Se siete appassionati di calcio, troverete Europlay una caciara insostenibile. Se non siete appassionati di calcio, pure. Il talk condotto su Raiplay da Michela Giraud ha debuttato con l'intenzione di commentare in diretta la prima partita della Nazionale italiana contro l'Albania. Il risultato, forse senza grosse sorprese, ha esondato ogni argine del fastidio umanamente sostenibile. Un gruppetto di gente (molto seguita sui social) si addivana e segue il match, con Giraud padrona di casa che ostenta i suoi tipici modi da strillona de Roma Nord. Di lei, dopo 150 minuti di sciagura, sentiamo di poter salvare solo la maniera in cui continua a portare avanti la trasmissione nonostante l'insesatezza di pressoché ogni cosa la circondi. Non si lascia intimidire dal caos, se magna tutto e tutti. Il che è un bene. Sprecato, ma un bene. Per il resto, il nulla cosmico. Il concept del format (?) è sbattere su un divano individui che fanno numerologiche faville sui social per vedere l'effetto che fa. L'effetto è straniante. Ne esce una 'twitchata' che, forse, passerebbe inosservata perfino sulla piattaforma madre. Figuriamoci su quella della Rai. I problemi sono molteplici e presenti già sulla carta, proprio connaturati all'idea in sé. Andiamo a sciornarli uno per uno, al grido di 'Aridatece la Gialappa's!".
Primo problema: il cast, una decina di soggetti in tutto, parla sopra i telecronisti, perennemente. Così, se lo spettatore volesse mai seguire il match, non può. E cosa ottiene, in cambio? Gente che chiacchiera a vanvera di tatuaggi, oroscopi e boni. Tutte conversazioni tanto inani quanto difficili da sentire perché insieme a esse scorre, appunto, il commento tecnico Rai alla partita. E allora? E allora il comico Carlo Amleto, nel complesso una delle presenze meno fastidiose della masnada, suona a schiaffo la pianola ricordando i minuti che mancano o incitando il pubblico, diviso sugli spalti tra tifosi dell'Albania e quelli della nostra Nazionale, a intonare "cori rispettosi", in versione "jazz". Intanto, lo chef Max Mariola è segregato nella cucina dietro lo studio, intento a spentolinare un piatto tipico della squadra rivale, le qofte (polpette, ndr), con una enfasi inspiegabile. Il nostro si emoziona che manco il mitologico Roberto Da Crema odorando e smanacciando peperoni, friggitelli, spezie e quant'altro mentre Giaraud, per annusar tutto il bendidio, ci spazzola i capelli dentro. Bon appetit!
C'è Simone Carponi, oltre un milione di follower su Instagram, noto alla bolla perché oramai da anni fa gli oroscopi in deliziose grafiche Canva. Di persona, ha la medesima lievità, per non dire evanescente impalpabilità. Il Paolo Fox del web rende noto come la Nazionale italiana sia del segno del Capricorno. Da ciò il nostro amico stellare desume concretezza e grande capacità difensiva. Appena finisce la frase, prendiamo il primo gol. A 28 secondi dal fischio d'inizio. Questo Carponi, con ogni evidenza, non lo aveva previsto. Poi Alessio Viola, uno dei pochi effettivamente titolati a stare lì in quanto giornalista, sta tutto il tempo con un cuscino in braccio: "Mi sono accorto di avere la pancia, così almeno me la copro". Interviene Giraud: "Eh, fare 'sto programma da Napoli non aiuta: prendiamo un chilo all'ora!". Se non altro, magnano. Alla salute.
Europlay vuole replicare una atmosfera amicale, domestica, cercando di restituire allo spettatore lo stesso calore scanzonato che, ci si immagina, questi respiri dal divano di casa durante le partite. Non ci riesce. Non ci riesce per via della logorrea di tutti gli attori presenti in studio, vuvuzelas semoventi e ciarliere, sempre fastidiosamente entusiaste, senza un vero perché. Intanto, un pensiero stringe il cuore di chiunque abbia del buongusto televisivo: la Gialappa's Band sta facendo hic et nunc la stessa cosa, una diretta su Twitch e YouTube per commentare questi Europei. Gherarducci e Santin hanno ospiti del calibro di Giancarlo Magalli e tutto fila liscio, senza sbavature. Largo ai 'giovani', lasciamoli lavorare, per carità. Però, e speriamo che questo aspetto possa diventare chiaro anche colà dove si puote, trasferire gente seguitissima sui social in 'tv' non basta a realizzare un programma dotato di senso. O che possa essere pure solo gradevole, lontanamente commestibile. I due media, social e televisione, sono differenti e hanno bisogno di personaggi altrettanto differenti. Qualche incursione dal favoloso mondo del 'web' è sempre benvenuta, ma non si può fare affidamento su uno sciame di padroni di K per giustificare lo show. Per fare in modo che questo show esista senza porsi come un calcio in faccia. Speriamo che Europlay sia la volta buona per spezzare cotanta maledizione. Ma, oramai reduci da anni di brutture, non possiamo dirci ottimisti in proposito. Portiamo pazienza?