A pochi giorni dalla fine degli Europei di calcio, vinti dalla Spagna dei giovanissimi Lamine Yamal e Nico Williams, campioni che fossero cresciuti in Italia non avrebbero potuto indossare la maglia della nostra nazionale, comincia finalmente l’Olimpiade di Parigi. Ovviamente, viviamo pur sempre nel 2024, l’Olimpiade di Parigi è accompagnata da tutta una serie di polemiche, alcune specifiche, Guicciardini avrebbe detto particulari, altre generiche. Quelle particolari sono legate alla scelta di far svolgere le gare non in una apposita parte della capitale francese, che so?, intorno a un qualche villaggio olimpico magari costruito ad hoc, ma nei siti più importanti e iconici della metropoli, ivi compresa la Senna. Anzi, proprio sull’acqua si terrà l’inaugurazione, chi ha visto Under Paris, la cagata, è il caso di dirlo, visibile su Netflix, sa di cosa parlo. Con una spesa di oltre 1 miliardo e 600 milioni di bonifica, l’operazione Senna è stata forse la più discussa di tutto ciò che concerne le Olimpiadi, non fosse che nel mentre Macron si è dimesso, a causa della batosta presa alle elezioni europee, il 23 giugno ci sarebbe stato il più clamoroso flashmob della storia d’Oltralpe, per altro. Siccome l’ex premier in compagnia della sindaca, si può ancora dire, no?, di Parigi Hidalgo avevano difeso i risultati della costosissima bonifica, osteggiata da cittadini e ambientalisti, al punto da dichiarare che in quella data avrebbero fatto un bagno sulla Senna, un gruppo situazionista di manifestanti aveva organizzato la più grande cagata di gruppo della storia, la Senna come bagno naturale per quella cagata. E non solo la Senna nella parte che scorre dentro Parigi, ma la Senna tutta, almeno il tratto fino a Parigi. L’idea era quella di coordinare le cagate in modo che la mer*a arrivasse nel punto esatto dove Macron e la Hidalgo stavano facendo il bagno all’ora esatta. C’era tanto di app che ti mandava a casa il water da mettere sul greto del fiume, indicandoti l’ora esatta calcolando velocità di scorrimento delle acque. Flashmob poi sfumato causa elezioni iperveloci, vinte come si sa da Melenchon, seppur Macron resterà in carica per tutta la durata dei giochi olimpici. Questo a fianco alle tante proteste per i disagi di chi a Parigi vive, le strade chiuse, i cantieri infiniti, le deviazioni del traffico, i disagi, una città di dieci milioni di abitanti non esattamente semplice da gestire. E qui siamo nel particulare.
Se invece allarghiamo lo sguardo al generale, ecco che arrivano le classiche proteste di chi, spinto da amore di sport, non può fare a meno di sottolineare come lo sport sia sport, intendendo con questo che lo sport è tutto degno di essere apprezzato e praticato, e quindi dicendo, tra le righe, che l’amore spropositato per il calcio è sbagliato. Sì, a tutti è capitato e capiterà a breve di leggere post e articoli contro i calciatori strapagati, inspiegabilmente, a fronte di tanti sportivi che per vivere devono fare altro, da noi spesso essere arruolati in qualche arma, salvo poi non indossare la divisa se non per cerimonie comunque legate allo sport. Un vero stillicidio di proteste, abbasso il calcio dei campioni viziati, evviva il curling (che però credo sia sport invernale, io seguo appunto solo il calcio). Certo, non che dare dei viziati ai calciatori non abbia qualche fondamento, vederli lì con quelle pettinature improbabili, quei tatuaggi tutti uguali, una sfilza di wags a fare bella mostra di sé sugli spalti, non è che ci sia proprio un’epica dell’impresa sportivo-eroica, ma questa storiella della contrapposizione, poveri sparatori di piattelli che non fanno gli stessi guadagni dei giocatori di calcio, lascia quantomeno basiti, non fosse altro perché è chiaro che i calciatori sono strapagati perché portano spettatori e quindi sponsor, cosa che chi spara a un piattello, temo, non può fare. E proprio la vittoria della Spagna di Lamine Yamal e Nico Williams, due figli di migranti giovanissimi, cresciuti nelle periferie peggiori della Spagna e ora divenute vere e proprie celebrità mondiali, in qualche modo, ci dice che il calcio, a differenza di altri sport, è davvero democratico, almeno in partenza, in teoria, e anche chi palleggia con una palla di stracci potrebbe prima o poi diventare Maradona o Pelè (o Lamine Yamal, sempre per dire). Di fatto però stanno per partire le Olimpiadi di Parigi, e quindi il calcio sarà solo uno dei tanti, tantissimi sporto presenti, sport che veicoleranno storie affascinanti, fatte di sacrifici, di dedizione, di immolazione allo sforzo titanico col solo scopo di superare i propri limiti, volendo anche limiti non propri.
