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Parente sulla castrazione chimica: “Lo stupro è nel nostro dna. In Italia è impossibile un dibattito razionale”

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

24 agosto 2023

Parente sulla castrazione chimica: “Lo stupro è nel nostro dna. In Italia è impossibile un dibattito razionale”
Massimiliano Parente interviene nel dibattito intorno al caso di abuso sessuale avvenuto a Palermo, portando – dati alla mano – alla luce un fatto che spesso viene dimenticato per favorire narrazioni ideologiche sul patriarcato. E sugli scrittori che hanno commentato la notizia: “Se avessero le palle non sarebbero quello che sono”

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Massimiliano Parente è forse l’unico scrittore liberale d’Italia. O almeno così sembra dalle sue parole e, purtroppo, da quelle degli altri “colleghi”. Il caso dello stupro di Palermo ha messo d’accordo tutti, destra e sinistra, sulla necessità di pene severe, nonostante il tema della castrazione chimica sollevato da Salvini sia stato denunciato come barbaro dai più progressisti. Tuttavia sarebbe da partire proprio da questo per capire come agire per arginare il problema dello stupro e le narrazioni femministe che escludono dall’equazione l’elemento sessuale. In una storia sui suoi canali social, Parente ha fatto chiarezza anche su questo punto citando un dato riportato dallo scienziato Steven Pinker nel suo libro Tabula rasa, ormai un classico: “… la castrazione chimica può far scendere la percentuale di recidività dal 43 al 3%. Questo è un fatto”.

Un frame del video dell'abuso di Palermo
Un frame del video dell'abuso di Palermo

Nelle tue storie hai citato un dato che dimostrerebbe l'utilità della castrazione chimica per far crollare il tasso di recidive. Come spiega la legge di Hume, però, il salto da un dato di fatto a una legge non è così scontato. Sei d'accordo con la proposta di Salvini?

Non lo so, perché il tema di trasformare un dato di fatto di questo genere in legge come dici tu è delicato. Mi sono però limitato a affermare che lo stupro è arginato culturalmente ma è nel nostro DNA, come nella maggior parte delle specie, basta vedere anche gli insights porno del genere rape. Poi sarebbe da valutare caso per caso, e in Italia uno strumento del genere in mano alla giustizia, con la giustizia che abbiamo, non lo metterei. Tuttavia ripeto: non è un ragionamento insensato, ma bisogna riconoscerne la base biologica, non culturale.

Sullo stupro si sono esposti moltissimi scrittori e "uomini di lettere". Emma Dante, Chiara Valerio, Emanuele Trevi, Teresa Ciabatti. Perchè il tema tocca i letterati?

Non vedo nessuno scrittore nell’elenco che fai. Narratori, direi, con ambizioni più o meno intellettuali, che portano avanti il discorsino femminista sulla cultura patriarcale senza avere le palle di toccare la religione, che ne è la base. Ma se avessero le palle non sarebbero quello che sono.

Per la morte di Michela Murgia avevi consigliato Christopher Hitchens. Per lo stupro e la castrazione chimica hai citato Stephen Pinker. Qual è la differenza tra questi autori e le firme che in questi giorni hanno commentato la notizia?

Questi autori sono liberali, Hitchens un grande intellettuale, Pinker uno scienziato. Da noi sono tutti politicizzati da una parte o dall’altra, impossibile un dibattito razionale e libero. Siamo un paese di impiegati del pensiero che non c’è.

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  • Massimiliano Parente
  • violenza sessuale
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