Ve lo ricordate Tricarico? Il cantante che nel 2000 cantava “Putt*na la maestra”... noi non abbiamo mai capito quella canzone eppure ce la cantavamo di gusto. Quando si è intuito però che dietro quell’aspetto così distaccato, quasi comico nella sua estrema serietà, si nascondeva in realtà un poeta, allora il grande pubblico lo ha messo da parte. Diciamolo pure, la discografia italiana potrebbe non essere più un posto per cantautori veri (e sottovalutati) come lui, ma Francesco Maria che è passato sulla scena quasi come un alieno adesso torna con l’effetto di un tornado. “Mi state tutti immensamente e profondamente sul ca**o 1”. Eh…come dargli torto?
È questo il titolo del brano con cui è riapparso a marzo dopo due anni di silenzio musicale, e se la prende con Sanremo, con il politicamente corretto, con “chi usa i figli per fare soldi”, con le gare di canto e ballo, e un elenco infinito di altre cose, per cui serviva un sequel. Quindi un altro singolo (uscito qualche giorno fa) “Faccio di tutto”, presentato in un'intervista all'Adnkronos, in cui spara a zero; “dai ragazzi che hanno un rapporto coi social simile a quello che hanno i tossici con la droga...” al “Sanremo di Amadeus”, e “i ministri incompetenti e impreparati degli ultimi anni...”.
Del resto lui è un cantautore-pittore troppo avanti, che non sopporta l'omologazione regnante oggi e la trasformazione della musica in business. Uno che al Festival è andato tre volte (l'ultima nel 2011), sbotta dall'inizio: “Tanti cantanti arrivano dall'oggi al domani... una volta per andare a Sanremo dovevi aver già fatto una gavetta, pubblicato degli album. Io i primi quindici anni non andai perché bisognava avere una chiara e conclamata carriera, mi pare con tre album all'attivo. Oggi è diventato un format: vai direttamente a fare quella trasmissione e magari l'anno dopo sei ospite. È una roba che non ci si crede. Mancanza di competenza e di merito”. Sempre a proposito di Sanremo, ammette di aver ritentato: “Non mi hanno preso... e quest'anno non ci ho nemmeno provato. Ma trovo assurdo che una persona (Amadeus, ndr) abbia in mano il festival per 5 anni. In 5 anni, non dico che puoi cambiare il costume ma influenzare parecchio la scena e il gusto”.
Scettico persino sul successo di pubblico delle sue edizioni: “Io non credo a nulla, i numeri sono interpretabili. Con i numeri fanno quello che vogliono, lo abbiamo visto con la pandemia...” E ironizza sulla candidatura: “magari l'anno prossimo, sto lavorando a tante belle canzoni. Ma vedrete che ci sarà ancora Amadeus, mentre io alla direzione del festival vorrei un Francesco Mandelli, uno che osi e che non sclerotizzi le menti”. Necessità di cambiamento dunque, di un visionario un po' naif che abita un mondo a parte della canzone.