Insapore, inodore, incolore. Dal costo bassissimo, facilmente reperibili o realizzabili in proprio con poche competenze. Ma l’effetto è devastante, perché in grado di eliminare le difese delle persone e indurle a qualsiasi tipo di rapporto sessuale oltre a cancellarne la memoria. Le “droghe dello stupro”, dopo alcuni sequestri e casi eclatanti che hanno coinvolto vip, sembrano un fenomeno nuovo. Ma l’esperta Martina Grassi, che si occupa dei corsi di formazione su questi temi - oltre a spiegarci nel dettaglio i loro effetti e il loro (subdolo) utilizzo -, ha sottolineato che già nel 2011 le Nazioni unite avevano verificato come queste sostanze fossero più diffuse di cocaina ed eroina.
L’ennesimo maxi-sequestro a Roma e diversi casi eclatanti che hanno coinvolto alcuni vip in questi anni, hanno aperto il dibattito sulla cosiddetta “droga dello stupro”. Che in realtà sarebbe più corretto definire “droghe dello stupro”, visto che non ne esiste una sola utile a questo aberrante scopo. Sostanze che tecnicamente prendono il nome di Ghb, Gbl, catinoni sintetici e benzodiazepine e che vengono utilizzate - a parte i loro scopi pratici per cui erano state create - per inibire le persone ed abusarne sessualmente. Sono insapore, inodore e incolore. Facilmente reperibili online da Paesi dove queste sono utilizzate con un altro scopo (per esempio l’Olanda), attraverso il dark web, oppure di semplice realizzazione anche con scarse competenze chimiche. L’effetto? Particolarmente controverso, visto che non si tratta di droghe “da sballo” ma utili ad annullare le difese della persona alla quale le si fanno assumere (spesso senza il consenso) per poi abusarne sessualmente. E anche subdole, perché la vittima – che risponde automaticamente agli stimoli sessuali – dopo aver subito violenza non ricorda nulla di quanto avvenuto. Per capire meglio questo fenomeno, che scopriremo non essere poi così nuovo, abbiamo chiesto a una esperta del settore come Martina Grassi, docente dell’École Universitaire Internationale e Activity Manager per corsi CEPOL, l'Agenzia dell'Unione Europea per la formazione delle autorità di contrasto, cioè per le forze di polizia europee.
Che cos’è quella che viene chiama “droga dello stupro”?
Sarebbe più corretto definirle “droghe dello stupro”, perché non ne esiste soltanto una. Facciamo riferimento a una categoria che racchiude al suo interno determinate sostanze: il Ghb e il Gbl sono le più diffuse, insieme ad alcuni psicofarmaci. Queste permettono, negli effetti che determinano sulle persone a cui vengono somministrate, prima di tutto di non registrare la propria memoria di quello che accade. È come spegnere una videocamera, quindi non c’è la formazione del ricordo e non può essere recuperata successivamente. Altro effetto è quello di rendere il corpo più “interessato” al rapporto sessuale di chi già non è presente a se stesso. In pratica, in risposta a uno stimolo esterno, quello dell’abusatore, si risponde attivamente. Non a caso, quando capita alle forze dell’ordine di avere a disposizione i filmati di un abuso, a volte questi rapporti sessuali sembrano consenzienti, non si riscontra contrarietà nella vittima, benché non abbia effettivamente dato il proprio consenso in maniera consapevole.
Qualcuno trovato in possesso di queste sostanze si è difeso dicendo che le utilizzava per divertirsi, svagarsi, sballarsi, non per commettere violenza.
Se sono un soggetto che possiede questo tipo di sostanze, non posso che averle al fine di abusare sessualmente qualcun altro. Anche perché non si assumono quando si è da soli per avere delle sensazioni particolari, visto che non si è consapevoli di ciò che accade e successivamente neanche il ricordo di quello che è accaduto. Per cui avrebbe poco senso assumerle da soli. Spesso chi dice di usarle per divertirsi, magari in compagnia, la usa come scusa. Anche in gruppo non accade mai, anzi, c’è sempre qualcuno che finge di assumerla e poi invece approfitta dell’effetto sugli altri.
Pare sia anche molto facile far assumere queste sostanze agli altri senza essere scoperti.
È particolarmente facile somministrarla a qualcuno, perché si tratta di sostanze incolore, inodore e insapore. Se vengono sciolte in un bicchiere d’acqua non si sente nessuna differenza di gusto. E l’effetto è molto veloce, si riscontra già dopo dieci minuti. E così, in modo semplice e veloce si raggiunge il risultato di avere di fronte una persona non cosciente e predisposta a fare sesso.
Per cui, anche quando viene utilizzata ai festini, c’è sempre qualcuno che in realtà finge di assumerla?
Si chiama “droga dello stupro” proprio perché viene somministrata ad altre persone. A certi festini può accadere che venga assunta in gruppo, ma spesso qualcuno finge di berla, anche perché è difficilmente verificabile, e poi quella persona si approfitta degli altri.
E se viene assunta da soli, senza che nessun altro possa spingerci a fare qualcosa?
