Otto anni dopo il suo esordio come conduttore su Rai3, Tommaso Cerno, come racconta La Stampa, si prepara a tornare in televisione con una nuova trasmissione preserale, prevista nel palinsesto autunnale del sabato. Il giornalista friulano, oggi direttore de Il Tempo, è vicino a firmare il contratto con la tv pubblica, rispondendo positivamente alla proposta del direttore degli Approfondimenti Rai, Paolo Corsini.
Il ritorno di Cerno in Rai, però, non è privo di polemiche. A Viale Mazzini c’è chi parla apertamente di “amichettismo”, facendo riferimento ai buoni rapporti tra il giornalista e i vertici della destra di governo. Secondo fonti interne, Cerno sarebbe molto apprezzato da Fratelli d’Italia, tanto da godere della stima personale della premier Giorgia Meloni. Un dettaglio che alimenta i sospetti di una scelta editoriale influenzata più dalla politica che dal merito.
Non meno controverso è il ruolo attuale di Cerno alla guida de Il Tempo, uno dei quotidiani della galassia editoriale di Antonio Angelucci, imprenditore e parlamentare leghista. Angelucci, tra l’altro, sarebbe in lizza per sostituire Alessandro Sallusti alla direzione de Il Giornale, consolidando così il suo peso nel panorama dell’informazione di centrodestra.

Tommaso Cerno è già una presenza fissa nei talk show, spesso in rappresentanza della linea governativa. Definito da alcuni come uno degli "alfieri" del melonismo, è riuscito a ritagliarsi uno spazio visibile e riconoscibile nel dibattito pubblico, complice anche il suo stile diretto e provocatorio. Il nuovo programma Rai dovrebbe puntare sull’attualità, in netto contrasto con la sua precedente esperienza del 2017 con D-Day, i giorni decisivi, una miniserie storica dedicata alla Seconda guerra mondiale.
Il percorso politico di Cerno, del resto, è stato tutt’altro che lineare. Dopo essere stato eletto senatore nel 2018 nelle liste del Partito Democratico su spinta di Matteo Renzi, ha attraversato Italia Viva per poi fare ritorno nel Pd, prima di allontanarsi definitivamente dalla politica attiva alla fine della legislatura.
Oggi, il suo giudizio sull’attuale segreteria Schlein è impietoso: «Il Pd è un ottimo materiale sottovuoto, privo di aria e di fantasia, è gommapiuma». E rincara: «Non hanno niente da dire e ricorrono agli argomenti del 1922 per affrontare Meloni», mentre della premier afferma che «è una vera leader».
