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SI FEST: il festival di fotografia
contemporanea al via il 18 settembre

  • di Simona Scalia Simona Scalia

7 settembre 2020

SI FEST: il festival di fotografia contemporanea al via il 18 settembre
Prende il via il 18 settembre il festival di fotografia contemporanea organizzato dal Comune di Savignano sul Rubicone che vedrà tra i suoi protagonisti gli amici di Cesura, con la partnership di realtà come Ad Hoc Gestion Culturale, Fondazione Noor e Copenhagen Photo Festival

di Simona Scalia Simona Scalia

Tempo fa è uscito un bando dove si cercavano collaboratori per l'organizzazione del SI FEST, il festival di fotografia contemporanea che si terrà a Savignano sul Rubicone (FC) dal 18 al 20 settembre 2020 e le cui mostre saranno visitabili anche nei giorni 26 e 27 settembre e 3 e 4 ottorbe.

Ho una specie di feticcio per i festival di fotografia, sarà che li ho spesso vissuti da modella in prima persona, quasi dirigendoli, spostando comitive di fotografi su e giù per il paese che si era deciso di invadere.

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© Arianna Arcara e Claudio Majorana, Librino, "Ciao Vita Mia", 2019

Ho ricordi intensi di quei giorni, i compiti da svolgere, le mostre e il sudore perché avvenivano quasi sempre d'estate. Le sfide di giorno e le conferenze serali, le pubbliche relazioni e le mangiate fra fotografi, appassionati e organizzatori.

Massa Marittima, Grosseto, Cortona, Savignano sul Rubicone mi manca.

Il SI FEST è giunto alla 29esima edizione, è un'iniziativa del Comune di Savignano ed è promosso e sostenuto dalla regione dell'Emilia Romagna.

Scorro la carrellata di info sui social: direzione artistica di Denis Curti (fondatore di STILL Fotografia e noto curatore di mostre), collaborazione con realtà quali Cesura o con fotografi di community come Perimetro (quest'ultima in tempo di quarantena aveva avviato una raccolta fondi, 100 fotografi per Bergamo, a favore degli ospedali grazie alla vendita di fotografie d'Autore). 

Photo editor tra i quali Giovanna Calvenzi, Tony Gentile, Arianna Arcara e tanti altri big nostrani alle letture portfolio.

Tutto molto invitante per chi “mastica” almeno un po’ di fotografia o ne ha fatto un perno della sua vita - tipo me (so che potete capirmi).

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Arianna Arcara è nata a Monza nel 1984. Dopo gli studi in fotografia fonda nel 2008 il collettivo @cesura_ , del quale è oggi presidente e direttrice artistica della omonima casa editrice. Il lavoro fotografico di Arianna si incentra sul tema del confine sviluppando progetti che indagano la funzione sociale della fotografia e il rapporto tra soggetto e autore.

Ciò che emerge dalla comunicazione del SI FEST è questo tentativo di abbracciare più culture possibili, affrontandole direttamente nel loro Paese e coinvolgendo questi ultimi in maniera attiva.

Ciò appare chiaro leggendo il programma di IDE (Recostruction of Identities), che parte con una mostra di fotografia contemporanea all'aperto ad Amsterdam per finire proprio a Savignano nei giorni del Festival.

I partner che collaborano all'iniziativa sono Ad Hoc Gestion Culturale, SI FEST, la Fondazione Noor e Copenhagen Photo Festival.

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© Maurizio Galimberti, Ready made sul ponte di Savignano sul Rubicone. Omaggio a Cesare. Luglio 2020

SiFest Off (18-19 Settembre)

È una collaterale del SI FEST. Quest'anno, alla sua undicesima edizione, è ineditamente a cura di Cesura.

Cesura è un collettivo fotografico totalmente indipendente, fondato da Alex Majoli, che poi è stato il secondo fotografo italiano ad entrare in Magnum. Fra i fotografi di Cesura c'è la stessa Arcara, e altri fotografi presenti al SI FEST come Chiara Fossati, Luca Santese e Marco P. Valli.

L’elemento forte di questo gruppo di fotogiornalisti è il loro vivere e fotografare insieme in Italia e all'estero. Si definiscono una “bottega” ma a me piace immaginarli come una camerata di persone appassionate, la cui unica ossessione e godimento sta nel vivere di pane e fotografia in una dimensione tutta loro che si sono ritagliati e costruiti in pochi anni.

