Dopo una lunga preparazione, con un tour che ha toccato tutta la penisola, oggi a Roma gli aderenti a Io Apro hanno manifestato dalle 15 in Piazza Montecitorio. Hanno chiesto, in buona sostanza, di riaprire tutte le attività che sono state colpite dagli effetti economici della pandemia. Non solo ristoratori e bar, ma palestre e piscine, estetisti, parrucchieri e tutti quegli esercenti che da mesi non riescono più a lavorare a causa delle varie restrizioni dovute ai Dpcm per contenere la diffusione del contagio. Al loro fianco anche Vittorio Sgarbi, che ha sostenuto le loro richieste e si è fatto portavoce dell'insofferenza della piazza. Non sono mancati alcuni tafferugli con le forze dell'ordine.
In particolare, gli organizzatori di Io Apro hanno puntato il dito verso mezzi pubblici poco potenziati, parchi pieni nonostante le scuole chiuse, supermercati affollati, che stridono al confronto delle loro attività commerciali che hanno dovuto chiudere le serrande da un anno a fasi alterne. Inoltre, si sono detti contrari ai continuio cambi di colore delle regioni che rendono difficile l'organizzazione del lavoro. Con loro, anche gli ambulanti dei banchi extralimentari che avevano già manifestato in varie città con i furgoni per chiedere al Governo di poter tornare a fare il loro lavoro.
“Ci hanno informato di alcuni blocchi nella zona di Roma, per non fare arrivare i manifestanti a Montecitorio. Ma nessuno vi può bloccare. Partecipare alle manifestazioni è sempre stato consentito anche in zona rossa” ha detto uno degli organizzatori, che ha poi aggiunto: “Non dovete essere ristoratori, estetisti, parrucchiere, baristi, filiere, comparti montani, mondo dello sport, partite Iva, cassaintegrati, contadini, agenti di commercio, distributori, agenzie di viaggi, Ncc, tassisti, balneatori, mondo della cultura, operatori del cinema, teatri, artisti, giocolieri, prestigiatori. Non serve essere di queste categorie per dire basta, non possiamo restare chiusi e rischiare di morire di fame”.