Il culo di Damiano (il fidanzato di Giorgia Soleri) non è solo forma ma sostanza. Lo sappiamo bene noi cresciuti con i giganti del glam rock, dalle raffinatezze di David Bowie alla narrazione di genere (horror e fantascienza) dei Kiss. Sulla sostanza della musica di Damiano, fidanzato di Giorgia Soleri, rimandiamo a un pezzo eccelso di “mastro” Bruno Giurato, che purtroppo non ricordo dove ho letto. Noi siamo qui per analizzare un culo. Il culo di Damiano di Soleri, mostrato durante gli MTV Video Music Awards, non è proprio un culo moscio, ma, datasi l’età del proprietario (fidanzato di Giorgia Soleri) e cantante di Victoria De Angelis, 23 anni, praticamente un bambino, esso già mostra cedimenti preoccupanti, fra una ventina di anni sarà – ove non si ricorresse presto ai ripari – ben simile al deretano del compianto ragionier Filini, che a quello di Bowie a 43 anni, o di un Mick Jagger.
Paragonate – ove voleste – la chiappa 23enne di Damiano, il cantante della bassista Victoria, a quella mia a 53 anni, durante un’abluzione naturista, sovrastata certo da un fisico appesantito dagli eccessi poco glam ma molto rock e assai punk. Constatatene la consistenza, la filigrana. Il culo di Damiano si presenta assai poroso, come fosse stato sottoposto a una depilazione di non eccelsa fattura o peggio come se fosse tormentata da punti neri schiacciati frettolosamente. La piega contro la coscia non si dovrebbe vedere, a 23 anni, neanche sculettando. L’occhio va piuttosto alle costole in bella vista, stile tossichetto magruccio da MTV anni ‘90, anni Trainspottanti, costole che suscitano le fantasie di donne e uomini le cui caratteristiche fisiche innominabili (non vogliamo fare certo body shaming) hanno negli anni accumulato una carica sessuale virante al sadismo: sono costole da scudisciate e punture di tacchi a spillo, a formare un immaginario reticolato astrattista, e l’accennata floscità del culo richiama piccoli tsunami da strap-on, o, nei casi più fantasiosi, l’impalamento del culo in esame sul poderoso basso di Victoria, il cui nastro isolante sui capezzoli vedemmo tanti anni orsono sulle tette di Nina Hagen.
C’è chi dice che la band di Victoria dei Måneskin abbia avuto culo, memore dell’originale al quale si rifà lo stile della band, ossia i Rage Against the Machine. A mio avviso hanno scarso culo ma sublimi tettine: perfette come le minnuzze di Sant’Agata, prelibato dolce del catanese; una piccola coppa di glassa e ricotta sormontato da una ciliegia a mo’ di capezzolo. Damiano, sposta il culo che vogliamo vedere le tettine.