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Sanremo e case discografiche, ma in che senso “c'è la massoneria della musica”? Le bombe di Nino D’Angelo, tra lobby, Festival, concerti e Maradona

  • di Otto De Ambrogi Otto De Ambrogi

12 dicembre 2024

Sanremo e case discografiche, ma in che senso “c'è la massoneria della musica”? Le bombe di Nino D’Angelo, tra lobby, Festival, concerti e Maradona
Nino D’Angelo accusa: “C’è una massoneria della musica che decide tutto, tra case discografiche, radio e like comprati”. Tra ironia su Sanremo, l’auto-tune che "stroncherebbe carriere" e il rifiuto per i talent show, il cantautore rivendica il suo ruolo di "cantante napoletano". E quel Maradona sold out? Il suo vero “Concerto”. Ma chi sono i registi di questo sistema?

di Otto De Ambrogi Otto De Ambrogi

Nino D’Angelo non è mai stato uno che le manda a dire. Con la sua voce inconfondibile e un successo che ha attraversato decenni, l’ex “caschetto biondo” continua a far discutere anche fuori dal palco. Dopo il clamoroso sold out allo Stadio Maradona, il tour "I miei meravigliosi anni ’80 … e non solo!" sta registrando il tutto esaurito in tutta Italia. Ma dietro il suo sorriso e la passione per il canto, D’Angelo non nasconde una visione critica del sistema musicale italiano, parlando apertamente di una vera e propria "massoneria della musica".

Una lobby che decide tutto

“C’è una massoneria della musica che crea, manovra e decide chi deve uscir fuori e chi no”, afferma sparando la bomba al Corriere del Mezzogiorno. Secondo il cantautore, il sistema è dominato da “quattro-cinque case discografiche ancora in vita, le radio che hanno sempre più potere, le agenzie degli artisti e, aggiungiamo pure, visualizzazioni e like comprati”.

E se si pensa che sia sempre stato così, D’Angelo corregge il tiro: “Sì, ma mai come negli ultimi tempi”. Per lui, l’autenticità della musica sembra essere soffocata da meccanismi ben oliati, che influenzano anche il Festival di Sanremo, dove è stato in gara sei volte.

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Nino D'Angelo
Nino D'Angelo

Sanremo e l'auto-tune

“Il 70 per cento dei nomi scelti li abbiamo già visti e rivisti, ascoltati e riascoltati in radio, nei talent, in tv, spesso in playback durante mega feste organizzate dalle radio più importanti. Mi viene da ridere quando parlano di canzoni”, ironizza. E sulla qualità delle esibizioni? “L’auto-tune fa miracoli, toglierlo farebbe danni incalcolabili, stroncherebbe le carriere”.

Tra set e musica: "Io resto cantante napoletano"

D’Angelo si sta anche divertendo nel mondo del cinema e della tv. Dopo aver interpretato sé stesso nella serie Disney+ Uonderbois e aver scritto un pezzo per la terza stagione di Vita da Carlo con Verdone, ha rivelato: “Mi arrivano proposte per presentare show in prima serata, ma sono sempre le stesse cose e mi annoio a ripetermi”. E quando si parla di talent show come X Factor, risponde deciso: “Non ce la farei a spegnere i sogni di una persona. In un sì o un no è racchiusa una responsabilità enorme”.

Il momento più alto: il Maradona

Ma la vera passione di D’Angelo resta il canto. “Voglio continuare a essere il cantante napoletano, è scritto sulla mia carta d’identità. Cantare è come respirare”. E il momento più emozionante della sua carriera? “Cantare in uno Stadio Maradona tutto esaurito. Ho suonato all’Olympia di Parigi e a New York, ma quella sera al Maradona sarà per sempre il mio Concerto”. Con la “C” maiuscola”.

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