Si dice che scooter come Vespa e Lambretta siano in grado di catturare e far rivivere l'essenza della cosiddetta Dolce Vita, vero motivo per cui sono diventati famosi in tutto il mondo. Un fascino intramontabile quindi, sul quale pende però una minaccia: le nuove normative sulle emissioni volte a ridurre l'inquinamento ne ostacolano sempre più di frequente l’accesso al cuore delle città europee.
Che fare dunque? Per Niall McCart, meccanico irlandese trasferitosi a Londra da giovanissimo, lasciare che la sua Vespa venisse sotterrata da strati di polvere in un garage era fuori discussione. Così si è messo d’impegno e l’ha trasformata in uno scooter elettrico; l’ha fatto senza interferire in alcun modo con design configurazione originali: nessuna rimozione o modifica del telaio originale, ma l’inserimento di una batteria agli ioni di litio.
A giugno del 2018 ha presentato la sua creazione: una Vespa Primavera del 1976 elettrica. L’ha mostrata per la prima volta al raduno dei Vespa World Days a Belfast, in Irlanda del Nord.
La reazione iniziale ha visto però una prevalenza di scetticismo. McCart stesso racconta di essersi trovato di fronte a dei “puristi”, del tutto contrari all’idea di una storica due ruote degli anni ’70 divenuta elettrica.
Poi però sono cominciate ad arrivare le analisi più attente, meno superficiali, e quello scooter del tutto fedele al suo aspetto originale e alla sua storia – ma al contempo meccanicamente rivoluzionato – ha sorpreso in molti. Da lì, un amico gli ha dato un suggerimento che si è rivelato fondamentale: “Devi venderlo come kit”.
Così McCart, che aveva pianificato di offrire le conversioni elettriche solo come servizio, ha abbracciato l'idea e dato vita a un kit plug-and-play, che appena qualche anno dopo è entrato a far parte del listino della londinese Retrospective Scooters: kit per la conversione in elettrico di cinque tipi di Vespa e Lambretta, per un costo 4mila euro. Ciascuno include una batteria da 64 volt e 28 ampere, che può spingere uno scooter a una velocità massima di 80 km/h.
Ma l’aspetto è rimasto esattamente lo stesso. Si possono riconoscere esternamente solo dal rumore, o meglio dalla mancanza di rumore, come fa notare uno dei collaboratori di McCart: “La cosa strana che è impossibile non notare è che uno scooter normale è così rumoroso, mentre ora domina il silenzio; quando lo guidi tutto ciò che senti è il vento.”