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Sanremo 2025? “Mi ricorda la Rai ai tempi della censura. I cantanti? Tutti diaconi, ascoltano ma non rispondono”. Parla il critico Dario Salvatori: “Bella stron*a di Masini? Lui non voleva cambiare il testo ma…”

  • di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

13 febbraio 2025

Sanremo 2025? “Mi ricorda la Rai ai tempi della censura. I cantanti? Tutti diaconi, ascoltano ma non rispondono”. Parla il critico Dario Salvatori: “Bella stron*a di Masini? Lui non voleva cambiare il testo ma…”
A Sanremo abbiamo incontrato il critico musicale Dario Salvatori e gli abbiamo chiesto cosa e pensa del clima “petresco” di questa edizione. Davvero c’è aria di censura? Ecco cosa ci ha detto

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Mentre in Sala Stampa a Sanremo volavano per aria parole come “finalmente un festival identitario italiano senza volgarità”, incontriamo come una boccata d’aria fresca Dario Salvatori, con la sua giacca militare-dissacrante. Come descriverlo? Bé, un mito per quelli della mia generazione, ma un mito anche per i più giovani, dato l’entusiasmo con il quale hanno accolto in redazione la breve intervista video. Giornalista, critico musicale, conduttore radiofonico. Formato alla scuole di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, che hanno traghettato in Italia quella che era la musica “giovane”. Membro lui stesso di una band, i “Tina & The Italians”, i cui componenti erano (“squillino le trote, rullino i canguri”, direbbe Nino Frassica, con lui in “Quelli della Notte”): Roberto D'Agostino, Massimo Buda, Gianfranco Giagni, Alberto Dentice e Paolo Zaccagnini. Così non possiamo non chiedergli una intervista su questo clima “democristiano”.

Simone Cristicchi
Simone Cristicchi a Sanremo 2025
https://mowmag.com/?nl=1

Dario, c'è questo clima che molti hanno definito “pretesco”. Sembra quasi il Conclave di Sanremo piuttosto che un festival. Abbiamo il Papa, i cardinali che fanno esternazioni, cantanti in ritiro spirituale con canti gregoriani, preti che girano per le strade di Sanremo. Che sta succedendo?
Beh, Simone Cristicchi ha provato a smorzare un po' questa sensazione dicendo chiaramente: ‘Io sono religioso, la mia famiglia lo è sempre stata, ma non fatevi strane idee. Non mi farò prete’. Però è vero che l'atmosfera richiamata dai media è quella dell'Italia anni '50, quando la Democrazia Cristiana era al 51%. Un'Italia molto diversa da quella di oggi.

Lo vedi come qualcosa di negativo?
No, non è necessariamente negativo. Non è colpa del cast, ma di questa sorta di 'sordina' che si autoalimenta. I cantanti, in questo scenario, sembrano quasi diaconi: osservano, ascoltano, ma non rispondono. C’è qualcosa di moroteo nell’aria.

Con questo clima pensi che i testi più “peccaminosi” possano essere penalizzati?
Le parolacce e le provocazioni ci sono sempre state, ma criticare troppo questo aspetto rischia di non portare a casa nulla. Certo, si avverte una certa retorica. Marco Masini ha detto che avrebbe preferito mantenere il brano così com'era, senza toccare mood o atteggiamento.

Ti ricorda l'epoca della censura Rai?
Sì, esattamente. Ai tempi c'erano i dischi bloccati, i testi rivisti. Ma oggi, ciò che conta è l'interpretazione. Il clima, per quanto influente, non può soffocare l'espressione artistica.

Per concludere, dato che per noi hai l’allure e di un vescovo o di un cardinale, ci daresti una tua “benedizione” per MOW?
Ora pro nobis!

Ci vediamo dopo per il Rosario!

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