L’epica dello sport, appunto, quella che da domani sarà onnipresente negli editoriali di Gramellini e soci, mica per niente Gramellini ha provato a dirci che del calcio nessuno sapeva più niente, solo prendendo la gaffe delle interviste fatte davanti a scuole ormai chiuse. Nello sport i miracoli si avverano, questo il non detto o il detto sotto ampi strati di melassa. Miracoli che costano sacrifici, e che quindi in teoria miracoli non sono, i miracoli sono cara grazia, li riceviamo senza fare nulla, ma tant’è. Una lunga, lunghissima premessa per dire che a breve, a Parigi, proprio per l’inaugurazione delle Olimpiadi di Francia, ci sarà un miracolo vero e proprio. Un limite che viene superato, più del cielo e più dell’oltre indicato da Buzz Lightyera, tornerà a cantare dopo quattro anni niente meno che Celine Dion. La cantante canadese, una delle più amate al mondo, se io ora andassi a citare la colonna sonora del Titanic di James Cameron tradirei la verità, e cioè che musicalmente Celine Dion mi ha sempre fatto abbastanza orrore, verità, lo vedrete a breve, che si tinge anche di pietismo, il peggio del peggio, ma sì, la canzone del Titanic la conosciamo tutti, quella è Celine Dion. Cantante famosissima, oltre duecento milioni di copie vendute nel mondo, che però quattro anni fa ha smesso di cantare dal vivo, anzi, ha smesso proprio di cantare. E non per noia, o per stanchezza, men che meno per un vezzo, chi di voi avesse visto Io sono Celine Dion, titolo che in quanto a epica qualcosa ci dice, in effetti, chi di voi avesse visto Io sono Celine Dion ben lo sa, i motivi di questo ritiro, avvenuto decisamente troppo presto, anagrafe alla mano, è una malattia assolutamente invalidante, che le impedisce proprio di cantare. Sindrome della persona rigida, questo il nome della malattia, qualcosa di sconvolgente che ti impedisce non solo di camminare, ma anche di poter usare correttamente le corde vocali, di parlare normalmente, figuriamoci di cantare. Il miracolo di Parigi è che Celine Dion sarà parte della cerimonia di inaugurazione. E ne sarà parte, con lei altre star mondiali, come Lady Gaga, facendo quello per cui è una delle artiste più famose del mondo, cantando. Sotto la regia di Thomas Jolly, questo è trapelato, Celine Dion interpreterà L'Hymne à l'amour di Edith Piaf, seguita proprio da miss Germanotta che canterà, si dice, Le vie en rose, sempre della Piaf. Un ritorno che non mancherà di commuovere il mondo intero, specie chi l’ha vista sofferente nel documentario visibile su Prime Video e i milioni e milioni di suoi fan. Un ottimo volano per i tanti discorsi che si faranno su come volere è potere, su come il sacrificio forgi le anime migliori, su come lo sport sia la perfetta metafora della vita, perché chi si allena e si sacrifica può ottenere risultati insperati, miracolosi, appunto. Per parte mia, pur rallegrato dal saperla comunque ancora in grado di cantare, e augurandole di migliorare al più presto, non sarò tra quanti si commuoveranno davanti alla tv, è estate e della tv faccio volentieri a meno. Non sarò quindi neanche tra quanti si ecciteranno per un record battuto, fosse anche un record battuto dal mio concittadino Tamberi, campione del salto in alto. Fatico a rimanere affascinato da sport che non prevedano ventidue persone che corrono dietro un pallone in un campo di erbetta, tanto quanto fatico a apprezzare la voce di Celine Dion. Fortunatamente neanche il tempo di chiudere le elezioni, e salutare quindi Macron e i sogni di vittoria dei fasci francesi e non, e inizierà il campionato di calcio, quello dei viziatissimi calciatori strapagati. Mi fanno cagare parecchio anche loro, ultimamente, quasi quanto la bonifica della Senna avrebbe dovuto far cagare i flashmobbari francesi, ma se Dio ci avesse voluto a saltare in alto ci avrebbe dato un paio di molle in dotazione naturale, penso, come se avesse amato la voce di Celine Dion non avrebbe fatto colare a picco il Titanic.