È morta Sinéad Marie Bernadette O'Connor in arte Sinėad O'Connor. Ogni giorno, o quasi, per noi boomers si stacca un pezzo di vita. Svaniscono i personaggi che ci hanno fatto cascare le mascelle, strabuzzare gli occhi ed esplodere le orecchie ed il cervello. Sì, perché è questo che io ho provato la prima volta che ho visto e sentito su MTV "Nothing compares to you". Una ragazza bellissima, ma completamente pelata. Una voce bellissima, ma tirata fuori con le unghie dalla gola. Una canzone struggente, dolorosa, perdente, che non era "dovuta" alla sua giovane età. Ecco, Sinead O'Connor ha combattuto tutta la sua vita contro la sua bellezza, la sua bravura, la vacuità di essere una Rockstar. Lei portava già dentro il dolore che le avrebbe tenuto la mano e camminato a fianco fino a ieri. Ancora non si sanno le cause, ma suo figlio Shane sono sicura che avrà ricevuto, tra i baci bagnati di lacrime, dentro la sua bara ancora aperta (è morto nel 2022 a 17 anni) una balbettante sussurrata promessa del loro appuntamento, prossimo.
Sinead ha cercato di fuggire dai suoi “demoni mentali” usando le religioni. Prima la Cattolica e poi l'Islam, cambiando persino il suo nome in Shuhada' Davitt. L'Islam come risposta al “demone” che si annida nella religione Cattolica: la pedofilia. Come una novella Giovanna d'Arco, imbracciata la spada e guidata dalle sue voci, inizierà a battersi in ogni occasione, in ogni evento e con ogni mezzo per denunciare al mondo questa piaga. Dirà in una intervista: "La mia missione è di salvare Dio dalla religione”. La sua missione diventerà così importante da stravolgere tutta la sua vita artistica e privata. Si aggira nella musica, anche quella jazz con l'album "Am I not your girl?", ma dentro la sua voce c'è uno spirito punk dissacratore che non può nascondere. Può cantare quello che vuole Sinead, ma come una maledizione "niente è comparabile" a quello che ha già dato alla nostra generazione e a quelle future con quel solo pezzo e quel video, in cui priva di ogni orpello , nuda, in primo piano e senza interruzioni, è in grado di inchiodarti alle sue emozioni, alle sue fragilità espresse con quegli occhi grandi, fanciulleschi timidi ma penetranti, dall'inizio alla fine.
Il giorno che decreterà la sua condanna al rogo sarà il 3 ottobre del ‘92, quando durante il Saturday Night Live strappa la foto di Giovanni Paolo II, per protestare contro la sempre più compromessa Chiesa Cattolica americana (oggi, più che una provocazione, la chiamerei una vera e propria rappresentazione di una visione premonitrice). Da lì iniziano gli attacchi esterni e il suo calvario interiore: la depressione, gli amori sbagliati, l'autodistruzione. Mi sembra di comprenderla e ritrovo tanto di me in lei. Quello che mi lascia come cantante? Tutto. Quello che mi toglie come boomer possessiva dei propri idoli? Ancora tutto. Anche se il suo viso e la sua voce resteranno immortali oltre ogni generazione. Nothing compares to you, Sinead.