell’estetica delle artiste che lo interpretano. In questo le sorelle Iezzi dimostrano ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, di essere delle vere rabdomanti di melodie in grado di entrare nella testa degli ascoltatori e farsi canticchiare a ripetizione. Quel ritornello dove semplicemente ansimano un cadenzato “ah, ha ha ha haaa” è già potenzialmente virale e si candida a diventare uno dei brani che verrà più passato dalle radio e ballato nelle discoteche. Anche Big Mama, che inserita in un meccanismo rodato come il dance pop delle sorelle Iezzi avrebbe potuto inceppare tutto o risultare soltanto un post-it utile ad accalappiare un pubblico più giovane, sembra sempre più a suo agio a rappare su sonorità morbide e voluttuose e dona al brano quel graffio che gli evita di scivolare nel démodé.
Infine il testo, che anche in questo caso è in perfetto equilibrio tra vintage e contemporaneità. Dall’incipit “di te non mi innamoro mai”, che sembra richiamare il “mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare” di Luigi Tenco, ma a ruoli invertiti, a “è un viavai come in un Night senza più allegria” (ma esistono ancora i Night?), per passare a espressioni mutuate dai social come “una foto con te ma se è porno la tolgo” o “menti se dici che non vorresti mai una come me”, il tutto è tenuto insieme da un ritmo catchy in salsa glam rock e da un incalzante schioccare di dita che sembra un conto alla rovescia verso il desiderio. Un pezzo commerciale? Sì. Ma è anche un brano che catapulta gli Amici come prima a insegnare il Linguaggio del corpo alla fluida Gen Z.