Se non avesse la vita piena di chi non ha ancora deciso cosa fare da grande, Irene Saderini potrebbe aprire un giornale per farci concorrenza. Il che, comunque, non è del tutto da escludere. Sarebbe senz’altro diverso il suo MOW, ma non nella visione: velocità, niente compromessi, bella e brutta scrittura che si incontrano tra tumulti nel mondo e mezzi a motore. D’altronde per lei cambiare direzione non è mai stato un problema. L'Irene poco più che bambina vinceva regate in barca, crescendo ha fatto la reporter di guerra e poi la MotoGP per Sky, un documentario, la televisione. Per una sua amica queste esperienze sono tante Barbie Saderini, per lei storie da ricacciare in un cassetto.
Quando la invitiamo da South Garage per scambiare due parole, Irene Saderini si presenta in leggero anticipo su di una due posti secchi e trazione posteriore: “Sto pensando di comprarla, va forte. Forse è solo un po’ troppo pura, non c’è molto spazio. Anzi, quasi niente”. Ha addosso un poncho da navajo che sembra comprato a New York e nella borsetta tiene due sigarette elettroniche da fumare a turno. La prima cosa che le chiediamo dopo un bicchiere di vino - Campofiorin, delle sue zone - è un ricordo di Pecco Bagnaia, dei suoi inizi. Lei ride, mette le mani avanti: “Voglio fare una premessa, non è uno di quei momenti in cui ognuno porta il proprio ricordo”. Poi racconta dei primi anni dell’Academy di Valentino Rossi, quando Bagnaia viveva con Baldassarri e lei stava poco più in là: loro provavano a cucinare polpette e le chiedevano come mettere l’ammorbidente in lavatrice. Parliamo del documentario i Guardiani del Mare, il suo ultimo grosso lavoro presentato durante la Mostra del Cinema di Venezia: “È sui volontari che cercano di contrastare tutto quello che succede d’illegale in mare. Sono anche un po’ punk rock, i protagonisti, e ho cercato di raccontare loro. Che il mare muore lo sappiamo già, ma abbiamo capito che non ce ne frega”.
A metà chiacchierata ci racconta di aver pensato ad un libro sul motomondiale, aggiungendo poi che le servirebbero soldi che non ha per pagare degli avvocati. Poi si emoziona vedendo un libro di Michele Lupi, Racers, appoggiato sul tavolo. Tra le varie Barbie Saderini adesso c’è anche (e soprattutto) quella che si dedica al fuoristrada: nel trial, nei rally in moto e con le macchine, di cui racconta un’esperienza a fianco di Sebastien Ogier: “Quello che ho capito facendogli da navigatore è che lui ogni tanto frena, ma non alza mai il piede dall’acceleratore. Quello è sempre giù. Sai quando ti dicono nel dubbio accelera? Quello, ma sul serio”. Chiudiamo parlando di mezzi veloci e storie di motori mentre Irene ordina un whisky sour che, ad ogni modo, decide di non bere per onorare la coupé con cui si è presentata: “Da qui a casa saranno tre quarti d’ora di strada. Ma a quest’ora e con questa macchina penso ci metterò di meno”.