Non fa “viaggiare”, non è eccitante senza stimoli esterni e non provoca sensazioni particolari. La persona che la assumesse da solo sarebbe semplicemente non presente a se stessa e alla fine andrebbe a letto. Per questo non è considerata una droga “da abuso”, ma sempre in funzione di qualcun altro e per scopi specifici. Non a caso è nella categoria racchiusa dall’acronimo americano DFSA (Drug-facilitated sexual assaults), perché facilita la violenza sessuale. Chiaramente può essere usata anche per altri reati.
Quali?
Dallo stupro alla rapina. Ma sempre più spesso vengono utilizzate per produrre materiale pornografico o pedopornografico. Quindi, non dobbiamo pensare solo all’incontro in discoteca con la sostanza inserita in un drink e poi la violenza, che per quanto orribile è un evento circoscritto, ma bisogna immaginare un mercato enorme di sostanze a bassissimo costo. Nell’ambito della pedopornografia, quindi somministrata a minorenni o bambini molto piccoli, viene utilizzata per realizzare video che sul mercato possono fruttare fino a 200mila dollari. Infatti, tantissimo materiale pornografico o pedopornografico è legato alle “droghe da stupro”.
Sembra che sia molto diffusa anche tra i giovanissimi, come mai?
Purtroppo, sì. Non dobbiamo pensare solo al classico soggetto di 25-30 anni che la utilizza nei locali. Ma anche a giovanissimi che la somministrano a loro coetanei perché vogliono abbassare le difese dell’altro per approcciarsi al sesso, oppure perché vogliono loro stessi produrre materiale pedopornografico. Probabilmente, in questi casi non hanno neanche la consapevolezza di commettere una serie di reati, oltre all’abuso dell’altra persona, come quelli della produzione e diffusione di materiale pedopornografico.
Ci può essere stata una diffusione inconsapevole da parte di alcuni sul reale effetto di queste droghe?
Se le faccio assumere ad altre persone sicuramente no. Perché, come dicevo, se la assumo da solo non ho effetti se non quello di non essere presente a me stesso e al massimo di provare sonnolenza, in più in seguito senza ricordarmi nulla di quello che può essere accaduto.
Ma oggi sembra esserci più consapevolezza sui rischi che si corrono.
Di certo c’è più consapevolezza su come investigare, perché più passa il tempo e più abbiamo dati che ci permettono di predisporre impianti investigativi per intercettare i traffici di queste sostanze. Spesso vengono commerciate online da paesi nel nord Europa dove la sostanza è legale.
Stando alle cronache sembra un fenomeno recente.
La percezione può essere quella, ma non direi che è recente. Solo per rendere l’idea, già nel 2011 le Nazioni Unite nel loro report avevano sottolineato come le “droghe da stupro” fossero le più diffuse in assoluto, anche più della cocaina e dell’eroina. Il trend oggi non è quello, ma è continuato in modo molto consistente, in virtù del fatto che è una sostanza con quegli effetti e costa pochissimo.
Quanto può costare una dose?
Può variare dai 2 ai 5 euro.
E a chi è in mano questo mercato?
Per i profitti che se ne possono ricavare ci sono molte realtà diverse coinvolte. In questo momento l’attenzione è rivolta ai paesi dell’est Europa per la produzione. Ma per la facilità di realizzazione potrebbe essere prodotta ovunque, anche in piccoli laboratori e con scarsissime conoscenze, per esempio di uno studente di biologia o chimica al primo anno. Poi, essendo originariamente utilizzate per altri scopi, diversi professionisti ne hanno accesso, come medici o anestesisti. Diversi casi di cronaca, poi, hanno verificato che si sono diffuse anche nelle palestre, visto che per esempio il Ghb, mischiato ad altre sostanze, favorisce lo sviluppo muscolare.
Come mai in certi paesi sono stanze legali?
Nel caso dell’Olanda non è legale in quanto “droga dello stupro”, ma perché il suo principio attivo è utilizzato all’interno di diluenti per la pulizia di superfici industriali o il lavaggio delle auto. Quindi, quella sostanza viene comprata in un Paese dove è legale ed esportata altrove, come in Italia dove invece è illegale. Questo è un grande problema investigativo: rintracciarle e capirne il reale utilizzo.
Se la vittima molto spesso appare rispondere positivamente alle sollecitazioni sessuali e successivamente non ha ricordi su quanto accaduto, come è possibile accertare queste violenze?
È molto difficile, infatti c’è un grandissimo sommerso in questi reati. Da un lato assistiamo a costanti sequestri di sostanze, dall’altro a pochissimi casi concreti di vittime accertati. Facendo due più due, però, se abbiamo tutti questi sequestri qualcuno starà usando le sostanze per un fine ben preciso e abbiamo capito quale. Quindi, la comprano per usarla a scopi illegali. Purtroppo, avendo pochissimi casi che vengono alla luce, è importantissima la prevenzione e l’informazione per accendere nelle persone un campanello d’allarme. Spesso le persone che assumono queste sostanze a loro insaputa si svegliano la mattina, magari dopo aver già bevuto qualcosa, ma senza segni evidenti di violenza. Per cui non si configurano nella mente la possibilità di essere stati vittime di abusi.