Philomena Cunk: the queen is naked. Ossia: mettete in un frullatore Vulvia di Rieducational Channel (un magnifico Corrado Guzzanti, spingitore di cavalieri), Borat, l’inviato culturale del Kazakistan al quale ha dato vita quel mito di Sacha Baron Cohen, stipate dentro Alberto Angela, quello vero, e non dimenticate di condire con abbondanti cucchiaini di Monty Python, e avrete una pallidissima idea, ma dico pallidissima davvero, di cosa possa Philomena Cunk, la creatura della stratosferica Diane Morgan, che ha iniziato ad apparire in brevi sketch, poi ha conosciuto un successo di nicchia con i programmi Netflix “Death to 2020” e “2021” e dopo avere spopolato in Gran Bretagna con “Cunk on Shakespeare” e “Cunk on Britain” arriva finalmente (non doppiata, il suo accento “british” è parte integrante dell’esplosione di intelligenza e satira e umorismo e distanza), sempre su Netflix, con una serie divulgativa: “Cunk on Earth”, in cui semplicemente parla della storia dell’umanità come ne parleremmo tutti, se non volessimo sembrare intelligenti dimostrando quanto siamo stupidi. E le domande che Philomena si pone sono le domande che davvero, nell’intimo della nostra solitudine, o nell’animo ancora davvero curioso di fanciulli (da bambini noi “vogliamo sapere” non vogliamo “che gli altri pensino che noi sappiamo”), noi poniamo a noi stessi, e ci piacerebbe porgerle anche agli altri, se non fosse che sia noi che gli altri siamo occupati a sembrare troppo intelligenti per rispondere a domande così semplici: “Perché gli uomini si uccidono fra di loro?”.
Solo che Philomena, queste domande, le fa ad illustri professori, ai quali, si vede, esplode il cervello, perché hanno passato una vita a cercare di guadagnarsi da mangiare eludendole, queste semplici domande, e dando invece risposte a quesiti di nessun conto, come le strategie militari o roba del genere, al che Philomena sbadiglia, si aggiusta la coda con fare meravigliosamente ultrabritish, e guardando in camera dice: “Vabbè passiamo ad altro”, non “come se” bensì proprio perché nessun accademico o curatore o storico o presidente di questa cippa di “cock” è capace di rispondere alle domande fondamentali della nostra esistenza, che solo Philomena è in grado di fare: “La Gioconda ci piace perché è valida o solo perché ci hanno ripetuto allo sfinimento che è un bel quadro?”. Io me lo domando ogni giorno: “Pensiamo che gli uomini primitivi fossero stupidi perché avevano grandi sopracciglia e dicevano “ugg”, ma sapevano usare gli utensili, cosa che noi non siamo in grado di fare per cui dobbiamo chiamare qualcuno”. E però, mentre gli studiosi danno farraginose risposte alla domanda “perché abbiamo inventato l’arte”, Philomena lo sa già: “L’uomo primitivo inventò il fuoco, e così prolungò le sue già noiose giornate”, per questo nacque l’arte, per non annoiarsi nelle sere illuminate dal fuoco anche se, guardando la famosa pittura rupestre in cui gli uomini uccidono le mucche, in realtà noi non sappiamo perché iniziò questa battaglia tra gli uomini e le mucche (la risposta la dà Robero Calasso, ne “Il cacciatore celeste”, ma Philomena direbbe in camera: “Passiamo ad altro”). In ogni caso, anche se gli accademici fanno lunghe e barbose discussioni sulla nascita della civilizzazione, Philomena sa già la risposta, che è l’unica esatta: per pigrizia; al posto di cacciare gli animali gli umani iniziarono a cacciare le piante che non scappavano, così nacque l’agricoltura e la civiltà. Punto. Che je voi di’?
Sulla scrittura dice quello che neanche Umberto Eco riuscì a dire a proposito del libro, ossia che era il device più avanzato perché non aveva bisogno di elettricità: Philomena ci spiega che con la scrittura le idee non dovevano più morire con la morte delle persone che le avevano in testa, ma venivano caricate su un libro che noi potevamo scaricare in modalità wireless attraverso gli occhi (credo che Dio sia un fan di Philomena Cunk). Quindi passa alla domanda che ancora oggi, pensosi giullari degli editoriali, si pongono con ira e rabbia e rivendicazione e isteria mentre il cervello gli esplode e le arterie urlano: come libro, è meglio La Bibbia o il Corano? E soprattutto: perché, le religioni, che cercano di propagare un’idea di pace e fratellanza hanno fatto così tante morti? La risposta degli accademici è davvero cretina, voglio dire, c’è chi sostiene che Philomena Cunk “faccia” la scema (io non lo credo, credo sia un genio), ma gli accademici rispondono: “Perché è nella natura umana”, che è una risposta da ritardati mentali (in ritardo almeno su Hegel e sul semplice concetto che dalla “natura” dovremmo liberarci e anche presto, prestissimo, non lo avete ancora fatto?). E quando tutti parlano della perfezione dei dettagli del David di Michelangelo, dagli addominali alle vene delle mani, perché nessuno si è mai chiesto come mai non ha l’ano? Era il modello che non aveva l’ano? O era Michelangelo che andava di fretta e non ha avuto tempo per scolpire l’ano? Chi non se lo è mai domandato è un cretino, perché il pisellino il Davd ce l’ha, e quindi perché non ha l’ano? E perché gli studiosi dell’arte non hanno mai affrontato il problema ed elogiano i dettagli quando manca un dettaglio importantissimo nell’anatomia umana come il buco del culo? Perché è così: voi ragionate per indottrinamento, Philomena ragiona per idee, per pensieri. Lei ha una mente, voi siete esseri monocellulari, amebe.
Ma i duetti icononici resteranno quelli con Asley Jackson, professore di Storia Imperiale e Militare al King’s College di Londra, al quale Philomena domanda: “Ma la guerra non è vergognosa?”, e lui “sembra un’attività molto popolare nel genere umano”, “e quali sono i motivi per cui siamo l’uno contro l’altro? Risponda brevemente se no quelli del montaggio si incazzano”, “Paura, onore e interesse”, “Non so chi farà il montaggio, ma ve lo dovrete far andare bene”. Ed è proprio con Ashley Jackson che si raggiunge l’apice di questa serie in cinque puntate dall’apparizione dell’uomo all’invenzione dell’Iphone: quando Philomena gli chiede: “È un bene che non esistano più le armi nucleari”, “In realtà esistono, e l’Inghilterra ha deciso di aumentare il suo arsenale”, “Ma sono caricate a salve, non sono vere”, “No, sono vere, hanno le testate nucleari”, e qui la nostrissima Philomena Cunk scoppia a piangere, come farebbe un bambino e come dovremmo fare tutti noi se non fossimo così rincoglioniti e putrefatti e mummificati, prima di riprendersi e dire: “Potremmo parlare di qualcosa di più allegro? Ti piacciono gli ABBA?”, e il professore “Adoro gli ABBA”, “Quale canzone ti piace?”, “Dancing Queen”, “Oh certo, Dancing Queen” chiude Philomena con un sorriso fra le lacrime. Ecco, adesso, Amadeus e tutto il baraccone, potreste invitare oltre a Zelensky anche Putin, metterli faccia a faccia, e chiedere loro se gli piacciono gli ABBA e quale è la loro canzone preferita? Ma non lo farete, perché Philomena Cunk è Philomena Cunk e voi… voi siete voi. Chi non vede “Cunk on Earth” è scemo.