Oggi abbiamo visto l'ipocrisia di X Factor, dove è possibile come nel caso di Achille Lauro, non avere neppure una donna in squadra (caso non isolato in questo programma, ma anzi ben reiterato) e poi iniziare il programma sensibilizzando sul tumore al seno. Questo è il classico pinkwashing di cui programmi come questi si fanno paladini, veramente di cattivo gusto a mio avviso, ma sarò troppo polemica e sensibile io sul tema, quindi cambierò discorso, perché c'è davvero tanto da dire e non voglio perdere tempo a parlare di questo. Tanto la situazione non cambierà, né oggi, né domani mattina e questo è il vero peccato. Tara apre le porte ai Bootcamp presentandosi sul palco con una fascia al braccio, con scritto “Palestina” in arabo, gesto che dimostra una forza che gli artisti dovrebbero avere, perché l'arte deve smuovere le masse e i pensieri, e solo per questo io l'apprezzo. Musicalmente a me piace, le tonalità sono originali, nuove e piene di personalità e questo serve nel panorama musicale di oggi, che è tutto uguale e monotematico. Ma forse è proprio per questo che è stata tagliata fuori? Forse il mondo vuole quelle due o tre note, con quei due o tre accordi e quei due o tre temi, forse non siamo pronti a accogliere qualcosa di nuovo e di forte. Io continuerò a ascoltarla, spero che lo facciate anche voi. Ho apprezzato che Paola Iezzi gli abbia chiesto cosa ci fosse scritto sulla fascia e che lei lo abbia potuto dire, senza censura, spero però sia stata una domanda fatta spontaneamente dal cuore di Paola e non programmata dagli autori di X Factor, che trovano la preda sacrificale, con il tema in voga al momento e che lo possano sfruttare, senza pudore. Forse mandare a casa Tara è stato anche una tutela dall’evitare di trattare certi temi? Perché alla fine è troppo comodo farla parlare quando gli spettatori sono meno e non siamo in diretta, averla nel programma per loro sarebbe stato troppo rischioso, e loro lo sanno. Potevamo portare la Palestina, ma la Palestina spaventa i grandi schermi, ma Tara tu parla più forte, la gente deve sentire, anche quando non vuole. Si presenta poi sul palco Antonio che porta “Sad!” di XXXTentacion, parlando di hit, dimostrando a quanto la musica da molti sia mera visibilità, solo numeri, e niente più arte e niente più amore. È andato a casa, ma giustamente aggiungerei. Oggi X Factor decide di regalarci lezioni di vita, mi sa che ha confuso il target, e inizia Manuel Agnelli, dicendo che noi giovani non possiamo portare certi brani e cantarli perché non li capiamo, perché non abbiamo vissuto certe cose. Dando per assodato che tutti siano uguali, con gli stessi trascorsi, gli stessi vissuti, e lo stesso grado di mentalità e sensibilità umana e artistica. Tagliando tra l'altro la possibilità di essere interpreti e attori, che riescono a mostrare un tipo di emozione pur non avendola provata sulla propria pelle, un po’ discriminante, ma alla fine criticare i giovani va di moda e consenso lo si trova sempre.
