La domanda che si sono posti quelli di Activision, l’azienda statunitense che produce il gioco di guerra Call of Duty, è questa: come facciamo a lanciare un gioco, uno dei più importanti del mercato, senza poter fare eventi dal vivo, senza poter essere presenti alle fiere, senza poter fornire press kit di livello alla stampa, senza poter far mettere le mani sul gioco? La risposta, stranamente, è stata la più semplice: utilizzando la forza del mondo del web, organizzando un maxi torneo su Twitch con streamer, giocatori di calcio, giornalisti e vip appassionati di videogiochi.
Facciamo un passo indietro e partiamo da un presupposto, in questo momento storico il mondo dei videogiochi sta vivendo una nuova vita da un punto di vista comunicativo e di attenzione mediatica. Dal campionato del mondo di Fortnite del 2019, che offriva un montepremi superiore a quello di Wimbledon, al nuovo lancio delle console di nuova generazione Xbox Series X e PlayStation 5 che hanno cannibalizzato l’interesse, basta pensare che su YouTube le due presentazioni hanno ottenuto 15 milioni di visualizzazioni ciascuno, numeri impressionanti, interessanti e soprattutto molto eterogenei. Certo, non sono i numeri che fa Apple con le sue presentazioni, ma Apple è Apple e per ora è imbattibile da quel punto di vista.
In tempi normali, che ci sembrano molto lontani, a un evento di Activision, o comunque di qualsiasi software house di livello internazionale, ci aspetteremmo un evento con musica, belle ragazze, grafiche pirotecniche, qualche innovazione tecnologica, giochi di luci, cibo gratis, press kit, dialoghi più o meno interessanti con colleghi e addetti ai lavori e ovviamente la prova del nuovo videogioco che in questo caso è il nuovo Call of Duty: Black Ops - Cold War. Il brand di Call of Duty è un appuntamento fisso, ogni anno, proprio come il lancio dei nuovi iPhone da parte dell’azienda di Cupertino. Come da titolo, in questo nuovo capitolo, il tema è la Guerra Fredda, uno dei periodi più cupi e allo stesso tempo affascinanti del Novecento.
Venerdì sera, dalle 20 fino a mezzanotte, è andato in scena un mega torneo a squadre di Black Ops - Cold War in diretta su Twitch, la casa dei videogiocatori. Per chi non la conoscesse - o significa che abitate su Marte o che siete dei boomer - Twitch è una piattaforma di streaming live che ospita soprattutto content creator del mondo videoludico, ma ultimamente ci sono anche i canali più disparati che hanno trasformato il sito di proprietà di Amazon in una vera alternativa alla televisione. L’intuizione di Activision è stata quella di formare delle squadre composte da personalità diverse dagli streamer professionisti del settore come Zano, Velox, Gabbo, Delux nomi famosissimi su Twitch, personaggi del mondo dell’intrattenimento come Fabio Rovazzi, scelto da Sony come testimonial italiano della PlayStation 5, Emis Killa e Salvatore Esposito e calciatori come Ciro Immobile, Radja Nainggolan, Douglas Costa e Alessandro Florenzi e giornalisti del settore videoludico.
Una serata che ha tenuto incollati decine e decine di migliaia di utenti su dieci canali, più un canale che faceva da coordinamento e commento delle azioni più divertenti o importanti delle partite, praticamente come se fosse Sky Sport con Sky Diretta Gol che mostra le reti in tempo reale dei calciatori di Serie A. Insomma, una roba mai vista. Una produzione pazzesca, incredibile e complessa che ha ottenuto l’attenzione degli appassionati del gioco e degli streamer, ma anche di casual gamers incuriositi dalle prestazioni dei personaggi e dei calciatori. Ovviamente non è stato tutto perfetto, ci sono stati dei tempi “morti” dove il gioco, per come il torneo è stato organizzato, ha tenuto parcheggiato alcuni streamer e ospiti che attendevano il loro momento per giocare, ma qui è venuta fuori la grande differenza che una piattaforma come Twitch possiede rispetto agli altri: la spontaneità e l’essere costantemente in diretta. Sentire i commenti, le imprecazioni, le battute di personaggi che spesso vediamo solo alla televisione e che percepiamo come impostati, finti o comunque non del tutto sinceri, in occasioni come queste tirano fuori la loro reale personalità mettendo a nudo debolezze e punti di forza, fragilità e simpatie che permettono al pubblico di entrare in relazione con loro, cosa che altrimenti sarebbe impossibile. E sarebbe stato altrettante difficile ottenere questo risultato anche con un evento dal vivo dove il distacco tra utente medio e personaggio noto sarebbe stato ancora più amplificato da privé, champagne e un distanziamento che più che sociale sarebbe stato corretto definire di classe sociale, tra chi ha e chi non ha, tra chi può e chi no. Oggi grazie alla rete, grazie a un evento come quello realizzato da Activision si è percepita quella sensazione di parità, di assenza del palco, un'energia positiva con animo punk che ha avuto il grande pregio di regalare momenti di divertimento, semplicità e una sana dose di cazzeggio utile anche a prendere un po’ meno sul serio un titolo spesso discusso come Call of Duty, al centro di critiche per temi sensibili come la violenza, le armi e la guerra. Che sia il modo giusto per disintossicarci un po’ tutti dalla solita falsa moralità dei media tradizionali e degli eventi come li conoscevamo appena un anno fa?
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