“Che ne pensi di Milky White? Per noi Pitti Uomo porta la sua firma”. Questa è stata una delle tante frasi con cui abbiamo messo alla prova gli eccentrici personaggi che hanno popolato la Fortezza Da Basso a Firenze nella terza settimana di giugno, per Pitti Immagine Uomo 2023. Milky White, però, non è uno stilista con la fissa del bianco e nemmeno il protagonista di un film di Brian de Palma. È una delle due colorazioni (l’altra si chiama Midnight Black) del nuovo Yamaha Neo’s, scooter elettrico con cui abbiamo passato le nostre giornate a Firenze tra un turismo inaspettato e, appunto, questa esibizione di stile nel centro della città. In molti ci hanno risposto che Milky White è un’ispirazione per tutti, che andranno al Neo’s Party e che Genichi Kawakami, fondatore di Yamaha Motor Co., è effettivamente la grossa rivelazione del Pitti Immagine Uomo 2023. Nessuno però si sente particolarmente offeso dallo scherzo, anzi: la gente vuole sapere qualcosa in più, si interessa, ascolta.
Il nuovo Yamaha Neo's
Se progetti uno scooter elettrico vuoi farlo sapere già dallo stile, ecco perché il Neo’s ha un design tra l’avanguardista - con le sue linee morbide e le ruote lenticolari - e un accento tradizionale, probabilmente merito del gruppo ottico anteriore che ricorda l’iconico Booster. Nel sottosella, invece, c’è tutto lo spazio per un casco integrale e due (ma di serie una soltanto) batterie estraibili, ognuna delle quali ha un’autonomia dichiarata di 37 Km, che si traducono in almeno trenta tra le strade di Firenze. Due batterie, entrambe piuttosto capienti, sono una risposta reale e concreta all’ansia da ricarica che attanaglia chiunque sia in cerca di un modo comodo, sostenibile e diverso per muoversi in città. Le puoi usare entrambe e fare fino 68 Km, oppure sganciarne una e ricaricarla (il caricatore ha le dimensioni di un beauty case e funziona con prese elettriche standard) andando in giro con l’altra. Aprire il vano batteria ed effettuare tutte le operazioni del caso è più semplice di quanto lo sia stato cambiare le pile al walkman: apri, togli, rimetti, con il livello di carica indicato sia sul dashboard che direttamente sulla batteria.
L’avviamento di Yamaha Neo’s è keyless: puoi tenere la chiave in tasca e lui si accende, il tutto (chiaramente) nel più totale silenzio. Il Neo’s ha 2,5 kW (di potenza, il che significa velocità e accelerazione simili ad uno scooter 50 e che si guida con qualunque tipo di patente, dalla AM dedicata ai ciclomotori fino alla B per le automobili. La grossa sorpresa, qui, è che è dannatamente divertente da guidare. Più di uno scooter normale, perché ha una maneggevolezza spaventosa ed è sempre pronto in accelerazione, eliminando anche quel ronzio tipico del variatore di cui scopriamo di poter fare volentieri a meno. È svelto nel traffico il Neo’s, la gente si ferma a guardarlo. E, per l’appunto, risulta sorprendentemente agile, anche rispetto ai suoi cugini endotermici: a Firenze, che per anni è stata la città europea con la maggior concentrazione di scooter e motorini, ci si viaggia che è una meraviglia, anche perché la stragrande maggioranza delle zone ZTL sono ben disposte verso di noi. In salita? Bene, anzi benissimo: siamo arrivati a Piazzale Michelangelo con la spensieratezza di Gregory Peck in Vacanze Romane. Dopo un primo giorno di apprendistato poi, cominciamo a capire che la guida predittiva è decisamente redditizia con il Neo’s: giri tutta la manopola, raggiungi i 50 Km/h e poi chiudi, così il nostro, quasi del tutto privo di freno motore, veleggia senza grossi patemi per centinaia di metri riducendo ulteriormente il consumo di batterie.
In breve, dopo tre giorni tra la Fortezza Da Basso e le zone più iconiche della città - da San Miniato al Monte a Piazza della Repubblica, passando dal Duomo, il Lungarno, Palazzo Pitti è il Ponte Vecchio - un Neo’s ce lo porteremmo volentieri a casa. Comodissimo, divertente e semplice anche per chi un mezzo simile non l’ha mai guidato, il nuovo scooter elettrico di Yamaha, venduto ad un prezzo di 3.599 euro, ti restituisce una leggerezza da adolescente che non si può né scordare né tantomeno vivere tutti i giorni. Così è tutto più piacevole, anche le lunghe giornate tra gli eccentrici signori di Pitti Immagine Uomo.
Una questione di etichette
Alcuni vestiti raccontano chi siamo, altri li scegliamo per far sapere al mondo nella maniera più chiara possibile chi non siamo. Per gli uomini e le donne di Pitti Immagine Uomo le etichette servono a non farsi etichettare, eppure dividerli per categorie ci è sembrato fin troppo naturale. La prima, più eterogenea e spettacolare è quella di chi porta un cappello. A Pitti Immagine un cappello assume lo stesso ruolo che ha in un testo, introduce un argomento più strutturato e complesso. In breve, se hai un cappello ci sono buone probabilità che quello sia il pezzo meno vistoso del tuo outfit.
Ci sono poi le coppie, sempre insieme e sempre in abbinata: belli, complementari, spesso a tema. Per loro chiaramente l’impegno è doppio, perché non solo devi trovare abiti che si accordino bene tra loro, devi anche riuscire ad abbinarli con quelli del tuo partner. Quest’anno poi la Fortezza è stata abitata da un gran numero di vintagisti: persone che potresti fermare con un “Dottor Livingstone, i suppose”, o comunque gente con cui intrattenere deliziose conversazioni i sulla crema per baffi e gli orologi a cipolla. Madre di tutte le altre categorie nonché pezzo fondamentale di Pitti Immagine Uomo sono i freak, appassionati che spingono moltissimo sull’outfit e che non passerebbero inosservati neanche al Carnevale di Rio, semplicemente impareggiabili. Ad accomunare tutta la gente riunita alla Fortezza c’è l’enorme disponibilità nel farsi riprendere, intervistare, fotografare: basta puntare un a qualunque telecamera per vederli lasciar perdere tutto il resto e concentrarsi sull’obiettivo, rendendo il nostro lavoro decisamente più leggero. Esattamente come il Neo’s.