“La protesta dei camionisti contro il green pass? Un attentato alla sicurezza dei trasporti, considerando la pericolosià di andare a 30 all’ora in autostrada”: lo dice a MOW Alberto Gottardo (spalla di Giuseppe Cruciani – e grande avversario di David Parenzo – alla Zanzara su Radio24 e creatore-conduttore del Morning Show, ora in podcast) noto per la sua non elevatissima stima nei confronti degli autotrasportatori.
“La categoria dei camionisti – argomenta Gottardo – ha al proprio interno una quota di coglioni. La ha come tutte le altre categorie, ma loro si considerano dei superuomini e si autodefiniscono «eroi del lockdown». Io credo che nel fare il proprio lavoro (prima, durante e dopo il lockdown) non ci sia nulla di eroico. Cruciani stesso mi ha confessato che durante le ferie a tratti è diventato gottardiano in alcuni momenti della sua peregrinazione autostradale. È sotto l’evidenza di tutti: come ci sono donne che non sono capaci di guidare, come ci sono uomini che non sono capaci di guidare, ci sono camionisti che sono degli assoluti attentatori della sicurezza stradale e dei trasporti. E la modalità annunciata di questa protesta credo che configuri almeno in astratto un attentato alla sicurezza dei trasporti, perché andare a 30-40 all’ora in un tratto autostradale credo sia un comportamento sanzionabile anche in punta di Codice della strada”.
Ufficialmente pare non ci siano organizzatori né appoggio da parte delle categorie di settore…
“Oddio, io non faccio il magistrato, ma mi pare ci siano dei chiari promotori e dei chiari organizzatori di questa cosa, anche se in massima parte è destinata a rimanere sulla carta. Sono dei leoni da baracchino, visto che loro lo usano ancora. I camionisti si stanno dimostrando una categoria disunita, come peraltro è l’Italia. I camionisti francesi sono capaci di fare gli scioperi, quelli italiani sono capaci solo di fare bordello sui social, alzare la voce sui messaggi Whatsapp che mandano alla radio. Vedo male in generale gli stupidi, vedo male in generale i fascisti, e se quelli stupidi e fascisti sono anche camionisti preferirei che andassero in giro in bicicletta, perché farebbero meno danni. Uno stupido in bicicletta può fare meno danni di uno stupido su un autoarticolato, mi sembra abbastanza chiaro. Ci sono dei camionisti che inneggiano ad Adolf Hitler e contemporaneamente dicono «non mi farò vaccinare nemmeno se mi puntano una pistola alla testa». Bersani, che ogni tanto ne azzecca una, ha detto che molti no vax sono sì dux. Ecco, io aggiungerei che molti no vax sì dux hanno anche la patente del camion. Riassumendo, è pieno di camionisti stupidi, è pieno di camionisti fascisti ed è pieno di camionisti no vax: molto spesso le tre categorie coincidono”.
Anche tu però per diverso tempo hai espresso posizioni critiche ed eri favorevole alla libertà di scelta…
“Lo sono ancora. Io sono vaccinato con doppia dose e se mi dicono di fare la terza la faccio, ma lotterò fino alla fine e per sempre per la libertà dei coglioni di essere coglioni. Credo che essere stupidi e avere comportamenti stupidi sia necessario nella nostra società, per spiegare poi a quelli che sono scettici che gli stupidi muoiono con frequenza molto maggiore rispetto a quelli che hanno comportamenti intelligenti”.
Prima di annunciare di esserti vaccinato per evitare rotture, eri anche molto scettico sull’opportunità di vaccinarsi, in particolare per chi ha meno di una certa età…
“Continuo a esserlo. Uno della mia età che non si vaccina mette a repentaglio sé stesso in una percentuale molto più bassa rispetto per esempio a chi fuma. È pericoloso il messaggio che sta passando in base al quale per essere a posto con la salute basta vaccinarsi, magari mentre però ti sfondi di cibo spazzatura e fumi due pacchetti di sigarette al giorno. Se si fosse fatta in Italia una campagna per dimagrire come quella che si è fatta per la vaccinazione, e lo dico io che un anno fa pesavo 27 chili più di adesso, forse si sarebbero salvate molte più vite. Alla mia età, ho 45 anni, è molto più pericoloso essere in sovrappeso di dieci chili o non farsi mai un’ecografia alle carotidi che non prendere il Covid. Se pesi 125 chili come pesavo io e prendi il Covid, hai voglia a essere vaccinato: l’insufficienza respiratoria si aggrava molto più velocemente. La salute è una cosa troppo seria per essere riassunta da uno slogan”.
Rimanendo almeno parzialmente in tema di salute, cosa pensi della questione del comunicatore salviniano Luca Morisi, finito nella bufera per droga?