Frammenti portano “Song 2”, mostrandoci cos'è l'estro e l'ingegno, e posso dire che io un po’ li aspettavo, aspettavo qualcuno come loro, ma so anche che loro in un programma come questo non ci azzeccano nulla e che probabilmente farà più male che bene, ma noi ci vogliamo male, quindi va bene così. Se non fosse che prenderli in gara ha fatto sì che si squalificasse Tara, ed è lì che mi rendo conto che questo programma fa solo vittime, ferisce chiunque in ogni caso. E poi arriva il momento clou, il momento dissing, il momento drama che X Factor non si può risparmiare, neppure quest'anno. Marina vs Laura Fetahu. O Marina vs i giudici, dipende dai punti di vista. Marina ha una bella voce, ha sicuramente buona tecnica, ha studiato al Conservatorio e si vede, ma dimostra tutta la sua insicurezza con estrema arroganza, l'arroganza spropositata e del tutto fuori luogo. Gridando addosso a Laura che quella che fa non è musica vera, dicendo tra l'altro a Paola Iezzi, il suo ipotetico giudice , nonché una delle regine del pop italiano, che il pop non è musica di qualità, non è musica vera, un suicidio. Laura dimostra estrema grazia e superiorità, rimanendo in silenzio, lasciando parlare la sua musica. Paola si comporta da vero esempio, non urlandole addosso, non reagendo male, ma spiegandole che questa reazione non è la cosa corretta da fare, una signora. Marina è l'esempio di chi vuole tutto e per averlo è disposta a sprofondare nelle sabbie mobili, ma purtroppo a volte l'arte ti riduce così, senza che tu possa vederti da fuori e renderti conto che stai pisciando fuori dal vaso. Dopo un fantastico dissing salgono sul palco i Dimensione Brama che cantano i CCCP, tutto così caotico ma perfetto allo stesso tempo, l'esempio di quando il tempismo decide di fare regali televisivi. La squadra di Paola a questo punto è completa e perfetta, prendendo personalità totalmente distinte e di vari generi. Se non fosse che al posto di eliminare Tara avrei mandato a casa Pablo, anche perché anche in questa squadra la maggior parte sono uomini. Vorrei dire che è una casualità, ma noi donne siamo stufe, e almeno tu Paola, potevi pensarci, potevi notarlo, potevi tenerti un gioiello come Tara e mandare a casa Pablo, che di speciale non ha nulla, se non una fisicità che sembra uscita da Tumblr 2016, e lo dico perché nel 2016 #ioc’ero e avevo Tumblr.
Passiamo alla squadra di Manuel Agnelli. Inutile dire che Mimì ha dimostrato la sua mostruosa bravura anche questo giro, lasciandomi ancora una volta incredula sul suo talento, sulla sua età e su quello che una voce può trasmettere. Anche se la mia vera sorpresa rimane la scelta di Manuel, che non vedevo in linea con Mimi, ma a quanto pare si capiscono e si piacciono anche molto, ma sì sa, Manuel in questo programma ci ha sempre visto lungo. A Flower Tide si presentano con un pezzo che loro rinterpretano sulla situazione attuale in Palestina, e rispetto a Fiat 131, li ho trovati molti più a fuoco, ma oggi proprio ci devono dimostrare che saranno coincidenze, ma a loro se si cita la Palestina, si viene eliminati, che caso strano! La squadra di Manuel è probabilmente la più interessante, insieme a quella di Paola, ma vorrei tralasciare questo per porvi di fronte a una riflessione: le donne totali in gara sono un quarto, tirato. Un quarto tirato, e penso che questo la dica lunga sul problema che c'è in Italia con le donne, nella musica, nell'arte, nel lavoro, nella vita. X Factor non farà la differenza, ma è pur sempre lo specchio di un problema che questa società ha con le donne e oggi è stata l'ennesima prova. Soprattutto quando c'è come giudice Achille Lauro che per riferirsi a una concorrente donna usa l'aggettivo “la biondina”, aggettivo che non avrebbe mai usato al maschile, non prendiamoci in giro. Io vorrei lasciarmi scivolare addosso ma come è possibile che siano sempre le donne quelle che vengono lasciate a casa e trattate