image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Siae, niente soldi agli artisti russi. Mogol, ma i musicisti che colpa hanno?

  • di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

3 marzo 2022

Siae, niente soldi agli artisti russi. Mogol, ma i musicisti che colpa hanno?
Il conflitto in Ucraina spinge anche il settore artistico ad allontanarsi dall'idea della guerra, con dimostrazioni di solidarietà indirizzate al popolo assediato. Così, anche la Siae, guidata da Mogol, in segno di protesta decide di sospendere il pagamento dei diritti d'autore che spetterebbero ai russi. Ma i musicisti russi, tanti dei quali dissentono pure, che colpe hanno?

di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

Il conflitto in Ucraina spinge anche il settore artistico ad allontanarsi dall'idea della guerra, con dimostrazioni di solidarietà indirizzate al popolo "invaso" dall'esercito russo. Così, seguendo questa linea di pensiero, la Siae (Società Italiana degli Autori ed Editori) - guidata dal presidente Mogol -  in segno di protesta decide di sospendere il pagamento dei diritti d'autore che spetterebbero alle società russe (ossia gli artisti). Tradotto in parole povere: si tengono i soldi.

La decisione è stata comunicata sul sito della società, attraverso le dichiarazioni del presidente: "Negli ultimi giorni abbiamo riflettuto su cosa SIAE avrebbe potuto fare come segnale di solidarietà nei confronti dell’Ucraina - si legge - e alla fine abbiamo preso la decisione di sospendere il pagamento del diritto d'autore alle società d'autori russe, fino al termine del conflitto, accettando ovviamente la più che probabile sospensione del pagamento dei diritti d’autore a SIAE da parte delle consorelle per ritorsione".

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da siae_official (@siae_official)

Giulio Rapetti, in arte Mogol, precisa però che non si tratta di una presa di posizione contro gli autori ed editori russi, ma di fatto lo è eccome. Invece di proseguire questo razzismo ingiustificato verso artisti nati nella madrepatria di Putin, che hanno come unica colpa la condivisione della stessa nazionalità, la brigata Siae avrebbe potuto indire, ad esempio, una raccolta fondi per i rifugiati, segnale molto più utile e concreto. Di fatto gli autori, russi o non russi che siano, sono all'opposto dispensatori di cultura e quindi pace, per cui punire le loro opere è solo una mossa illogica, che colpisce, tra l'altro, anche tutti coloro che dissentono.

Per di più, l'incredibile “caccia al russo” non segue le decisioni della UE, che non ha affatto stabilito come legale il non corrispondere la proprietà intellettuale agli autori, russi compresi. Un atteggiamento assurdo che conduce di conseguenza a insensate fazioni in ambito culturale, sebbene la cultura dovrebbe essere - almeno in teoria - superiore alle più disparate logiche di odio e discriminazione. Anzi, dovrebbe battersi per disinnescarle, anziché alimentarle in ogni maniera possibile.

20220303 141429656 5481
Mogol

Questa russofobia no sense, ma viva e vegeta, persiste quindi in ogni ambito esistente (sport incluso), con decisi segnali di censura nei confronti del popolo e della cultura russa, specie in Italy, scoprendo in Siae solo l'ultimo tassello di una vergognosa catena. I primi vagiti, ravvisati all'università Bicocca, ipotizzavano di cancellare il corso di Paolo Nori su Dostoevskij, con polemiche annesse e conseguente nonché brusco dietrofront, dal sapore di "pezza peggiore del buco" (benché adesso sia Nori stesso a fare retromarcia e non seguire più il corso). In seguito la scelta del sindaco di Milano Beppe Sala che ha escluso il direttore ValeryGergiev dalla Scala con conseguenziale ritiro del soprano Anna Netrebko. Poi la mossa del Teatro Govi di Genova, che ha cancellato il Festival di musica e letteratura russa, mentre la fiera del libro per ragazzi di Bologna ha cessato la collaborazione con gli editori russi. In ultimo, e tra altre ancora, si muove pure la Siae, che penalizza così gli artisti russi, gesto che si allinea, va detto, ad altre discutibili imprese della società. Basta ricordare, a tal proposito, la richiesta di usufruire del fondo solidarietà, in piena emergenza pandemica, con associati che si sono visti recapitare, in risposta al critico s.o.s. dei semplici pacchi di viveri. Siae, dalla parte di chi crea? Forse pure idee del cavolo, però.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da paolo nori (@paolo.nori)

Alla fine dunque, mentre chiediamo a gran voce il cessate il fuoco, impegnandoci in gesti di concreta solidarietà verso le popolazioni colpite dalla guerra, assistiamo frattanto silenti a un oscurantismo culturale che ci sta già invadendo, confondendo la responsabilità di alcuni con quella di un popolo intero. Di fatto, di fronte allo spettro di una terza guerra mondiale rimane solo la fuga più lontano possibile dall'isteria generale che ci ha ormai colpito. Diciamolo qui e adesso, si salvi chi può da questa follia.

More

Intellettuali contro Putin? Complottisti pro Putin? Non rompete con i pipponi da tastiera: arruolatevi e mostrateci le palle (o le ovaie), non i post

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Soldati da social

Intellettuali contro Putin? Complottisti pro Putin? Non rompete con i pipponi da tastiera: arruolatevi e mostrateci le palle (o le ovaie), non i post

Lo stop alla cultura russa è cancel culture, ma le femministe se la prendono ancora col patriarcato

di Maria Eleonora Mollard Maria Eleonora Mollard

Donne a una dimensione

Lo stop alla cultura russa è cancel culture, ma le femministe se la prendono ancora col patriarcato

Al bando Dostoevskij e tutta la cultura russa, Bruno Guerri: "Più che condanna della memoria è ignoranza. E questa guerra è un passo indietro nell’evoluzione del Sapiens"

di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

Non stiamo esagerando?

Al bando Dostoevskij e tutta la cultura russa, Bruno Guerri: "Più che condanna della memoria è ignoranza. E questa guerra è un passo indietro nell’evoluzione del Sapiens"

Top Stories

  • FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…

    di Riccardo Canaletti

    FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…
  • Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

    di Riccardo Canaletti

    Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
  • Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…

    di Aldo Nove

    Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…
  • ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...

    di Riccardo Canaletti

    ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

    di Aldo Nove

    Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Tomaso Montanari: "Il governo sbaglia: se fossi in guerra non vorrei un mitra, ma azioni per la pace"

di Lorenzo Longhi

Tomaso Montanari: "Il governo sbaglia: se fossi in guerra non vorrei un mitra, ma azioni per la pace"
Next Next

Tomaso Montanari: "Il governo sbaglia: se fossi in guerra non...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy