“Per me non esistono regole quando si sale sul palco”. Discutibile, come tutto ciò che ha a che fare con il rock, e per questo profondamente apprezzabile per uscire dalla solita routine. Dipende poi in che modo questa assenza di paletti può influire sulla propria vita privata. Ma è un altro discorso. Stiamo alla musica, anche perché a cosa serve in fondo - soprattutto nei live - se non a farci dimenticare le nostre disgraziate vite di tutti i giorni? Lo sa bene Gianluca Grignani e ce lo ha dimostrato ancora una volta qualche giorno fa a Viareggio quando è andato in scena l’ennesimo sclero di una carriera costellata di grandi successi e altrettanti inciampi in quell’abisso chiamato eccessi (che ha ammesso lui stesso). Il cantautore con la sua band ha iniziato l’esibizione ma, ufficialmente per problemi tecnici, ben presto è uscito di scena lasciando attoniti i presenti. Quando è tornato, dopo circa mezz’ora nella quale il gruppo è rimasto da solo senza frontman, ha provato a rientrare nel clima giusto per concludere l’esibizione solo che qualcosa ancora non gli tornava del suono dei suoi pezzi più celebri. Tanto che si è messo persino a litigare con la band: “Cazzo, pensate di saper suonare solo voi? E allora, se almeno mi date la tonalità giusta...” ha strigliato i musicisti intonando alcuni dei suoi brani più famosi. Anche stavolta, però, l’equilibrio è durato poco perché a un tratto Grignani è sparito di nuovo.
Panico generale, sia sul palco che tra i fan. Nel frattempo, lo staff dell’evento si è affrettato a far sapere ai presenti che erano in corso degli accertamenti per risolvere alcuni disguidi alla strumentazione. Quando ormai i più pensavano di lasciare il concerto, l’autore di "Destinazione Paradiso", sorprendendo tutti, si è ripresentato sul palco e ha cominciato a cantare “a cappella”, senza band e senza chitarra. Soltanto accompagnato dal pubblico ha eseguito un medley di suoi brani, un po’ a caso e non proprio con una perfetta intonazione, come si può ascoltare dal video girato da uno spettatore, cercando quasi più l’affetto (del pubblico) che l’effetto (sonoro). Il risultato è straniante, fra il patetico e il sublime. La scena è quella di un artista che si mette a nudo di fronte a tutti, ci sbatte in faccia le sue gioie (spesso poche) e i suoi dolori (spesso molti) incurante del pubblico ludibrio o degli applausi di approvazione. Può piacere o non piacere, ma è rock. Ca**o se è rock! Se volete la perfezione ascoltate le registrazioni (su disco o streaming). Ce lo vedete Damiano dei Maneskin uscire in questo modo da ogni schema studiato a tavolino nei suoi live? Ma figuriamoci… E Gianluca Grignani, con tutta probabilità, ha scritto delle canzoni che sono ormai diventate dei classici della musica italiana proprio grazie a questa sensibilità estrema che non ha mai avuto timore a mettere in piazza.
Come a Sanremo, quando è stato criticato per una esibizione “sopra le righe” in duetto con Irama. Eppure, nonostante tutto, ha catalizzato la scena e si è parlato solo di lui. D’altronde Gianluca Grignani è sempre stato così. Da quel Festivalbar del '95 dove sull’esibizione di "Falco a metà" litigò con il pubblico, sbraitò contro il cameraman, si voltò e se ne andò lasciando tutti di stucco. “Mi introdussero dicendo le solite sciocchezze – così anche recentemente ha ricordato quell’episodio a Il Messaggero -. Io volevo cantare e avevo chiesto di poterlo fare dal vivo. Avevo preparato un'esibizione particolare. Scoprii invece che c'era il playback. Mi infuriai”. Da quel giorno le sue mattane non si contano. Ma c’è un evento che ora tiene sulle spine i fan (e soprattutto gli organizzatori) ed è il grande concerto di ottobre al Mediolanum Forum di Assago, a Milano, un appuntamento in cui tornerà ai palazzetti per omaggiare il suo album cult, "La Fabbrica di plastica". Anche in quel caso, ne siamo certi, non ci deluderà: imprevedibile, permalosissimo, sensibilissimo, Grignani. È anche per questi “fanculo” a ripetizione verso tutto quello che ruota intorno al mercato musicale che non possiamo non volerti bene.