come fossero un soprammobile ingombrante che dà solo fastidio? Quest’anno abbiamo iniziato a raccontare X Factor sin dalle audition. Non lo abbiamo mai fatto nei dieci anni precedenti, da che scriviamo a quattro mani le ormai “famose” pagelle del programma, le prime uscite, le più copiate, le originali. Non lo abbiamo mai fatto e inizialmente ci siamo anche chiesti perché. Ora lo sappiamo, perché raccontare audition, tre puntate, e bootcamp, due puntate, è l’equivalente di raccontare un fermo immagine o un canale morto. Ci spieghiamo. X Factor è un programma tv che si poggia tutto intorno a un semplice concetto, ci sono quattro giudici, più o meno azzeccati, quest’anno particolarmente azzeccati, che giudicano dei ragazzi tirati in mezzo loro malgrado, mai realmente giudicati per un loro ipotetico talento, quanto piuttosto per fare tv. Fin qui, per dirla con Matthieu Kassovitz, tutto bene. O meglio, tutto male, ma tant’è. Quindi le audition, da sempre, sono costruite per far capire chi sono esattamente i giudici, lasciando intravedere qualche raro sprazzo di talento dei concorrenti, prendendone alcuni per il culo, giocando con altri. Niente di più. Idem per i bootcamp, dove i giochi cominciano a farsi un po’ più seri. Li vedi, quei ragazzi, e pensi “questo è bravo”, questo è “arrogante”, “questo dovrebbe fare altro”, e via così. Solo che è televisione, per cui quello che vediamo è finzione. Finzione vera, anche se detta così sembra un controsenso. Esempio. Abbiamo visto, settimana scorsa, come è stata eliminata Giulia Mei, sì, siamo ossessionati, è vero. Ecco. L’abbiamo vista eseguire una versione tutta sua di Hey You, e abbiamo visto che Paola Iezzi si è risentita per quella esibizione. In maniera anche piuttosto evidente. L’attenzione di noi spettatori si è spostata su di lei, su Paola, più che su Giulia, e quindi sulla sua eliminazione, quasi giustificata da quel che Paola ha detto riguardo l’assenza di disperazione. Del resto una delle sorprese, per chi non la conosce, di questo X Factor è che Paola Iezzi abbia una grande cultura musicale, quindi sentirla parlare dei Pink Floyd è coerente con lo storytelling pensato e scritto, e questo è passato. Io, Michele, ne ho anche scritto a mia volta contrariato, nonostante Paola sia mia carissima amica, proprio perché conosco la macchina televisiva, ma Giulia è brava e la conosco da anni, ben lo so e ormai ben lo sanno molti, visto il successo di Bandiera. Ecco, quella è finzione. Siccome Giulia è stata eliminata da Achille Lauro e nel mentre ha fatto il botto, la produzione ha deciso di sacrificare Paola, in questo frangente, facendo passare lei per il carnefice, quando a eliminarla è stato lui. Storytelling.
Andiamo oltre, sempre parlando di nostre ossessioni, Jungle Julia. Qui forse la carne al fuoco è anche di più. Abbiamo già detto di come alle Audition l’avessero tagliata. Bene, ai Bootcamp abbiamo sentito la sua versione di Rid of me di PJ Harvey, e poi l’abbiamo vista bisbigliare mentre cantavano gli altri, aspetto molto sottolineato, e l’abbiamo sentita dire un “sei sicuro” arrogante quando Achille Lauro l’ha eliminata per far entrare i Patagarri, decisamente fuoriluogo a XF. Ecco, chi era presente, fatevi un giro sui social per vedere, sa bene che le cose sono andate diversamente. Jungle Julia non ha detto “sei sicuro”, facendo la faccetta piccata, ha fatto seguire quel “sei sicuro”, arrivato dopo che lui aveva detto che non aveva capito bene chi lei fosse, da qualcosa come “io sono una cantautrice, se vuoi ti faccio sentire anche io un’altra canzone, qualcosa di mio”, frase casualmente saltata in montaggio. Lei doveva passare da stronza, e da stronza è passata. Quel “anche io” ha però un senso. Perché avrete visto tutti Achille Lauro dire ai Patagarri che avrebbe voluto sentirli cantare un lento, quindi qualcosa fuori dalla loro comfort zone, pur avendo loro fatto appunto un lento, questo