1987. Esce un film destinato a diventare un cult thriller dell’epoca. La Paramount Pictures firma un successo che avrà ben sei candidature agli Oscar, quattro ai Golden Globe e vedrà nomi come quello di Michael Douglas e Glenn Close, stamparsi indissolubilmente nel panorama delle stelle. La pellicola in questione è “Attrazione Fatale”, è diretto da Adrian Lyne (Flashdance, 9 settimane ½) ed è un adattamento di un altro film più datato, “Brivido nella notte”, con un giovane Clint Eastwood, sempre sullo stesso genere. La versione rivisitata di Lyne ha come protagonisti l’avvocato di successo newyorkese, sposato e con una figlia, Dan Gallagher (Michael Douglas) e la bionda editrice Alex Forrest (Glenn Close).
I due si conoscono per via di un contenzioso e, complici il vino, l’infedeltà e l’assenza della famiglia di lui fuori città, passano un passionale ed impegnativo weekend tra le lenzuola. Il lunedì torna insolente come sempre e con lui, la moglie di Dan e i sensi di colpa, facendolo tornare a casa mesto, ma con la bionda che non si rassegna ad essere stata abbandonata così, tanto da tentare il suicidio. Inizia una persecuzione da parte di Alex che porterà ad una serie di eventi drammatici e ad un epilogo che… va visto, perché la scena del coniglietto bianco che finisce bollito in una pentola, è entrata nella classifica delle scene più diaboliche della storia del cinema, generando perfino un modo dire, “bunny boiler”, per indicare una persona perfida e vendicativa. Un amore malato insomma, un’ossessione patologica che sfocia nel criminale e che mai come negli ultimi anni purtroppo, ha riempito le cronache, anche nel nostro Paese.
2023. Dal 1 maggio è disponibile in streaming su Pamount+ la serie remake del film. I nuovi protagonisti di Attrazione Fatale sono Joshua Jackson, il Pacey di “Dawson’s Creek” tanto per intenderci, e Lizzy Caplan divenuta celebre per “Masters of Sex”, con le stesse premesse e gli stessi ruoli, ma con una rilettura in chiave moderna della faccenda. C’è sempre l’uomo sposato che ha una tresca con una donna dai seri problemi mentali che mette in pericolo la sua vita, ma lo fa in modo ben più drammatico, ponendo lo spettatore davanti ad un dubbio: chi è la vittima reale? La linea narrativa si dirama in due periodi diversi, il 2008 e il 2023: oggi, assistiamo alla scarcerazione di Dan, che ha scontato 15 anni di prigione per l’assassinio di Alex e che cerca di reinserirsi in società e dimostrare la sua innocenza.
Nel 2008, ci viene raccontato di come i due si incontrano in tribunale, iniziano una relazione e di come la storia prende sempre più una piega fastidiosa. Lei insiste nel cercarlo, si fa trovare nei luoghi che lui frequenta, arriva perfino a bussare a casa sua, generando il lui un crescente fastidio e una necessità di negarsi che la rendono sempre più nevrotica e stalker. I temi in ballo sono molteplici, il matrimonio, l’infedeltà, i disturbi psicologici, fino all’omicidio, senza tralasciare il ruolo della donna che in questo reboot ha una valenza significativa e predominate. Non dimentichiamoci che la pellicola degli anni Ottanta ha una visione della storia da un punto di vista prettamente maschile, mentre qui, assistiamo ad un’analisi più profonda di quello che Alex prova, come donna oggetto, presa, usata e buttato via. In un’epoca storica di movimenti femministi contro gli abusi e le molestie come il Me Too, questa serie si schiera dalla parte di chi la voce l’ha persa, a dimostrare insicurezze e bisogno d’attenzione, trovando invece chi ha approfittato di un ruolo e della debolezza emotiva. Anche qui c’è un coniglio, ma forse ha un nome, un cognome e un lavoro di prestigio.