Per una persona che non arriva al metro e sessanta, un concerto in piedi nel prato può essere più difficile che cercare di vedere il mare stando dietro un camion parcheggiato. E se davanti a te si piazza una ragazza con una chioma infinita di ricci o un ragazzo che sembra pronto per l’NBA, allora è davvero finita. Ma questo è un destino inevitabile per chi ama andare ai concerti: fa parte del gioco. Al concerto di Tananai è andata esattamente così: la sfida principale è stata quella di riuscire a scovare uno spiraglio tra le teste, facendo slalom come in una pista da sci pur di intravedere qualcosa. E per questo benediciamo l’invenzione degli schermi giganti. Parliamo però del concerto a Caserta: ultima data del suo tour Calmocobra, in una cornice spettacolare, quella della Reggia, che dopo di lui ospiterà mostri sacri come Francesco De Gregori, Giorgia e Gianna Nannini. Non nomi a caso: tre artisti che hanno scritto, ognuno a modo proprio, la storia della musica italiana. Insomma, Tananai - alias Alberto Cotta Ramusino - aveva tutte le ragioni per sentirsi più che fiero di salire su quel palco. La domanda, però, è inevitabile: ha davvero una voce così eccezionale? La risposta, purtroppo, è no. Ma lui lo sa benissimo, e si vede che ci sta lavorando con costanza. Il suo successo, infatti, poggia su altro. Primo tra tutti, il suo charme. Il concerto, inutile negarlo, era un mix di ormoni impazziti. I cartelloni parlavano chiaro: “Mi abbracci?”, “Sesso occasionale?”, “Bacio occasionale?” e via dicendo. E anche questo Tananai lo sa bene. Talmente bene che, quando il pubblico intonava ’O surdato ’nnammurato, ha fatto finta di sentire e ha dato per scontato che gli stessero cantando “Sei bellissimo”. Senza neanche mostrarsi troppo sorpreso.
Detto questo, va riconosciuto che alcuni suoi testi e produzioni sono davvero solidi. Altrimenti, per quanto affascinante, non sarebbe arrivato dov’è. La spinta decisiva è arrivata dal Festival di Sanremo: tutti ricordiamo la figuraccia con Sesso occasionale, dove stonava vistosamente (e sì, anche al concerto le stecche non sono mancate). Eppure la gente ha guardato oltre: ha colto la simpatia, il sorriso, la leggerezza di chi si butta in gioco pur non avendo la voce più potente del panorama. E alla fine quella canzone, pur arrivata ultima, è entrata nella top 10 FIMI. Segno che al pubblico non basta più solo la tecnica: vuole emozione, comunicazione. E Tananai, in questo, riesce. La scenografia, però, è stata un po' spoglia, senza colpi di scena, senza giochi di luce, giusto con qualche clip in più sugli schermi. Un peccato, considerando che eravamo davanti alla Reggia di Caserta, che i biglietti non costavano certo poco (una cinquantina di euro in media) e che il concerto è durato appena un’ora e mezza. E parliamo pur sempre dell’ultima data del tour. Altro aspetto che ha lasciato l’amaro in bocca: Tananai non ha praticamente parlato. Nessun filo conduttore, nessuna piccola storia, nessun discorso che creasse intimità col pubblico e nessun messaggio di sensibilizzazione. Ha ripetuto solo “Caserta” una ventina di volte, e poco più. Certo, ascoltare musica live è sempre bello: divertente, con brani come Baby Goddamn; emozionante, con pezzi come Tango. Tananai non è più un cantante di nicchia che si esibisce alle sagre di paese: ha dischi di platino, è salito nelle classifiche, ha conquistato un quinto posto a Sanremo e canta davanti a patrimoni Unesco. Non può inebriare con la voce come Giorgia, è un artista diverso, che gioca sul personaggio, sull’ironia e sui testi romantico-erotici. Speriamo che, andando avanti, oltre al fascino e all’energia, sappia regalarci anche spettacoli con un po’ più di magia.