si è visto in puntata, Senza fine di Gino Paoli. Bene, in realtà le cose sono andate così, i Patagarri hanno fatto una canzone di merda, andando fuori tempo. Achille Lauro aveva però deciso di farli passare a prescindere, quindi ha chiesto loro di fare altro, e loro hanno fatto Senza Fine, appena appena meglio. In montaggio hanno però fatto vedere solo la seconda canzone, ponendo i dubbi di Achille Lauro in coda, come se fosse quella la canzone che non lo aveva convinto, e non quella fatta di merda e mai vista in tv. Quindi Jungle Giulia stava semplicemente chiedendo di avere la stessa chance, altro che stronza o invidiosa. E sempre per dirla tutta, a X Factor non è chi partecipa che decide che canzone fare, ma la produzione, che sceglie e ha l’ultima parola, credo anche sulla scelta finale dei concorrenti. Quindi dire a una cantautrice cui è stato chiesto di fare solo cover, entrambe fatte assai bene, che non è chiaro chi sia e cosa faccia è segno solo di malafede, oltre di incompetenza. Non puoi chiedere a qualcuno di parlarti in inglese e poi lamentarti perché non sai se sa parlare anche italiano. A chiusura del tutto va anche detto che il fatto che le stiano piovendo addosso migliaia di insulti, minacce di morte e affini, anche sui i social di Sky, Now e X Factor, insulti e minacce che nessuno cancella, beh, è parte del “gioco”, direbbe cinicamente chi dentro la televisione lavora, perché quello che senza un briciolo di cultura Lauro chiama Senato è quasi sempre il popolo che dagli spalti del Colosseo chiedeva il sangue dei gladiatori, forti dell’essere massa, seppur troppo spesso popolo bue, ma nei fatti è appunto cinico gioco sulla pelle di ragazze e ragazzi che in fondo provano solo a inseguire il proprio sogno, andando nel posto sbagliato. Su tutto, ma direi che ce n’è già a sufficienza per essere indignati, X Factor da anni ci sfrangia le palle con la faccenda del Girl Power, poi sono sempre le donne a essere trattate a pesci in faccia, o a essere usati come casi umani. Dopo Papiro che ci ha raccontato come con quattro sì non la abbiano neanche chiamata per dirla che non l’avrebbero presa ai Bootcamp, sorte toccata anche a Jade, ecco due talenti maltrattati a beneficio di camera. Daje tutta, X Factor, aspettiamo la puntata contro la violenza contro le donne tutti un fremito, e daje Achille Lauro, hai cantato Gli uomini non cambiano sul palco di Sanremo con Annalisa nei panni dell’uomo e tu in quelli della donna, tu sì che sei figo.
Insomma, la televisione è televisione e a crederci si finisce per prendere abbagli. Quindi star qui a raccontare i bootcamp, dopo le audition, risulta in realtà avvilente, perché è come stare a guardare un porno pensando che sia tutto vero, e nel porno visto fin qui si capisce che tra i quattro giudici c’è intesa, che sono tutti rilassati, i quattro ruoli dei quattro giudici e via discorrendo, come già detto nel nostro primo articolo. La puntata di oggi, secondo Bootcamp, presenta come giudici selezionatori Manuel Agnelli e Paola Iezzi. Chiariamo un fatto, da quel che si è visto fin qui a giocarsela per la vittoria finale è Mimì, nel team di Manuel, Elmira Marinova nel squadra di Jake, Lorenzo Salvetti e Les Votives, band che si è auto definita chic rock, Dio mio, in quella di Lauro, e Laura Fetahu, perché altrimenti stiamo qui davvero a prendere sul serio musicalmente qualcosa che di musical ha davvero poco. Qui non si parla di qualità, come nella vita i migliori sono sempre quelli che se ne vanno per primi, spesso neanche ci entrano, ha ben detto Jake la Furia eliminando Ozymandias, chi è dentro poi verrebbe preso per il culo nel mondo reale. E se lo dice uno di quelli che lì ci sta con il ruolo di giudice… Bene, questo è stato il Bootcamp nella seconda puntata, io intanto sono a Cosenza per Musica Contro le Mafie/Music For Change, di cui MOW è media partner, nel weekend vi racconto come è andata.