Sanremo non finisce la domenica coccolato dal seno di zia Mara, perché la coda di Sanremo è lunga almeno un’altra settimana. Voi credete che sia una gara tra canzoni, ma invece è una gara a chi ha la critica più forte, più pungente e ironica su tutto e tutti quelli che passano dal palco dell’Ariston. Facciamo che lascio parlare di musica prima i critici, ormai inutili, e poi i cosiddetti giornalisti di musica. A me non frega un cazzo delle canzoni, queste sono finite con la vittoria della critica e il secondo posto di Elio e le storie tese nel 1996, che ovviamente per me meritavamo il primo posto! L’anno dopo vinsero i Jalisse, capite bene che a Sanremo non si giudica mai bene nulla.
Facciamo il vero recap di questa edizione.
Vincono Mammut, ops volevo dire Mahmood, e Blanco, il top insomma. Per Amadeus sono perfetti, il meglio della inclusivity con migliore canzone, arrangiamento, musica, outfit, stanza d’hotel, team, parenti, etichetta discografica, management, editori, network, storie da Verissimo, storie di tutti i giorni, Pooh e Stadio, il prossimo a San Siro sold out senza accredito. Avete letto tutto d’un fiato? Bene, respirate ora, è tutto così!
Seconda Elisa, uuuhhh come canta bene, che bel pezzo, che bel duetto, che bei vestiti, vanno bene anche alla Festa della luna a Clusone, che bello che sia intonata, che bello che bello che bello! Tutto bello, ma il secondo posto è meno bello del primo.
Gianni Morandi, poi? Un grande, grandissimo, solo che a me avevi già rotto le palle con Fabio Rovazzi, ma ti hanno fatto venire a Sanremo portandoti persino al podio! Per me, invece, dovresti stare a casa a mettere vinili sul tuo impianto da 354.000 yen e dare spazio a tuo figlio Tredici Pietro – il suo nome d’arte - che secondo me non ti ha nemmeno votato. Sì, perché non si fa così, da ruffiano che vai con Lorenzo Jovanotti a fare il fenomeno. Però qui è emerso tutto lo spirito di Sanremo, con il suo pubblico un po’ democristiano e negli ultimi tempi anche un po’ grillino. Quindi, bravo che mi ricordi che questo è un paese da tenere d’occhio, perché chi ti ha votato e poi si esprime nello stesso modo nella cabina elettorale.
Ora cerco di essere un po’ veloce su chi mi ha colpito di più.
Achille Lauro…belli gli spot per: Bulgari, Gucci, Belvedere vodka, Tommy Hilfiger, Findus, Carefree salvaslip, Prostamol, Carrozzeria Franco Alonge, Acqua Resegone (unica acqua salata, cit.). Il pezzo lo avevo già sentito, ma bello.
Giovanni Truppi, per una volta poteva scroccare vestiti di qualità e invece si è vestito come mio nonno ad agosto in campagna a Canosa di Puglia.
Highsnob e Hu, carini ma i Coma Cose di più.
Sangiovanni, peccato la posizione, a sto’ punto meglio sesto, almeno c’era la gag (sesto-Sangiovanni), ma eri il meglio vestito ogni giorno, che per la Generazione Z conta più delle canzoni.
Gli altri boh, chi se li ricorda? Ah no, ecco Iva Zanicchi, lei meglio a fare i bisogni dietro i divani che cantare a Sanremo, almeno fa 125 milioni di visualizzazioni.
Ora, però, non vorrei dimenticarmi di qualche ospite di questa edizione, almeno quelli che mi hanno maggiormente colpito. Lorena Cesarini, per esempio, mi spiace pensare male a tutti i costi, ma invitare una giovane attrice nera a parlare di razzismo a Sanremo è lecito perché le coscienze si lavano così in Italia, certo che tu Lorena non dovevi accettare.
E Checco Zalone? A me diverte, se a voi non diverte mi spiace molto, oppure siete bugiardi!
Senza contare la Ferilli. Sabrina, per me sei sulla buona strada per raggiungere la taglia di seno di Mara Venier, quindi spero presto in uno scudetto della Roma con tuo spogliarello di festeggiamento.
Per il resto, scrivo solo a notte fonda e da ubriaco e da ubriaco ricordo solo quello che mi fa… sorridendo incazzare un po’.