XFactor riparte da un flop auditel impietoso. Ascolti (all'esordio) più bassi degli ultimi dieci anni, malgrado il ritorno del figliol prodigo, che con sapiente montaggio (della regia) appare ora in versione santo padre. Moscio. Così nel secondo round delle auditions, svanito l'effetto novità, niente entusiasma, e i giudici, forse mezzi addormentati dopo una doppia dose di sonnifero, fanno passare anche i cantanti fiacchi. Da una puntata come questa (non esaltante dal punto di vista dei talenti) si intuiscono i problemi del tavolo, e non sono pochi. Fedez che nella prima colorava, ora parlotta annoiato con la compagna di banco, e poi promette: “Scolpite queste parole nella pietra, io e Morgan non abbiamo ancora litigato e non litigheremo mai”. A un passo dal farci cambiare canale. Salvo risvegliarsi un attimo su un partecipante per motivare il no: “Non posso fare a meno di pensare che questo inedito sia uguale a un pezzo di Rosa Chemical”. Si sa, al cuor non si comanda. Quando ritroverà un po' di gioia di vivere (o meglio ancora cazzimma) il signor Ferragni?
Che dire di Dargen, il cui contributo massimo è scoprire se il suo cu*o fa Didò. Certo, continua a essere divertente, ma senza mordere. Tant'è che le prende anche da Ambra, sempre più nel personaggio della femme fatale in analisi (o forse ha “le sue cose”?). Non a caso quando il primo dà il sì alla poco intonata Vittoria Spina e lei gli chiede il motivo, lui risponde: “È la quota spettacolo, tu dovresti saperlo meglio di me…”. In riferimento al suo passato da lolita di Non è la Rai, e lei risentita, sbotta: “Perché dovrei saperlo io che ho vinto più dischi d’oro di te?”. Simpatica. Ma è con l'ex Bluvertigo che si raggiunge l'apice, dopo la performance dei Fifth Town.
Studenti di alternative rock che si esibiscono con una cover di Dieci ragazze di Lucio Battisti. Morgan, sentendosi autorevole in campo musicale, e essendo i ragazzi studiosi, decide di premiarli anche se non lo meritavano. “Quello che posso dire io può ferire di più di quello che puoi dire tu”, lasciando intendere che il parere della collega non sia paragonabile al suo, non essendo esperta di musica. Non lo avesse mai detto. “Non ho parole. Io non direi di no a nessuno, se seguissimo il criterio dell'empatia. Sono schiaffoni in faccia per tutti: tu non li hai avuti? Mi dispiace, ma non sei onesto con me intellettualmente”. Insomma, cova del fuoco sotto la cenere (e si sapeva), e facciamolo vedere, piuttosto del detto non detto e delle finte carrambate (ridicole). Visto che il pubblico si è disaffezionato allo show e l’unico modo per tenerlo in vita sono i toni urlati da tele-rissa.