“Io provo molta pena per Luca Morisi. È l’ennesimo esempio di come una persona di grande talento può venir fottuta dalla droga, perché di fatto la cosa gli fa un danno enorme. Posto che la vicenda giudiziaria da vecchio nerista mi sembra più una puttanata che altro (non gli imputano nemmeno lo spaccio, ma solo la cessione), hai voglia a parlare di droghe leggere o pesanti e di consumo personale. Di sicuro abbiamo un’altra dimostrazione del fatto che la droga non aiuta mai colui che la assume. Mai. La droga non fa mai bene, eppure noi vogliamo legalizzare e quindi incentivare come dire che è una figata una cosa che fotte le carriere della gente. Ci sono decine di casi di calciatori, di attori e di cantanti fottuti dalla droga. E anche il caso di Morisi è quello di una persona molto talentuosa dal punto di vista della capacità. Per quanto a me non piacesse dal punto di vista ideologico quello che faceva, quello che faceva Morisi sul piano della comunicazione lo faceva molto bene. Adesso rischia di rimanere solo con le proprie fragilità perché sono state amplificate dall’uso della droga. Fosse anche droga leggera (di droghe liquide ce ne sono a decine), ha avuto comunque un effetto pesantissimo sulla sua vita, e quindi è una droga pesante. La droga ha sempre un effetto pesantissimo sulla vita delle persone. E mai positivo”.
Dal punto di vista della comunicazione sui social, in molti stanno usando contro Morisi un metodo che potremmo definire analogo a quello della “Bestia” da lui creata…
“Voglio essere molto chiaro: determinati metodi usati da quelli di destra non è che diventino nobili se li usano quelli di sinistra. Non vorrei che adesso nascesse una «Bestiola» di quelli della parte avversa (ammesso che esista, perché a me risulta che governino tutti assieme, da Speranza di Liberi e Uguali a Giorgetti). Spiace che si strumentalizzi quella che dal mio punto di vista dovrebbe rimanere il più possibile nella sfera dell’umana fragilità, anche perché dal punto di vista penale da come l’hanno messa giù i magistrati non mi sembra ci sia nulla di che. E queste strumentalizzazioni mi fanno orrore come il sistema di manganellamento social messo in piedi da Morisi. Prendere per il culo una persona su una debolezza umana credo non faccia guadagnare un voto a nessuno. È come quando vengo preso per il culo io perché sono zoppo. E allora? Fa ridere il fatto che qualcuno mi dica che sono uno zoppo di merda? Non credo. E allora perché uno deve fare i meme o lotta politica su questa roba qua? Io mi aspetterei dicesse qualcosa Salvini, che in parte è una creazione di Morisi. Se fossi Salvini direi «guardate, attaccate me ma non attaccate Morisi su una sua fragilità. Condanno politicamente il suo comportamento ma gli sono vicino dal punto di vista personale». Anche perché in realtà il caso di Morisi conferma la posizione sulla droga di Salvini: se volete perdere il lavoro e chissà quante centinaia di migliaia o milioni di euro di fatturato in un attimo, drogatevi”.
A proposito di lavoro, tutti si chiedono se tu hai e avrai ancora quello alla Zanzara, dopo i feroci scontri con David Parenzo (portati avanti soprattutto da quest’ultimo) che hanno caratterizzato il finale di stagione della trasmissione…
“Io credo di non aver mai proferito nemmeno mezza parola di odio nei confronti di Parenzo. Prendendo atto della sua inimicizia nei miei confronti, sono rimasto comunque nel gruppo di lavoro della Zanzara e anche quest’anno sarò in onda, a seconda delle esigenze del programma, posto che l’unico imprescindible per quel programma probabilmente è Cruciani. È come in una squadra di calcio: sono contento di partecipare quando la mia presenza permette di fare più ridere, più riflettere o più incazzare gli ascoltatori. Sono convinto che insultarsi l’uno con l’altro in radio tecnicamente non funzioni, e quindi se può aiutare il risultato del programma il fatto che io stia un po’ più giù, io starò un po’ più giù, anche se io non ho mai insultato David e sfido chiunque a trovare un mio insulto nei suoi confronti. Ho risposto ai suoi insulti ma con il mio stile, perché io ce l’ho uno stile. Poi faccio il mio podcast del Morning Show (il primo programma di un certo livello che esce dall’fm per dedicarsi al mondo podcast, perché credo sia lì il futuro), che – conclude Gottardo – è stabilmente nei primi 100 più ascoltati e stabilmente sopra la Variante Parenzo (che è stabilmente molto sotto i primi 100), pur non avendo la promozione di cui può godere lui”.