Sono giorni di pioggia ideali per stare in casa e ascoltare musica. Ma quale? Certo, oggi con Spotify, Youtube e altre mille piattaforme - compresi i social - la scelta non manca. Il problema è la selezione. Perché affidarsi all’algoritmo è piacevole, visto che ti propone qualcosa che è già nelle tue corde, ma nello stesso tempo è anche un rischio. Cioè quello di rimanere ingabbiati nella propria comfort zone, senza comprendere che è nella sorpresa, nel mettersi in discussione, nella dissonanza, che la musica regala le migliori sorprese. Le radio? Lì ci passa il mainstream. Tutto ciò che è in trend, scontato e quindi trito e ritrito. Le classifiche? Idem. E allora come si fa? Provo a darvi una mano consigliandovi una cantautrice che, inspiegabilmente, per ora non trova grosso spazio sui media, ma ha qualità indiscutibili. Sia nella scrittura che nell’interpretazione. Si chiama Emma Nolde, toscana di 24 anni (il giorno preciso non lo so, ma è nata nel 2000), appena uscita con un nuovo brano che si intitola Pianopiano. Già mi aveva colpito la promozione, in un reel su Instagram dove si - e ci - chiedeva “quali sono le cose importanti per te?”. Una di quelle domande da bambini, che poi sono le più difficili alle quali rispondere. E una serie di amici e conoscenti le confessano: “La cura, l’attenzione, sentire che ho sempre casa e famiglia, lasciare qualcosa di positivo quando vado via, i gatti, non essere insoddisfatta, serenità con me stessa, la positività”. Con Emma che alla fine arriva a una consapevolezza nuova: “Ho scoperto che siamo in molti a pensare che le cose importanti siano semplici, piccole, quasi non si vedono. Se si vedono hanno la forma di una persona, un animale, di qualcosa che comunque vive. Siamo in tanti a pensare che anche se ci verranno venduti dei modi per toccare il cielo, per fare viaggi sulla Luna, la cosa più importante rimarrà conoscere cosa ci sta accanto”. Farsi delle domande, farle agli altri, ascoltarli, confrontarsi e ragionare. Non è affascinante, in un’epoca dove tutti parlano ma nessuno ascolta nessuno, pensiamo sempre di avere le risposte a ogni questione e ci muoviamo in ambienti digitali a velocità supersoniche senza fermarci a riflettere su ciò che ci circonda? Infatti questo ritorno al confronto, al dubbio e alla lentezza si sente in Pianopiano.
Il pezzo parte con un groove coinvolgente, ma che rimarrà fisso per tutto il brano come a farci comprendere che quella spinta iniziale, quelle ambizioni, quelle speranze, nonostante tante energie, rimarranno purtroppo tradite. Su una costruzione (apparentemente) semplice, però, Emma libera le sue doti vocali, che passano dall’incedere rassegnato della strofa a forme ibride ben miscelate dal quasi rappato nel bridge al canto più contemporaneo - tra il soul e il recitato - del ritornello. All’interno di questa struttura scarnificata da orpelli e solidissima, che ti entra in testa al primo ascolto, la cantautrice interpreta un testo che è un manifesto personalissimo e nello stesso tempo collettivo per tutti quelli che si sono ormai stufati di farsi dire da altri, come per esempio dagli algoritmi, che cosa fare, come muoversi e cosa sognare. C’è il ritorno ai valori della provincia, c’è l’alternativa, c’è un’altra strada. Ciò che non cambia, nonostante il diverso percorso intrapreso, è la destinazione: le stelle. Che in fondo sono le nostre ambizioni. Come quelle dell’autrice, presumo, di vivere di musica e togliersi tutte le soddisfazioni del caso. “C’è chi vuole salire e arrivare alle stelle e chi, come noi, preferisce stare a guardarle. Comunque ci arriveremo anche noi alle stelle. Pianopiano” dice chiudendo il video sui social, che riprende lo stesso mood anche del pezzo. Ecco, se non sapete cosa ascoltare in queste giornate di pioggia, lasciatevi trasportare dalle canzoni di Emma Nolde. E se non conoscete le altre (è al terzo disco), questo è un perfetto entry point per andarla a sentire anche dal vivo dove la musica è ancora viva. Come nel suo Nuovospaziotempo tour, omonimo dell’album in uscita l’8 novembre, che partirà dal The Cage di Livorno.