Continua la crisi della benzina, una delle dirette conseguenze della Brexit, che in questo periodo sta mettendo in ginocchio l’Inghilterra. Le scene di persone in coda dal benzinaio che litigano per poter far rifornimento hanno fatto il giro del mondo così come la notizia riguardante la mancanza di camionisti.
Jane Fryer, giornalista per il Daily Mail, si è chiesta dunque come debba essere la tipica giornata di un guidatore di un’autocisterna, eroi silenziosi di questi giorni. Per farlo, è salita a bordo del camion di Richard Chambers, l'uomo per 21 anni è stato infatti un autista di consegna carburante per Hoyer Petrolg UK mentre ora accompagna i conducenti di mezzi pesanti attraverso il programma di formazione. La giornalista racconta di come al loro arrivo alcune le persone salutino, altri suonino il clacson con il cassiere della stazione Shell che si precipita fuori anche lui per salutare.
Nel proseguire le auto si accodano dietro di loro, fino a quando una donna di 40 anni, Sarah Leslie di ritorno dall'aeroporto di Gatwick, si avvicina spiegando come, per via del serbatoio vuoto, le risulti impossibile tornare a casa: “Voglio solo tornare a casa per vedere i miei figli. Il mio serbatoio è a zero. Per favore, per favore, per favore puoi aiutarmi? Sono disperata!” esclama la donna con gli occhi pieni di speranza alla vista dell’autocisterna.
“Ad essere onesti, non è per me che tutti sono così entusiasti – racconta Jane - piuttosto per la mia luccicante auto da 40 tonnellate, una vasta petroliera Shell contenente più di 27.000 litri di diesel, guidata da un tipo adorabile di nome Richard Chambers che ha gentilmente accettato di portarmi con sé per la giornata.”
Richard, che svolge questo lavoro da tanti anni, afferma di non aver mai vissuto una settimana come questa: "Alcuni di noi sono stati seguiti per chilometri da enormi file di auto, tutte alla disperata ricerca di carburante. La gente sta riempiendo bottiglie d'acqua di plastica, sacchetti della spazzatura e ogni sorta di ridicoli recipienti. La benzina è un materiale altamente volatile! È sorprendente. Follia.” Secondo Richard e chi come lui lavora in qualsiasi azienda di distribuzione di carburante, in realtà la benzina però non manca: "L'ultima volta erano i rotoli di carta igienica", dice, riferendosi alle prime settimane della crisi del coronavirus. Hanno spogliato gli scaffali e ne hanno fatto scorta. ‘Cosa ci fanno? Dove stanno andando?’ - si domanda - Guidiamo tutto il giorno, tutti i giorni e non c'è nessuno in più sulle strade. Eppure, non possiamo più consegnare. Stiamo tutti lavorando a pieno regime.” Nel deposito di Hoyer a Grays, nell'Essex, che serve le officine Shell, BP ed Esso in tutto il paese, così come gli aeroporti, si comincia a lavorare alle 4 del mattino. I turni sono in media di 12 ore, ma spesso sono molto più lunghi per poi tornare a casa solo una volta finito il tutto.
Essendo a corto di personale a tutti è stato offerto lo straordinario ma quando gli stessi autisti si presentano alle stazioni di servizio, capita frequentemente che non riescano ad avvicinarsi ai vasti serbatoi sotterranei per via delle code chilometriche.
In aggiunta, l’auto dello stesso Richard è pericolosamente a corto di carburante: "Se non riesco a prenderne un po' questo fine settimana, non potrò andare al lavoro lunedì". Ma, ciò nonostante, l’uomo ama quello che fa: 'Amo il mio lavoro. La mia sveglia suona alle 2.30 del mattino e salto subito fuori dal letto, se non lo facessi la mia cara moglie mi ucciderebbe”. L’autista arriva in ufficio alle 3.30 del mattino, controlla i documenti, si diverte a scherzare con gli altri conducenti, esegue i 130 controlli di sicurezza sul suo camion per poi mettersi in viaggio. Poiché però, per motivi di sicurezza in cabina non sono ammessi telefoni di alcun tipo, ascolta sempre la radio, sua fedele compagna quando attraversa il paese: "È un lavoro molto solitario, l'80% delle volte da solo. Forse è per questo che l'ultima settimana è sembrata così bizzarra.”