Nel libro “In Guerra”, che racconta la storia di Gabriele Micalizzi (fotografo di guerra che ha rischiato la vita lo scorso anno, a causa di un razzo che esploso a pochi metri da lui mentre si trovava in Siria per documentare la caduta di Baghuz), si possono trovare delle testimonianze in prima persona sulla nascita di questo progetto e di come lui stesso è entrato a farne parte. Consigliato.

Cesura andrà in scena con “Interludio” per raccontare la pandemia Covid-19 lontani dal linguaggio comunemente didattico, per entrare in una dimensione più profonda. Verrà descritta la pausa che c'è stata dietro le quinte, andando oltre le sue didascaliche conseguenze. Un Interludio appunto, cioè un intermezzo, spiegato con immagini evocative e fortemente simboliche.

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Tre immagini capaci di arrivare dritte al cuore degli osservatori, vere e proprie “icone parlanti”, selezionate e presentate da critici, storici e fotografi pronti a ragionare sul significato del termine icona: quante riflessioni si possono produrre su una singola immagine, quante storie da svelare ci sono, quanti segreti, quanti tabù. © Tony Gentile, Palermo, 27 marzo 1992 – Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Icone Parlanti

Altro progetto interessante è Icone Parlanti, diretto da Denis Curti e con le fotografie di Tony Gentile, Eikoh Gospel e Maurizio Galimberti.

Verranno esposte 3 immagini in Piazza Borghesi, le “Icone Parlanti” appunto. Intorno a queste avverrà un ciclo di talk con critici, storici e fotografi che ragioneranno sul significato del termine “Icona”.

La fotografia di Tony Gentile è la celebre scattata ai magistrati Falcone e Borsellino pochi mesi prima della loro uccisione. È una foto-simbolo della lotta alla mafia e verrà ripercorsa la sua storia insieme al critico e giornalista Giovanni Pelloso.

La seconda icona è “Ordeal by Roses#32” (1962) del Giapponese Eikoh Gospel. Manuela de Leonardis ne racconterà la storia.

La terza foto è un omaggio a Savignano sul Rubicone del famoso instant artist Maurizio Galimberti, che chiuderà il ciclo parlando del suo percorso di artista e fotografo.

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© Alessandro Sala / Cesura. USA. Florida. Gainesville, April 5 2020. Lubee Bat conservancy

Le forme del Ritratto

Per quanto riguarda invece Le forme del Ritratto, si andrà a fondo nell'archivio fotografico custodito dal comune di Savignano.

Sarà una grande raccolta di immagini di artisti che interpretano il ritratto, per sfociare in mostre che passeranno dalla forte estetica tecnologica (come le fototessere di Franco Vaccari o le Polaroid di Gianluca Colagrossi) a quelle di ritratti più auratici (vedi Marina Alessi o Beppe Bolchi).

La chiave di questi ritratti sarà la relazione tra le persone con l'ambiente e la società, uno “schedario umano o un diario autobiografico e riflessivo”.

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"Lideresas" è il progetto di Ana Amado a cui appartiene la fotografia vincitrice dell' open call @instagram #identitydialogueseurope. La serie tratta della disuguaglianza di genere tra uomini e donne, soprattutto in posizioni e ruoli di responsabilità e dirigenza che colpisce soprattutto le donne sopra i 65 anni. Ana Amado ha ricreato e trasformato così fotografie iconiche o molto riconoscibili di leader uomini nel campo della politica, scienza, arte o religione. Si capovolge l’iconografica delle immagini e le nuove protagoniste diventano "Las Lideresas de Villaverde", un gruppo di donne anziane attiviste di un quartiere popolare di Madrid.

Altre iniziative

Le iniziative sono molte, c'è il premio Marco Pesaresi per la fotografia contemporanea in onore dell'omonimo fotografo riminese, la partecipazione di librerie dagli archivi storici e tantissime altre mostre.

Per l'elenco completo di chi troverete alle letture portfolio (a cui non vedo l'ora di assistere) potete fare riferimento alla pagina Instagram del @sifest.

Vi racconterò com'è andata.

Per tutti gli altri, ci vediamo a Savignano!

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Mediterranean Youth, reportage dal Sud

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