“Ho danzato nei tendoni, nelle chiese, nelle piazze. Sono stata una pioniera del decentramento. Volevo che questo mio lavoro non fosse d’élite, relegato alle scatole d’oro dei teatri d’opera. E anche quand’ero impegnata sulle scene più importanti del mondo sono sempre tornata in Italia per esibirmi nei posti più dimenticati e impensabili. Nureyev mi sgridava: chi te lo fa fare, ti stanchi troppo, arrivi da New York e devi andare, che so, a Budrio... Ma a me piaceva così, e il pubblico mi ha sempre ripagato”.
Carla Fracci ha il merito di aver reso la danza classica accessibile a tutti, molto prima che programmi come “saranno Famosi” o “Amici” democratizzassero il sogno di indossare le scarpette a punta e il tutù.
Il suo nome è conosciuto da tutti, anche da chi un balletto non lo ha mai visto in vita sua. Pensateci: vi vengono in mente altre ballerine italiane conosciute dal grande pubblico prima di lei? Attenzione, per grande pubblico non intendo l’italiano intellettualoide che legge i giornali e guarda la tv impegnata, sto parlando di quelli che a teatro non ci entrerebbe mai, neanche per sbaglio, di quelli ai quali la sola idea di guardare un balletto di danza classica potrebbe provocargli gravi scompensi mentali.
Anche se la danza non è tra i tuoi interessi principali Carla Fracci la conosci, magari non benissimo, però, di sicuro, ti ricordi almeno una scena di lei vestita di bianco (o se non proprio lei di sicuro ti ricordi l’imitazione di Virginia Raffaele).
Pochi sanno che dietro quel look angelico total white c’era una donna cazzuta e anche un po’ ribelle. Si sente sempre dire che le ballerine sacrificano la loro vita personale per la danza e invece lei alla sua vita privata ci teneva eccome: “Confesso che nella mia vita non ho dovuto rinunciare a nulla. Spesso si esagera nel raccontare la danza come un mondo di sacrifici e privazioni: la disciplina, la costanza e lo studio occorrono, non basta mettersi su un piedistallo e dire “Io sono l’étoile” per avere successo. Ma la vita che si conduce è normalissima, almeno per me lo è stata, permettendomi di essere moglie e madre”. In un mondo, quello della danza, dove sposarsi e avere una famiglia veniva considerato come la morte della propria carriera, lei non ci ha pensato un attimo a sposarsi con il suo amato Beppe: “Ricordo che Paola Borboni era furiosa che ci sposassimo. Diceva che la danzatrice deve rimanere casta e libera. Sgridava Beppe: lasciala stare! Lei profuma l’Italia!”. Un marito ma anche un coreografo, Beppe Menegatti, il migliore per lei: “Beppe mi ha permesso di spaziare, mi ha dato ruoli drammatici e lirici, mi ha fatto uscire dagli stereotipi”.
Non ha mai smesso di essere fedele a sé stessa e di uscire fuori dagli schemi anche a costo di scontrarsi con gli altri. Quando nel 2007 Roberto Bolle la invitò a lasciare ai giovani la direzione del corpo di ballo all’Opera di Roma lei rispose piccata: “Io non devo rendere conto a lui della mia carriera, ho ancora molto da insegnare, e quando ballo mi ritaglio ruoli adatti a me; se interpreto la Regina Madre nel Lago dei Cigni non porto via niente a nessuno”.
Cazzutissima la Fracci.