La storia è recente: il comandante dei vigili urbani di Trezzano sul Naviglio ha architettato – con tanto di complici e false segnalazioni – un vero e proprio complotto ai danni di una collega, pari grado ma in passato sua superiore e con vecchie ruggini ancora in piedi. Ha infatti messo della droga nella macchina della donna e poi fatto denunciare a un terzo complice il tutto tramite telefonata anonima e con voce camuffata (“faccio l’accento svedese?” cit.). Il tutto con modalità talmente goffe e inverosimili che è stato abbastanza semplice accorgersi della truffa e risalire ai responsabili.
È questa solo una delle tante vicende folli legate a vigili e poliziotti e messe insieme dal quotidiano Libero, in un vero e proprio I nuovi mostri di Monicelliana memoria ma dedicato a una singola categoria. Si parte dall’altrettanto recente cancellazione di multe in cambio di favori da parte di un vero e proprio “squadrone” in azione da anni con la complicità di impiegati del Comune di Milano; si arriva alla mirabolante vicenda del comandante – nome in codice “Il Mangione” – che era solito chiudere un occhio su illeciti e abusi dei ristoratori in cambio di abbondanti pasti gratis.
Vere e proprie storie di spionaggio poi come il caso di un comandante della Polizia Municipale che accetta la proposta di far pedinare da personale privato e di sospetta natura criminale uno dei suoi vigili, circostanza ingarbugliata e ancora al vaglio delle autorità.
Nel mezzo anche le più classiche storie di cresta sulla refurtiva, con i tratti però un po’ comici del segnalare un sequestro di 40 euro sugli oltre 2mila rinvenuti, e la complicità con gli spacciatori “spie”, ricompensati in seguito a soffiate in grado di mettere in bella mostra i vigili, talvolta graziati anche di fronte a un ingente possesso, con dosi ed eventuale contante contestato che sparivano nel nulla.