Anche questo Sanremo è passato in un lampo (si fa per dire). Tra ascolti record, vittoria da "brividi" (Mahmood & Blanco) e polemiche a non finire nel rush finale (Rettore, Ferilli Gate e quant'altro), un evento del genere deve la buona riuscita alla sua parte fondamentale, ossia i musicisti che compongono l'Orchestra dell'Ariston. Ma chi sono questi Maestri e quando guadagnano? Partiamo col dire che in passato c'era l'Orchestra Rai, ossia musicisti assunti dall'azienda che prestavano servizio per le trasmissioni e che percepivano la paga da dipendente pubblico anche quando non partecipavano a programmi in cui era richiesta la loro opera. Da diversi anni invece non è più così: per il Festival lavora l'Orchestra Sinfonica di Sanremo, integrata da altri professionisti (come per la ritmica), ingaggiati dal Direttore musicale (Leonardo De Amicis, nell'annata in corso ndr) che propone il proprio organico alla Rai, con un contratto privato.
Proprio in merito alla remunerazione, solo due anni fa ci furono aspre polemiche sollevate dalla segretaria nazionale Slc Cgil Emanuela Bizi. La denuncia inquadrava il cachet dei musicisti del Festival in 50 euro giornalieri, una cifra ridicola se comparata alla professionalità dei Maestri. Nella speranza che la situazione fosse migliorata, anzi auspicando che non sia mai stata tale, abbiamo svolto un'indagine interna all'Orchestra di Sanremo 2022, scoprendo ben altro.
"La notizia dei 50 euro al giorno è infondata", fanno sapere alcuni musicisti in forza al Festival. "Ci sono state perfino trattative accese per una riduzione di 50 euro sulla paga, poi risolte a nostro vantaggio. Insomma, qui saltano i contratti per 50 euro in meno, figuriamoci se qualcuno di noi accetta una paga del genere". Una paga, tra l'altro, che post pandemia non ha subito variazioni né in positivo né in negativo per il Festival, anche se la tendenza nel settore è ridurre il cachet ove possibile. Incalzati ancora sulla cifra per cui hanno prestato il loro servizio, aggiungono: "Tra noi le cifre ce le diciamo, ci confrontiamo. Sì, la Sinfonica ha compensi lontani dagli altri (nel senso di nettamente inferiori), ma parliamo di tre volte la cifra indicata dalla dirigente sindacale (quindi 150 al giorno al netto delle spese) e per circa un mese di lavoro. Non escludiamo però che qualcuno, per mera ambizione personale, abbia accettato per molto meno, ma non è la regola di base". Insomma, non saranno 50 euro al giorno, come da denuncia del 2020, ma rapportato ai compensi di direttore artistico e ospiti sono comunque cifre risibili, e se paragonate a una lezione (privata) di musica (dai 40 euro in su) ancora di più.
Ad ogni modo, viene comunque da chiedersi come mai nessuno di loro abbia mai pensato di smentire il ridicolo cachet? "Perché l'abbiamo considerata come una fake news. Ci hanno chiamato diversi amici musicisti, scandalizzati per il trattamento... Ma è una bufala, come quelle messe in giro sui vaccini e la terra piatta. Insomma, sul Festival se ne sentono di tutti i colori, per un click in più vostri colleghi farebbero questo ed altro, e senza nemmeno informarsi per davvero". Noi invece ci siamo informati, scoprendo che le cose vanno bene, ma non benissimo. Ora può davvero calare il sipario sul Festival.