Finalmente, dopo più di quindici anni di strangolamento, esercitato sulla mia figura per provocare il mio contenimento (attraverso demansionamenti, cacciate, emarginazione, discredito…), nonostante gli asfissianti e violenti continui blocchi, per comprimere la mia libertà di pensiero, il mio spirito artistico, ero riuscito a far pubblicare un singolo che stava per diventare quasi un manifesto libertario (la canzone Rutti, ndr) che metteva d’accordo sinistra e destra, che stava esplodendo nelle radio e tra la gente. Una canzone scritta a 52 anni, non una di quelle scritte a vent’anni e mai pubblicate, ma una cosa concepita ora, inviata tramite Whatsapp ad amici, musicisti, discografici, addetti ai lavori e intellettuali che mi avevano mandato reazioni di entusiasmo ed elogio mai precedentemente ricevute. Grazie a quel provino, della durata di poco più di un minuto, una strofa praticamente, il capo della casa discografica Warner (Pico Cibelli, ndr), ha esclamato “è una hit “ e mi ha proposto un contratto per iniziare un percorso di “ricollocazione discografica” di Morgan, il cantante, l’autore, l’istrione pop, il performer, il musicista Morgan. Mi ha introdotto a tutti i dipendenti dell’azienda, squadre di lavoro che come una macchina da guerra si sono dedicate a quell’obiettivo, buttandosi a capofitto in una attività intensiva e specialistica programmatica con il mio totale coinvolgimento anche a livello decisionale, sotto la direzione del presidente dell’azienda.
Mi hanno messo a disposizione i professionisti di massimo livello internazionale per produrre il primo singolo, nell’entusiasmo e la soddisfazione sia mia che di tutta l’azienda. Il reparto addetto alla promozione, il marketing, l’ufficio stampa, in collaborazione tra loro mi hanno hanno proposto di costruire un evento mediatico per comunicare questo ritorno nella musica di Morgan, l’inizio della collaborazione con Warner e la presentazione del progetto annunciando il primo obiettivo, ossia il Festival di Sanremo, e le tappe intermedie cioè le varie operazioni commerciali previste da lì lungo i due anni a venire, che consistevano in una serie di pubblicazioni di canzoni di Morgan come singoli, poi l’uscita dell’album, e nel frattempo dei featuring con altri artisti, il primo dei quali già anche realizzato e di imminente pubblicazione (con Ghali e Tony Boy), il secondo approvato e progettato, non ancora realizzato (con Achille Lauro e Chiello). La conferenza stampa è stata fatta, la reazione del mondo dei media è stata entusiastica confermando l’entusiasmo intorno a me e la potenzialità del progetto. Il singolo è uscito nel clamore delle radio e del pubblico sia quello mainstream che quello più alternativo, basta dire che il cantautore Ernesto Bassignano (mostro sacro della canzone d’autore) ha dichiarato che la canzone di Morgan era il primo pezzo di protesta dopo che da cinquant’anni non se ne scrivevano. Daniele Silvestri, Cesare Cremonini, Achille Lauro, cantautori tra i più importanti hanno applaudito la canzone con cui ero ricomparso sulla scena musicale dopo una esclusione durata quindici anni, in cui sono stato sfruttato volgarmente dalla televisione, denigrato e offeso dalla stampa, sputtanato, aggredito violentemente nel fisico, sbranato e prosciugato dalle ex compagne, escluso dal mondo dello spettacolo, trascinato in tribunale continuamente (19 processi tutti vinti perché pretestuosi e infondati), privato di casa, studio, strumenti di lavoro, patente, passaporto, conti correnti, diritti d’autore, patria potestà, dignità e gioia di vivere.
Dopo quindici anni di questa tortura, che ho affrontato a testa bassa, e superato soltanto grazie alla mia forza musicale, ponendo la fiducia e il senso del valore più alto nella musica, finalmente a maggio sembrava stesse per arrivare un po’ di serenità per me e per la mia famiglia e che anche io potessi, seppur segnato nello spirito dalle profonde ferite ormai cicatrizzate, sorridere e godere del mio lavoro e poter avere la ricompensa per il lavoro prestato al pubblico con passione e incessante impegno, compenso sempre sottratto o mai arrivato. Sembrava, ma è stata una breve illusione, quasi una allucinazione perché dopo solo due mesi mi sono svegliato un mattino e sono stato assalito da una furia mediatica devastante, e tra le molte azioni violente una, la più cattiva, era la notizia che apprendevo dai giornali e non attraverso una comunicazione ufficiale o personale, che la Warner mi aveva chiuso la porta e considerava non più valido il contratto e che non intendeva più pubblicare nulla di Morgan, cosa che solo qualche giorno prima, invece, aveva pubblicamente dichiarato in modo molto deciso. Il motivo? Era stata ricattata da un cantante che, per via di un personale odio nei miei confronti, ha posto l’aut aut alla casa discografica: o pubblicate me o pubblicate Morgan, se pubblicate lui io me ne vado. E siccome al momento, per ovvie ragioni legate a quel che vi ho raccontato, lui fa più fatturato rispetto a me che sono malridotto, ha scelto di lasciare a casa me, nonostante quell’artista che non nomino, comportandosi in questo modo ha dimostrato di non essere un vero artista, perché una cosa è certa: un vero artista, un poeta, un grande, non è perfido, non può esserlo. Non esiste nella storia e non esisterà mai un musicista cattivo e spietato, né un poeta che odi un essere umano e gli faccia del male.