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Pinguini Tattici Nucleari: ”Uscire lo stesso giorno di Baglioni e Ligabue? Non ci fa paura”

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

2 dicembre 2020

Pinguini Tattici Nucleari: ”Uscire lo stesso giorno di Baglioni e Ligabue? Non ci fa paura”
Il prossimo 4 novembre uscirà AHIA! Un EP che, come loro, non ha paura di niente. Il mainstream? "Vuol dire arrivare a più persone". Sanremo? "Non bisogna diventare inquilini dell'Ariston ma andarci con intelligenza". Uscire con l'album lo stesso giorno di Ligabue e Baglioni? "Noi ci ispiriamo ai Queen, vogliamo un mondo tutto nostro e non ci spaventano gli altri"

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

"Noi guardiamo ai Queen, per cambiare sempre e avere un nostro mondo, una nicchia tutta per noi". Lo dicono con convinzione, i Pinguini Tattici Nucleari, durante la presentazione riservata alla stampa di AHIA!, il nuovo EP in uscita venerdì 4 novembre. Lo stesso giorno infatti usciranno i nuovi dischi di Luciano Ligabue, con un progetto antologico senza precedenti, e Claudio Baglioni, con il concept album In questa storica, che è la mia. 

Ma loro non sono spaventati dalle sovrapposizioni, dai confronti, dalle vendite. In realtà questi sei ragazzi bergamaschi non sembrano spaventati proprio da niente. La paura è solo uno slancio, un invito a prendere con serietà le cose che richiedono rispetto, senza però il rischio di rimanerci incastrati sotto. 

Come con Sanremo, spiegano i musicisti, che nell'esordio al Festival di quest'anno hanno trovato la definitiva consacrazione: "a Sanremo ci devi andare con la canzone giusta, senza la smania di diventare inquilino dell'Ariston, altrimenti l'effetto è opposto. Per questo non abbiamo fretta di tornarci, le cose vanno fatte in modo intelligente e portando rispetto. Non è questione di snaturarsi, noi a Sanremo siamo rimasti noi stessi, ma bisogna capire il contesto. Non è che se vado a conoscere i genitori della mia ragazza metto i piedi sul tavolo e inizio a ruttare". 

Fanno sorridere, questi ragazzi, nei testi delle loro canzoni, nelle melodie e nei richiami di un nuovo progetto che "vuole arrivare a tutti" e nei modi di chi è consapevole di essere sempre se stesso. 

"Abbiamo fatto tutta la gavetta insieme - spiega Riccardo Zanotti - da quando, a 16 anni, ci siamo posti l'obbiettivo di provarci seriamente. E questo permette d'instaurare un'amicizia e un legame difficile da replicare, e fondamentale per lavorare bene insieme". 

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Funzionano, non c'è niente da dire, con Riccardo che è il frontman per eccellenza: carismatico, impegnato, con la parola giusta al momento giusto. Ha anche scritto un libro, pubblicato con Mondadori il 3 novembre: "Mi ispiro a Stefano Benni, che lo ha inventato quel modo di scrivere lì, con la complessità mascherata da semplicità". 

Ma non è solo Riccardo, i Pinguini sono sei, e funzionano del loro essere tutti e sei. Tranquilli, ironici, con i piedi per piantati a terra. Si preoccupano del domani, come tutti, in questi tempi difficili. 

"Noi siamo di quelle zone lì, di Bergamo, di Alzano Lombardo. Il cuore della pandemia. Non è stato un periodo semplice, e non abbiamo probleami a dire che ci mancava fare le cose normali. Oltre alla preoccupazione e alla consapevolezza di essere in una condizione eccezionale, ci mancavano gli amici, la tranquillità, fare le cose così come le potevamo fare prima". 

Anche perché per loro, il Covid ha avuto un ruolo più pesante rispetto a quello di altri artisti: "Il successo di Sanremo era al massimo, il tour pronto per partire, l'album che stava andando bene". Poi tutto fermo, tutto cancellato, tutto che - ancora oggi - non ha una forma: "parlare del domani è difficilissimo, non faremo dei veri incontri con i fans, per il momento, ma stiamo organizzando degli eventi online". 

Zanotti sorride: "noi abbiamo vissuto più dissacrazioni che consacrazioni. Ma in questo periodo ci siamo ancor più resi conto di quanto è bello sudare, di quanto sia caldo il sentimento popolare che ci circonda". 

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Una nuova popolarità che è anche una nuova responsabilità, spiegano i ragazzi, con la consapevolezza di poter arrivare a molte più persone ma senza che la parola mainstream - per loro che vengono da un ambiente molto musicale ristretto - li faccia richiudere su di loro. "Arrivare a tanta gente è una sfida da portare avanti, non deve intimorire se si rimane coerenti con quello che si fa. Noi cambiamo, siamo cambiati ad ogni disco, quindi se qualcuno ci dice 'dopo Sanremo siete diversi' non è un insulto, anzi". 

AHIA! sarà diverso quindi dai Pinguini a cui siamo abituati, ma dentro ci sarà anche tanto di quello che già conosciamo. Sette tracce che si diramano dal pop al folk, con sonorità che vanno da “happy-go-lucky”, un pop scanzonato, a Fortis, e tutto un certo tipo di cantautorato classico alla Cattaneo. Non manca niente, tra storie d'amore e tradimenti, e non mancano loro che volutamente vanno "avanti con paraocchi" per non rischiare di essere assorbiti da un mondo che non è il loro. 

Sul finale si arrabbiano con il moderatore dell'evento, la rivelazione comica di questo 2020 Valerio Lundini: "Tu non ci hai invitati come ospiti al tuo programma! Hai chiamato Carl Brave e Odifreddi e non noi! Ma ti rendi conto?" e per una volta è lui, a non sapere come replicare. 

Ludini li incalza sulla partecipazione ad X-Factor di domani sera, dove saranno ospiti della semifinale del programma: "Ma almeno vi pagano per andare?". I ragazzi ridono: "Hanno detto che se portiamo tanta gente poi ci possono offrire qualche birra!". 

 

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