È rassicurante pensare che sia solo un caso isolato, ma purtroppo non è così. Alberto Genovese, l’imprenditore delle startup arrestato con le accuse di violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni e cessione di stupefacenti, non è affatto un unicum, almeno per quanto riguarda la dinamica con la quale venivano organizzati i party che si svolgevano a Terrazza Sentimento, a Ibiza e in chissà quante altre location da favola. Tolte le aberranti 20 ore di sevizie sulla giovane 18enne, per tutto il resto di “piccoli Genovese” è piena l’Italia e attirano alla propria corte dei miracoli modelle e “modelline”, così come la cassiera o la casalinga in cerca di una notte da leoni, insieme a imprenditori o presunti tale, arrivisti, scrocconi e tutta una fauna di gente famelica di successo. Un successo per il successo, senza poi neanche sapere il perché.
Conosce bene queste logiche Pierpaolo Barbieri, manager dei vip che da quindici anni frequenta le luci della ribalta e le ombre del dietro le quinte, e ha accettato di spiegarci come funzionano certi eventi apparentemente isolati, ma che in realtà - con le dovute proporzioni - sono diffusi lungo tutta la Penisola: "Ormai si è ribaltato tutto. Io che non bevo, non fumo e non consumo droghe sono l'anormale, mentre gli altri si considerano normali".
Pierpaolo, quante altre Terrazza Sentimento ci sono in Italia?
In premessa ci tengo a precisare che la violenza sessuale che avrebbe compiuto è non solo deplorevole, ma da condannare duramente. Per certi atteggiamenti non valgono le attenuanti. Detto questo, va anche aggiunto che quello che accadeva alla Terrazza Sentimento accade ogni settimana in ogni parte d’Italia, non solo a Milano o Roma. E in queste feste, con proporzioni diverse in base alla disponibilità economica, essere “fatti”, cioè assumere droghe pesanti, nell’immaginario è considerata una cosa figa. Chi è normale diventa anormale in queste feste, si capovolge la morale.
Quindi è una sorta di economia sommersa che ogni tanto viene alla luce grazie alla cronaca?
Sì, e c’è tutta una fascia di persone, non solo modelle, ma anche segretarie, cassiere, casalinghe, che aspirano a partecipare. Io questo arrivismo lo vedo in prima persona, a prescindere dal fatto che abbiamo 18 o 40 anni, molte donne, non tutte, non vedono l’ora di lanciarsi tra le braccia di chi gli può dare un lavoro, le può portare gratis in vacanza, gli può regalare una borsetta da 2mila euro o far passare una serata senza pagare la droga. Impressiona che non gliene freghi nulla se sei bello o brutto, onesto o disonesto, l’importante è arrivare a soddisfare quei piaceri, per cui vanno a letto con l’obiettivo di turno, poi fanno una doccia e sembra tutto dimenticato.
Certo che bisogna avere molta disponibilità economica per organizzare feste come Genovese.
Assolutamente, ma possono variare in base alle disponibilità. Io ne ho viste o ne ho sentito parlare a Milano e Roma, così come a Lecce, a Piacenza, ad Ancona o Latina, in qualsiasi città. Lui poteva spendere 150mila euro a festa, altri ne spendono 15mila, però le dinamiche sono identiche.
Quali sono queste dinamiche?
Che i partecipanti sanno di avere dei benefit. Se sei uomo, magari sei un altro imprenditore, un investitore, un fornitore, un lobbista e hai come “ingresso” un po’ di droga, come benvenuto. Lo stesso accade per le donne se hanno dei business, mentre invece le ragazze di contorno, dopo avere accesso alla droga vengono portate a letto, consenzienti. Genovese ha fatto sesso con tantissime ragazze, penso la maggior parte senza violenza sessuale, ma non perché fosse avvenente o ci sapesse fare, ma per uno scambio: io ti posso dare soldi, droga, lavoro, regali, vacanze, possibilità di ogni tipo, e tu basta che ti concedi per qualche ora.
Stupisce che a certi party fossero presenti molti vip, persino senza sapere chi fosse il titolare della festa.
Intanto, escludo categoricamente che Belen possa essere stata presente in un contesto in cui girava droga. Per come la conosco, credo che nessuno si sarebbe neanche permesso di farle passare un piatto con della cocaina davanti. Così come Cracco, pur non conoscendolo non credo proprio sia un professionista che si presta a queste cose. Ma i vip sono uno specchietto per le allodole in quei contesti. Cracco che ti fa da mangiare e Belen che chiacchiera con te, imprenditore conosciuto nel tuo ambito ma sconosciuto fuori, serve per espandere l’immagine di uomo di successo. Non serve soltanto al loro ego, ma anche per gli affari e far credere si essere più influenti di quel che in realtà si è. Il vip viene invitato, persino ai compleanni, fa finta di conoscere il festeggiato e poi se ne va senza fare il regalo ma con il suo cachet in tasca. Altro discorso per chi è popolare e partecipa a quelle feste per scroccare. Ma sai, la popolarità non è sempre sinonimo di soldi, visto che ci sono personaggi molto popolari che però faticano ad arrivare alla fine del mese. Ormai vengono richiesti anche per i funerali per piangere il morto, quindi non dobbiamo stupirci.
In base a quello che conosci - e togliendo la violenza sessuale -, quante persone vedi in giro che sono a un “punto di rottura” come Alberto Genovese?
Tolta la violenza sessuale, per il resto sono una infinità. Matteo Cambi è stato un caso, con tutti i distinguo da Genovese, ma sono una marea quelli che vivono così. Non è un fenomeno diffuso solo tra imprenditori di altissimo livello, anche più in basso si trovano sempre le solite logiche. Poche settimane fa mi hanno riferito che in una villa in mezzo alla natura degli imprenditori importanti, non più giovanissimi, hanno fatto le nove del mattino strafatti, con ragazze e con musica elettronica a palla. Capita in ogni regione e provincia italiana. Sono insospettabili, ma io credo che sei-sette su dieci, almeno alle feste, consumino droghe pesanti.
Sei-sette su dieci? È la maggioranza…
Ribadisco, tolta la violenza sessuale, per il resto di “Genovese” è pieno, perché le logiche purtroppo sono queste. Magari non fanno dieci feste al mese ma ne fanno una al mese e non portano 100 ragazze ma 15, però la dinamica è quella, con tutto il contorno che abbiamo letto in questi giorni. E non bisogna pensare che partecipino solo le modelle o le “modelline”, ma anche segretarie, cassiere, casalinghe, chiunque riesce a imbucarsi appunto per partecipare a quel tipo di party.
È cambiato qualcosa rispetto a quando hai iniziato a frequentare il mondo degli spettacoli, circa 15 anni fa?
Sì, che la normalità è diventata anormalità. Una quindicina di anni fa non faceva figo dire “io mi drogo”, era un tabù, come è giusto che sia, quindi ci si vergognava. Chi pippava si sentiva un diverso, per cui era un po’ più discreto. Comunque, le proporzioni di chi fa uso di droghe dentro e fuori il mondo degli spettacoli, sono le stesse. Purtroppo, però, vedo moltissime ragazze che oggi cercano solo questo modo di emergere. Puntano chi ha i soldi, chi gli può offrire tutto, ci vanno a letto, poi fanno una doccia ed è tutto passato. In generale, pensano che se non bevi, non fumi e non pippi non sei figo, mentre invece sei solo un coglione.
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