Come e più di sempre, il mondo dei politici (e di altri potenti) e quello delle persone normali viaggiano su rette parallele: non si incontrano mai. Nel mondo dei politici non serve il green pass, non ci sono limitazioni alla capienza, non c’è il distanziamento e di solito nemmeno mascherine. Un mondo normale, dunque. Un mondo normale che però dai politici è negato alla gente normale, alle prese con vaccini e obbligo di green pass (dunque di vaccini) anche per potersi togliere lo sfizio di lavorare e dunque di sfamare sé stessi e la propria famiglia, alle prese con capienze ridotte che rendono insostenibili (oltre che snaturati) eventi sportivi, culturali e di intrattenimento, con norme astruse e controlli che rendono un inferno gestire un’attività economica e persino un’associazione di volontariato, con distanziamenti e mascherine persino tra i bambini a scuola, e relativi costi, materiali e sociali.
Ai Gran premi di Monza e di Misano, per esempio, capienza dimezzata, obbligo di lasciapassare e altri “accorgimenti”. Nulla di tutto questo vige per il “tour” di Conte nel sud Italia. No, non Conte il cantante, e nemmeno Conte l’allenatore: l’inspiegabilmente ex presidente del Consiglio (non inspiegabilmente ex, inspiegabilmente presidente del Consiglio). Folla accalcata, nessun green pass, nessuna riduzione di capienza, nessun distanziamento, poche mascherine, strette di mano. Tutto molto bello (almeno per gli amanti del genere), tutto normale, ma tutto vietato a tutti gli altri.
Ha detto qualcosa al riguardo Giuseppe Conte, colui che per mesi e mesi ci ha tenuti rinchiusi e monchi di vita e socialità a colpi di Dpcm e strazianti monologhi in videoconferenza e reti e social unificati? Macché. Si è goduto gli improbabili applausi e i “cori da stadio” e alcune vecchie che cantavano “Sei bellissimo”.
È ben vero che ormai Conte conta poco e che non è abituato a certe folle, ma da presunto leader virtuoso (che secondo il fondatore del Movimento che presiede purtroppo “non ha né visione politica, né capacità manageriali”) avrebbe potuto dire “No, signori, io sono bello e per vedere cose belle come me valgono le stesse regole che valgono per vedere altre cose belle come i concerti, le gare, i musei e gli spettacoli teatrali”.
E invece no.
Non solo non ha detto niente, ma è stato lo stesso Conte a pubblicare l’immagine dei propri “concerti” in corso tra Abruzzo, Puglia e Calabria.
Tra i molti a cui quella vista non è andata giù ci sono proprio dei musicisti, la cui attività, come quella di quasi tutti, è falcidiata dall’imposizioni di regole talmente rigide e ingarbugliate da scoraggiare del tutto ogni ipotesi di tour o di esibizione.
Salmo, finito nella bufera per essersi esibito comunque a Ferragosto in Sardegna, ironizza: “In questi giorni – scrive a corredo delle foto di Conte sul palco – è iniziato il Flop tour, abbiamo riempito le piazze d’Italia. Grazie a tutti, la vostra accoglienza è stata incredibile, ora andatevene a fanculo!”
Anche Ermal Meta interviene: “Quindi da domani le capienze degli spettacoli in generale tornano alla normalità?”
La risposta è “ovviamente” no. Ma per lo “spettacolo” della politica vale tutto.
Opinione che pare condivisa anche da Luca Salvadori: “Cinema/concerti/teatri in ginocchio per queste stupide e inutili leggi – scrive il pilota-youtuber in una story su Instagram – e poi l’uomo che fece della responsabilità la sua bandiera lo ritroviamo così”.
Salvadori che si esprime anche con un video piuttosto duro.
La butta più sul tragicomico un altro popolare youtuber, Alberto Naska: “Due anni che non possiamo fare eventi dal vivo. Però questo si può fare”...