Il mondo dell’abbigliamento tecnico destinato ai motociclisti sta vivendo una fase di profonda trasformazione. Dopo un lungo periodo di affinamento di prodotti che, nella sostanza, non subivano particolari evoluzioni da circa due decenni, qualcosa di grosso ha iniziato a muoversi. Merito dell’arrivo dell’ultima generazione di airbag. Sempre più leggeri, versatili ed economici, questi sistemi di protezione hanno smesso di essere oggetti destinati ai soli early adopters, per diventare finalmente the next big thing.
Difficile, infatti, parlare semplicemente di alternativa, rispetto ai tradizionali paraschiena. Esiste, a questo proposito, una tale differenza, in termini di protettività, tra le due tipologie di prodotti, da rendere impraticabile una vera e propria comparazione tra i due. Come dire: il paraschiena sta all’airbag, come una bicicletta sta a una macchina. Entrambe servono per spostarsi ma il salto tra l’una e l’altra tecnologia è di tipo quantico.
Tra i costruttori nettamente più avanti, in questo processo di innovazione, ci sono Dainese, Alpinestars e la francese In&motion. Ed è proprio in occasione del lancio della nuova campagna Urban, che abbiamo fatto un salto a Parigi per toccare con mano quale tipo di tecnologia sia messa a disposizione degli utenti da parte di quest’ultima.
Al livello dei big, in soli otto anni
Nata soltanto nel 2014, ad Annecy, per mano di tre appassionati ingegneri (Valentin Honoré, Rémi Thomas e Pierre-François Tissot), In&motion è riuscita nel giro di pochi anni a rendersi un interlocutore autorevole al pari dei più blasonati marchi di abbigliamento tecnico, per un ente come Dorna e per la Federazione Internazionale di Motociclismo. È, infatti, proprio In&motion, l’unico altro costruttore attualmente autorizzato alla produzione di airbag destinati ai piloti di MotoGP, oltre ai già citati Dainese e Alpinestars.
Un percorso partito con l’omologazione, nel primo anno di esistenza dell’azienda, di un sistema airbag specificamente destinato allo Skicross. Un battesimo del fuoco, se pensiamo a quante e quali sollecitazioni sono abituati a sopportare gli atleti che lo praticano, tra salti, vibrazioni e collisioni.
Lo sviluppo di un sistema airbag per motociclisti è passato poi, nel 2017, attraverso il progetto AirbagRevolution: 500 utenti selezionati, equipaggiati gratuitamente con una prima versione “wireless” di questo prodotto e con un anno a disposizione per poterlo utilizzare e inviare i propri feedback. Grazie a questo sistema, In&motion ha raccolto dati per un ammontare di oltre 2.000.000 di km, perfezionando in maniera sempre più accurata l’algoritmo su cui si basa il sistema di attivazione e riuscendo a mettere a punto un prodotto che è utilizzato, oggi, da una moltitudine di aziende produttrici di abbigliamento tecnico.
Come funziona l’airbag In&motion
Il sistema messo a punto da In&motion è, infatti, utilizzato attualmente da Ixon, Tucano Urbano, RST, Furygan ed Held, con una serie di piccole customizzazioni, che mai vanno, tuttavia, a modificare quello che è il cuore del sistema: la cosiddetta In&box. Posizionata nella parte posteriore del sistema airbag, contiene i sensori (piattaforma inerziale/giroscopi, GPS) e la centralina elettronica che, attraverso il “famoso” algoritmo, sono in grado di rilevare eventuali alterazioni dell’andamento che il sistema considera “ordinario”, per procedere al gonfiaggio della sacca airbag (che avviene in meno di 60 millisecondi). Ma non è tutto. La lezione imparata con il progetto AirbagRevolution è servita a progettare un sistema in grado, tramite un’app proprietaria, di dialogare con In&motion, consentendo una raccolta dati costante nel tempo. “Quando il nostro ultimo prodotto è stato immesso in commercio, la nostra capacità previsionale era di circa il 95,3% di casi. Questo significava che nel 95,3% dei possibili tipi di incidente, il nostro airbag funzionava ed era in grado di proteggere chi lo indossava. Ad oggi, grazie al sistema di raccolta dati, siamo ad oltre il 99% di casistiche”, ci ha detto, in proposito, Pierre-François Tissot, responsabile dello sviluppo del sistema airbag e “frontman” di In&motion nei rapporti con Dorna e la stampa. “È per questo che è così difficile stabilire degli standard, anche a livello normativo. Noi rilasciamo aggiornamenti, mediamente, ogni tre mesi. Nessun legislatore e nessun agreement tra costruttori è in grado di tenere un passo tanto veloce”.
