Il GialappaShow ha appena concluso la sua stagione su TV8 come il terzo programma più visto in prima serata con più di 1 milione di telespettatori (5,7%). Ai vertici anche come interazioni social e primi come interazioni durante la settimana. La leggendaria Gialappa’s Band ha saputo riportare in tv una comicità irriverente e pungente che mancava ormai da troppo tempo e il pubblico ha ripagato lo sforzo. Con un Mago Forest in grande forma e un cast di tutto rispetto, il programma ha saputo riconquistare il cuore del pubblico con gag surreali, imitazioni taglienti e il tipico nonsense che solo loro sanno regalare. Il problema? C’è solo un piccolo difetto, ma enorme per molti di noi: poche puntate. Il fatto che si chiude troppo presto, a mo' di serie tv di successo su Netflix, crea una certa dipendenza. E quando si ha tra i canali privi di mordente un prodotto così, la domanda sorge spontanea: perché fermarsi? Come bambini al parco giochi quando fa sera troppo presto e non si vuol tornare a casa, viene da piangere.
Tra i protagonisti assoluti dello show, spicca un nome su tutti: Michele Foresta in arte Mago Forest. Con il suo humor dissacrante, detta tempi comici perfetti e quell’improvvisazione che riesce sempre a sorprendere, è proprio quel numero 10 d'altri tempi schierato in mezzo al campo da gioco che regala magie, dà sicurezza e può risolvere in qualsiasi momento la partita. È lui che trasforma ogni sketch in risate, anche quando non ci sono, dimostrando ancora una volta di essere uno dei comici più brillanti del panorama italiano. Ed è qui che scatta la nostra provocazione, ma neanche poi troppo provocatoria: perché non affidargli anche Sanremo?
Dopo anni di conduzioni “impostate”, l’idea di un Festival targato Forest e con la complicità della Gialappa’s, è tanto folle quanto irresistibile. Sarebbe un evento destinato a entrare nella storia della televisione: battute a raffica, imprevisti epocali e momenti di comicità pura che stravolgerebbero il rigore sanremese. Qualcuno ha sicuramente paura si svegliarsi la mattina con dati statistici (o perlomeno con risvolti umoristici) mai visti.
Accanto al Mago Forest, il GialappaShow ha schierato una squadra degna dei grandi programmi del sabato sera, si quelli del Bagaglino. Da un sorprendente Marcello Cesena, nei panni di un Jean-Claude sempre più grottesco ma iconico, a una parata di volti talentuosi come Giovanni Vernia, Brenda Lodigiani, Edoardo Ferrario, Max Giusti, Ubaldo Pantani, Herbert Ballerina, Alessandro Betti o Toni Bonji. Tutti artisti che hanno creato personaggi virali sui social. Ogni episodio del format si è trasformato in un mix perfetto di vecchio e nuovo. La Gialappa’s Band, dal canto suo, continua a orchestrare il tutto con la stessa maestria che ha caratterizzato i grandi successi del passato, da Mai dire Gol a Mai dire Grande Fratello. Eppure, proprio quando ci si affeziona a questo concentrato di spensieratezza in un mondo carico di guerre e bollette da pagare, o ci si ricorda finalmente il giorno e il canale da mettere, arriva l’ultima puntata. E qui, la delusione. Non per i contenuti, sia chiaro, ma perché un programma di questo livello meriterebbe più spazio.
Insomma, cari produttori, ci state privando di un piacere troppo grande per essere ridotto a poche settimane l’anno. La speranza è una sola, rivederlo presto e immaginarlo in un progetto ancora più ambizioso. Perché no, magari nel più realistico dopo Festival sanremese a commentare ogni stonatura e ogni vestito improbabile. Visto che il Natale è ormai alle porte e noi crediamo ancora che una "Poltrona per due" e "Mamma ho perso l'aereo" siano storie vere, non ci arrendiamo e per questo immaginiamo più puntate, non il "Best of", ma più Gialappa e, perché no, più Forest sotto l'albero o in Liguria.