C’è chi lavora ad una moto per tutti e chi, come Ducati, cuce la moto addosso ad ognuno dei suoi piloti. E’ l’estrema sintesi della dichiarazioni rilasciate da Luca Marini a Speedweek, con il pilota di Tavullia che, anche non volendo, ha tirato una bordata a Honda e Yamaha. Per il fratello di Valentino Rossi è questa la grande forza di Ducati, anche se tra tutti i piloti della Rossa lui è quello che ha dovuto faticare di più per trovare la quadra ed è, insieme a Fabio Di Giannantonio, l’unico che non è ancora salito sul podio.
Joan Mir: il telefono no…
“Se paragoni la mia moto a quella di Pecco – ha detto Marini – le differenze sono sostanziali, sembrano due moto diverse. Quello che posso dire della Ducati è che è incredibile vedere come funzionano bene i diversi settaggi. Anche se confronti la mia GP22 con quella di Jack Miller, è completamente diversa. Lo stesso vale per quella di Johann Zarco. Ognuno ha la propria moto e tutti sono veloci. Perché alla fine della giornata, siamo praticamente tutti lì su ogni tracciato. Siamo otto piloti Ducati e a volte cinque di noi sono tra i primi 8 o sei di noi nei primi 10. Questa è la cosa incredibile della Ducati ”. Un lavoro che in Ducati viene portato avanti sul pilota, quindi, prima ancora che sulle convinzioni degli ingegneri, con quelli di Borgo Panigale che possono lavorare su una moto più malleabile e più predisposta alle rivoluzioni fatte nel box all’ultimo momento.
Darryn Binder: maledetta fortuna…
“Sulle altre moto sembra che tutto funzioni solo in una direzione - continua il 24enne di Tavullia - La Yamaha sta lavorando a meraviglia con Fabio Quartararo mentre Dovi, Darryn Binder e Franco Morbidelli stanno faticando molto. Forse è perché puntano solo sullo sviluppo di Fabio, come la Honda in passato quando la moto era utilizzabile solo da Marc Marquez, o la Ducati con Stoner. Forse avere una moto così fantastica per tutti è la decisione giusta, ma forse no. Perché se hai la moto giusta per il tuo miglior pilota, puoi vincere molte gare, ma con un pilota solo appunto. Per noi che guidiamo la Desmosedici è ottimo così, perché la Ducati ora è una moto molto semplice con molti aspetti positivi. Dobbiamo usare i punti di forza e penso che possa essere anche la moto migliore per il futuro”. La moto migliore per il futuro…una frase, quest’ultima, che suona di messaggio al fratello Valentino Rossi, visto che ormai da diverse settimane si parla di un accordo tra il Team VR46 e Yamaha per il prossimo biennio.