Ed è sempre nell’ottica di fornire agli utenti un vero e proprio dispositivo di protezione, più che un semplice indumento, che va inquadrata la soluzione Revolution, che permette di noleggiare l’In&box, a fronte del pagamento di una fee, annuale o mensile. In buona sostanza, una volta comprato l’airbag (che già comprende materialmente l’In&box), sarà necessario attivarlo, scegliendo tra due opzioni. Con la modalità Classic, l’utente può decidere di acquistare l’attivazione, attraverso il pagamento di un’unica somma pari a 399 euro. Questa soluzione comprende una garanzia di 2 anni, aggiornamenti costanti e l’utilizzo dell’app My In&box. In alternativa è possibile, appunto, optare per la modalità Revolution, che prevede o il pagamento di una somma di 120 euro all’anno o di un canone mensile di utilizzo pari a 12 euro al mese, con possibilità di sospensione nei mesi di inutilizzo (ad esempio nel periodo invernale) e di riscatto a 99 euro dopo il terzo anno di pagamento del canone. La modalità Revolution aggiunge, a quanto previsto dalla formula Classic, un programma di assistenza che assicura la sostituzione, in qualsiasi momento ed entro 72 ore, della In&box eventualmente malfunzionante, e l’aggiornamento dell’hardware, dopo tre anni consecutivi di noleggio.
Una formula solo apparentemente complicata che permette, in realtà, a una platea decisamente più ampia di potenziali utilizzatori, di accedere alla tecnologia airbag. È chiaro, infatti, che un conto è spendere soltanto 399 euro (come nel caso di Airscud di Tucano), per poi pagare 12 euro al mese, nei soli mesi di effettivo utilizzo, un altro è spenderne non meno di 500, per il più economico dei suoi principali competitor.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che l’airbag In&motion (al pari dell’Alpinestars Tech Air 5) può essere impiegato sia in pista, che su strada, che in fuoristrada leggero (per le ultime due opzioni è necessario sottoscrivere un'abbonamento aggiuntivo di 25 euro/anno o di 8 euro/mese). Attraverso l’app dedicata è, infatti, sufficiente comunicare alla In&box la diversa destinazione d’uso perché l’airbag lavori correttamente anche in questo contesto. Inoltre, nel caso in cui l’airbag abbia subito un’attivazione, è possibile procedere alla sostituzione della bombola di aria compressa, e quindi al riutilizzo dell’airbag stesso, in completa autonomia e con costi decisamente più contenuti rispetto a quanto richiesto al momento dagli altri costruttori.
L’airbag più leggero
La campagna pubblicitaria Urban, promossa da In&motion nel centro di Parigi, si pone l’obiettivo di sensibilizzare all’utilizzo dell’airbag un tipo di utenza enormemente esposta al rischio di incidenti, come chi utilizza un mezzo a due ruote nel tragitto casa-lavoro.
Affinché questo tipo di utilizzatori sia convinto dell’opportunità di proteggersi è, tuttavia, necessario che ogni dispositivo di sicurezza assicuri le migliori performance sul piano della vestibilità e della portabilità. Inutile, in altre parole, pretendere che la gente guidi uno scooter indossando un’armatura, perché, semplicemente, non lo farà. I dispositivi di sicurezza vengono indossati spontaneamente solo se sono leggeri, traspiranti, facilmente indossabili. Un tema, quello della vestibilità, sul quale, di certo, si sta concentrando la maggior parte dello sforzo delle aziende e che ha a che fare anche con una serie di scelte filosofiche. Ad esempio: paraschiena sì, o paraschiena no? L’airbag può essere adoperato da solo o serve comunque indossare un protettore di tipo rigido? Al momento, i costruttori sembrano orientati per la maggior parte verso la seconda soluzione. La presenza di un paraschiena assicura, infatti, una protezione anche nel caso di non funzionamento dell’airbag, senza contare che alcuni prodotti non funzionano affatto sotto una certa velocità o in assenza di vibrazioni. Anche In&motion ha optato per questa strada, riuscendo, però, a realizzare il prodotto probabilmente più leggero, attualmente esistente sul mercato. Il peso stimato in taglia M, per la variante messa in commercio da Ixon è, infatti, di soli 1,3 Kg.
