“Ci siamo! Martedì primo giugno sarà disponibile solo su Amazon il libro Non mollare mai”. Così, su Facebook il senatore M5S ed ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli annuncia l'uscita del suo libro che, sottolinea, “ho scritto da solo, senza filtri. È la storia di un cittadino normale, che è entrato nei palazzi del potere grazie al Movimento; che ha deciso di provare a cambiare tutto. È la mia storia personale che vi racconto con sincerità. Perché voglio far arrivare alle persone il messaggio che non tutti in politica sono uguali: ci sono anche coloro che lottano per il bene della gente. Ed io sono uno di questi".
Ma c’è un dettaglio di questo libro che stupisce e sta cominciando a far indignare. Lo ha segnalato sul sito Liberementi il giornalista Federico Vergari. “Toninelli dimostra di non sapere non solo cosa significa pubblicare un libro (ma se non lo hai mai fatto ci può stare) ma anche di ignorare il fondamentale ruolo politico e culturale dell’editoria nel nostro Paese”. Il perché risiede nella scelta di non affidarsi a nessun editore e di veicolare il volume soltanto su Amazon: “Un libro ‘da normale cittadino’, come dice lui, si pubblica non autoproducendosi ma seguendo delle regole editoriali che impongono anche la figura dell’editore. Quell’imprenditore – prosegue Vergari - che si assume un rischio di impresa per ogni libro che decide di pubblicare. Investe tempo, denaro, risorse umane che correggono, consigliano, e sì: mettono pure dei filtri è vero che si chiamano fact-checking. Solo alla fine di questo lungo processo il libro è un prodotto finito al 100% e puoi essere bello o brutto e criticabile. Ma di certo non è un libro viziato dalla revisione di sistema”. E conclude amaramente: “Forse al movimento dovrebbero iniziare a capire come funziona il processo editoriale e cosa vuol dire citare “Davide contro Golia”. Forse, ma immagino sia chiedere troppo, basterebbe leggere qualche libro in più”.
Dal canto suo, l’ex ministro sembra invece molto fiero della scelta compiuta: “Mettendomi contro il sistema di potere più potente che abbiamo in Italia ho subito ogni sorta di denigrazione. Ma questo mi ha permesso di fare la differenza. E ora è giunto il momento che vi racconti tutto: dal nuovo ponte di Genova alle liti col ‘collega’ Salvini. Esattamente a tre anni di distanza da quel primo giugno 2018, giorno in cui giurai da ministro, ora tutti, se vorranno, potranno sapere come sono andate effettivamente le cose".