Tutti i bambini stanno troppo davanti allo schermo. Ma qualcuno più di altri. La cosiddetta Gen Alpha è la versione 2.0 della Gen Z e dei nativi digitali. Parliamo dei nati dopo il 2010, proprio quelli che spesso vengono definiti “bambini iPad”. Hanno la stessa età dell’IPad e in confronto a loro la Gen Z è davvero un branco di boomer brontoloni. Ne stanno dando prova su TikTok, dove sempre più ragazzi nati tra gli Anni ’90 e il 2010 pubblicano video in cui criticano i comportamenti e la nuova psicologia delle masse di quattordicenni, tredicenni, seienni e così via. Qualcosa che, a pensarci meglio, non è troppo diverso da ciò che accadeva agli attuali trentenni, diciottenni e ventenni che ora si lamentano per le lacune dei più giovani. Ai miei tempi… Uno dei video più virali lo ha girato Gabe Escobar che a novembre del 2023 ha pubblicato un’omelia contro i bambini iPad che ha raggiunto in nove mesi 23 milioni di visualizzazioni. “Ho bisogno che tutti gli altri della mia generazione promettano che non cresceremo ‘bambini iPad’. ... Avete sbattuto media e schermi in faccia a questi bambini fin dalla nascita”. Critica anche i bambini con il tablet al ristorante e se la prende con i genitori: “Non potete far sì che i vostri figli si comportino bene per più di cinque secondi?” e diagnostica mancanze: “Non sanno leggere… non hanno immaginazione”.
In molti hanno risposto, dando ragione a Escobar. I ragazzi, o nuovi adulti, sono preoccupati e provano a raccontarlo. Una ragazza che per otto anni ha fatto da tata spiega come sia più semplice gestire i bambini che hanno orari definiti e rigidi per l’uso del tablet e come, negli altri casi, anche solo pensare di togliere un iPad dalle mani di un poppante possa far scoppiare “una guerra che non te la sogni neppure”. Come sempre la gente ha un po’ ragione e un po’ no. Dipende dai punti di vista. Un primitivismo estremo è controproducente. Molti studi, tra cui una recente review pubblicata nel 2023 su Cureus, hanno dimostrato che un uso sano degli apparecchi tecnologici può migliorare l’apprendimento. Al contrario, un uso eccessivo può avere effetti negativi sulla crescita emotiva e sociale dell’individuo. Da qui la guerra. Insomma, ha ragione la babysitter. Un tempo appropriato dipende direttamente da uno schema di utilizzo rigido e ben definito, e la quantità di tempo suggerita è altrettanto chiara: da 0 a 18 mesi solo videochiamate. Dai 18 ai 24 mesi poco tempo con un adulto, contenuti di qualità (niente film di Riccardo Scamarcio). Dai 2 ai 5 anni un’ora al giorno. Dai 5 anni in su come ti pare, purché non tolga tempo ad altre attività importanti per lo sviluppo, come scrivere poesie e nasconderti dai bulli. Si ipotizza che gli attuali adolescenti vivranno trent’anni della loro vita attaccati a un dispositivo e che la media di dieci ore al giorno di molti bambini iPad potrebbe incidere sui risultati scolastici e sul comportamento. La pandemia ha ovviamente sbattuto le uova fino a montare il dramma sociale che la Gen Z avverte. Quanto vi sia, nei ragazzi come Escobar, di preoccupazione e quanto di egocentrico professorismo è tutto da vedere. Certo, sarà bene evitare che i genitori confezionino bimbi tassidermici nel futuro, imbambolati davanti al tablet. Date retta a Escobar. Togliete gli iPad, almeno qualche volta, ai bambini iPad.