Un’altra questione riguarda la possibilità di indossare l’airbag al di sotto di giacche e tute non necessariamente ideate in maniera specifica per ospitare questo tipo di prodotto. A questo proposito, la possibilità di parlare direttamente con chi questi prodotti li realizza e ha seguito in prima persona i test sul loro sviluppo, è stata molto rassicurante. Se le istruzioni della maggior parte degli airbag riportano, infatti, tutta una serie di tecniche necessarie per verificare la capacità di un capo di ospitare un airbag gonfio, off the records ci è stato fatto capire che la stragrande maggioranza delle giacche sono in grado di farlo, senza che ciò comporti danni per l’utilizzatore. In buona sostanza, a meno che non indossiate una giacca fatta su misura, aderentissima e priva di qualsivoglia respiro, è molto probabile che un airbag, al di sotto, potrete utilizzarlo senza alcun problema.
A riprova di ciò, i “sadici” tecnici In&motion, hanno deciso di farmi provare, in prima persona, cosa voglia dire “subire” un gonfiaggio, sotto a una giacca Tucano Urbano (in tessuto e pelle) non specificamente predisposta per un airbag e dal fitting assolutamente ordinario. Il risultato lo potete vedere qui sotto:
Protettività
Last but not least, il capitolo protettività. Anche a questo proposito, i principali costruttori di airbag hanno fatto delle scelte differenti. A rilevare sono fondamentalmente due aspetti: il tempo di gonfiaggio e le aree protette. Quanto al primo, come accennato, l’airbag In&motion è in grado di gonfiarsi completamente in 60 millesimi di secondo. Si tratta del dato più basso, tra i prodotti in vendita, in linea con la migliore concorrenza. Circa la superficie oggetto di protezione, In&motion ha deciso di concentrare la propria attenzione su schiena, clavicole e busto. In particolare, come potete osservare nell’immagine che segue, il gonfiaggio dell’airbag ai lati del collo permette di immobilizzare la testa (o comunque di limitare fortemente il suo spostamento laterale), oltre a fornire una notevole capacità di assorbimento degli impatti, anche in questa zona del corpo. Altri costruttori hanno scelto di limitare la superficie assorbente in questo particolare punto, altri ancora - a differenza di In&motion - l’hanno estesa anche su spalle e costole. Quello che possiamo dire è che, dopo aver provato il prodotto nella versione marchiata Ixon, quello di In&motion è probabilmente il miglior compromesso tra protettitvità e portabilità, che ad oggi ci sia capitato di indossare.
È quindi arrivato il momento di passare all’airbag? Di certo, quello a cui stiamo assistendo, è un processo di frenetico miglioramento che non ha ancora consegnato agli utenti una tecnologia definitiva e con dei veri e propri standard di costruzione e vestibilità. È altrettanto vero, tuttavia, che gli ultimi prodotti - e gli airbag In&motion ne sono la perfetta dimostrazione - hanno reso definitivamente accessibile una tecnologia così incredibilmente migliore, in termini di protettività, rispetto ai tradizionali paraschiena, da far sembrare improvvisamente questi ultimi dei reperti di un’altra era geologica. Insomma, cominciate ad usare un airbag e quando ne farete a meno vi sentirete improvvisamente nudi. Quale scegliere, nello specifico, è una questione molto complessa e che ha a che fare con un numero molto alto di variabili. Di sicuro l’offerta In&motion rappresenta una delle migliori soluzioni, in termini di accessibilità e versatilità di impiego, che siano attualmente disponibili sul mercato.
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Per la realizzazione di questo servizio sono stati utilizzati:
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