Era il 1989 quando l'Antiquorum, storica casa d'asta di orologi che si trova al centro di Ginevra, dava il via alla sua “Art of Patek Philippe”. Fu un’asta storica, non solo perché contribuì a consolidare la posizione dell’omonimo marchio – Patek Philippe, appunto – come non plus ultra dell'alta orologeria, ma perché diffuse per la prima volta l’idea, fino ad allora impensabile, che gli orologi fossero collezionabili.
Da allora gli orologi di fabbricazione tradizionale hanno assunto, oltre a valori economici talvolta esorbitanti, una vera e propria funzione di “custodi del tempo”, testimoni di frangenti storici e vicende cruciali. È partito proprio da questa considerazione il percorso a ritroso intrapreso dalla CNN, che ha provato a raccontare le storie più incredibili dietro ai 5 orologi più costosi al mondo.
L'orologio scomparso di Maria Antonietta
Targato Breguet e ultimato solo nel 1827, del “Marie Antoinette” si può partire riportando il suo valore prima di chiarire tutto il resto: oltre 30 milioni di dollari.
È il 160esimo orologio realizzato da Abraham-Louis Breguet, e ha dietro una storia di omicidi e scandali. Tutto iniziò nel 1783, con l’ordine di realizzare per una sempre più impopolare Maria Antonietta di Versailles “l'orologio più complicato e prezioso di sempre”.
Breguet prese l’ordine molto sul serio, e diede vita a un orologio da tasca in oro dalle caratteristiche impensabili per l’epoca. Ci fu però un unico problema: per gli 823 componenti furono necessari 30 anni di lavoro, e il tutto fu completato molto tempo dopo l'esecuzione di Maria Antonietta e quattro anni dopo la morte dello stesso Breguet.
Successivamente fu acquistato da Sir David Salomons e nel 1925 entrò a far parte della ricca collezione di orologi da tasca di un avvocato britannico, la cui figlia lo espose presso il Museum For Islamic Art da lei fondato negli anni '70. Poi la svolta scioccante: il 17 aprile 1983, oltre 100 orologi di Sir David, tra cui il Marie-Antoinette, scomparvero nel nulla durante la notte.
Il furto è rimasto un mistero per 23 anni, fino a quando la polizia israeliana ha ricevuto diverse segnalazioni da persone che affermavano di aver visto alcuni degli esemplari rubati. Come è emerso successivamente, Naaman Diller, un ladro israeliano che ha guadagnato notorietà negli anni '60, aveva aggirato da solo il sistema di sicurezza del museo per poi riporre gli orologi in casseforti sparse tra Stati Uniti, Europa e Israele. Dei 106 rubati, 39 - compreso il Marie Antoniette - sono stati solo di recente restaurati e restituiti al museo, dove restano tuttora in mostra.
L'orologio più complesso della sua epoca
Anche per il “Patek Philippe Supercomplication” del 1932 vale la pena partire dal prezzo: è stato venduto per 24 milioni di dollari da Sotheby's nel 2014.
Realizzato per il banchiere newyorkese Henry Graves Junior e dotato di 24 "complications" – in altre parole, funzioni che vanno oltre il mostrare l’ora – il cosiddetto Supercomplication era considerato l'orologio più complesso mai realizzato fino a quando Patek Philippe non creò il Calibro 89 per il suo 150 ° anniversario, nel 1989.
Ma resta il fatto che è ancora l'orologio più complicato creato senza nessuna tecnologia assistita da computer. È infatti dotato di ripetizione minuti con suonerie "Westminster", un cronografo-cronometro in grado di registrare due eventi simultanei, un calendario perpetuo, fasi lunari, indicazioni per alba e tramonto e una carta celeste del cielo notturno di New York. Il tutto disegnato, calcolato, prodotto e assemblato a mano.
Il Rolex di Paul Newman
Il “Rolex Cosmograph Paul Newman Daytona”, del 1968, è stato venduto per 17,8 milioni di dollari da Phillips nel 2017. Non è realizzato in metallo prezioso, ma solo in semplice acciaio invecchiato, e non garantisce neanche le cosiddette ‘complications’ di cui sopra. Eppure, non è un normale orologio: era il Cosmograph Daytona di Paul Newman. Ultimo esempio del Rolex più “collezionabile”, è stato regalato alla star di Hollywood da sua moglie Joanne Woodward nel 1968, quando la sua passione per il motorsport ha preso piede.
L’intramontabile stella del cinema è stata regolarmente fotografata con indosso l'orologio, che si distingue per la colorazione del quadrante "esotica" e i pulsanti "a fungo", restituendo una versione impopolare del Daytona dei '60 e '70, il che significa che è e resterà sempre estremamente raro.
Nonostante la sua relativa semplicità, l'orologio ha rappresentato il momento clou di una vendita di altissimo profilo di scena a New York nel 2017, quando ha superato – per interesse e offerte – innumerevoli opere di alta orologeria dei più grandi produttori al mondo, diventando per grosso distacco il Patek Philippe più costoso al mondo.
Un orologio da portare nello spazio
Il “George Daniels Space Traveller I”, datato 1982, è stato venduto per 4,6 milioni di dollari da Sotheby's nel 2019. Occupa il 16esimo posto nella lista degli orologi più costosi mai venduti all'asta. Rappresenta una delle più celebri eredità dell'orologiaio George Daniels e del cosiddetto "Metodo Daniels", che lo ha visto realizzare a mano ogni singolo componente di metallo grezzo senza alcuna automazione. Un metodo che ha limitato la sua produzione complessiva a soli 35 orologi, tutti realizzati per una manciata di ricchi mecenati. Eppure, sono bastati quei pochi esemplari per considerarlo il più grande orologiaio vivente.
L’orologio da tasca Space Traveller è stato chiamato così in onore del programma Apollo della NASA ed è stato etichettato dallo stesso Daniels come "il tipo di orologio di cui avresti bisogno per il tuo viaggio su Marte", a causa delle sue indicazioni relative alla volta celeste.
Un orologio da polso pronto per il jet
Il “Richard Mille RM 62-01 Airbus Corporate Jets”, ha un valore recentemente stimato in 1,3 milioni di dollari. Attualmente sul mercato, è tra i primi 3 orologi più costosi al mondo acquistabili in questo momento.
A differenza dei precedenti 4 esemplari citati, si tratta di orologeria moderna di altissimo livello nella sua forma più sofisticata. Rinomato per l'estetica essenziale in stile F1, prestazioni in condizioni estreme e materiali all'avanguardia, con questo modello Richard Mille ha decisamente scosso l’impolverato scenario dell'orologeria svizzera tradizionale.
Con cassa in composito carbonio-titanio a forma di oblò, l'impostazione "vibrazione" che sembra accomunarlo a uno smartwatch, funzione fuso orario in tempo reale e materiali che lo rendono letteralmente indistruttibile, resta uno degli orologi d’avventura e viaggio più apprezzati di sempre.
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