Agli avversari politici e agli antipatizzanti non pare vero: il caso di Luca Morisi sta offrendo quasi tutti gli spunti perfetti per ridicolizzare la linea politica della Lega (ammesso e non concesso che dopo il sostegno a Draghi ce ne sia ancora una). Non importa se per arrivare allo scopo si deve banchettare sui resti dell’ex potente comunicatore salviniano, non importa che si “debba” fare outing al posto del malcapitato (ormai equiparato a un vescovo beccato in un bordello), non importa che così facendo ci si dimostri più moralisti di un puritano degli anni Cinquanta, mentre nel frattempo si inneggia al Ddl Zan, al matrimonio gay, alla legalizzazione della droga, all’accoglienza indiscriminata, allo ius soli, al sesso libero e via dicendo. Si arriva a cortocircuti come gay.it (il cui marchio recita “fallo come ti piace”) che titola “Caso Morisi, spuntano Grindr e un escort”. Dunque per gay.it c’è disonore nell’utilizzare l’app numero uno al mondo per incontri gay?
In tutto questo ovviamente anche Morisi ha fatto la propria parte: se tu e il tuo leader impostate la comunicazione facendo delle vostre bandiere la lotta alla droga e allo spaccio, il contrasto all’immigrazione e l’opposizione alle “lobby gay” poi non puoi non aspettarti conseguenze se ti trovano in un “festino” con droga e giovani romeni (anche se in verità, andrebbe detto ma non verrà detto, l’unica vera incoerenza è quella sulla droga, perché essere contro l’immigrazione clandestina non significa non poter frequentare immigrati regolari ed essere eventualmente gay o bisex non implica dover sostenere il Ddl Zan).
Tra le tante uscite di cui viene chiesto conto a Morisi, ce n’è una che contiene tutti gli elementi che ora gli vengono contestati. Si tratta di un tweet di inizio ottobre 2013 in cui l’ex capo della comunicazione social di Salvini parlava di costrizione a “orge gay con consumo di droghe miste”.
Il tweet si riferiva a Giovanardi, che voleva continuare a sostenere il Governo Letta mentre Berlusconi voleva la sfiducia, nei giorni in cui si votava per la sua decadenza da senatore. Le “orge gay con consumo di droghe miste” venivano presentate come una sorta di massima punizione possibile. Ora, suo malgrado, la punizione, almeno quella della “macchina del fango” (poco onesto eufemismo per “della merda”), si sta abbattendo su Morisi.