Sono stati folli gli ultimi american days – e primi del 2021 - che ora sembrerebbero tornati alla calma dopo il tentativo di eversione di Capitol Hill. A ordinare la ritirata generale dei sostenitori pro-Trump è stato lo stesso presidente in carica che, in clamoroso ritardo, ha cercato in modo ambiguo di riportare la calma. Un episodio surreale, mai avvenuto nella storia degli Stati Uniti, che ha minato la credibilità dell’intero paese a stelle e strisce. A seguire, le solite polemiche politiche. Per questo abbiamo chiesto al giornalista David Parenzo, co-conduttore del programma radiofonico La Zanzara. di fare chiarezza dal suo punto di vista su una fase così caotica.
Come considera quello che è successo in America?
“Questo episodio è la tomba definitiva del sovranismo. Sono gli effetti tragici, di un modello di governo nel quale un presidente si è cimentato nel suo mandato e che non ha avuto il coraggio di condannare potenziali golpisti che hanno distrutto una delle democrazie più antiche del mondo. Boris Johnson, uno dei populisti europei più vicini a Trump, è stato il primo a condannare il gesto, atteggiamento che è mancato alla destra italiana che ci ha messo un po’ prima anche solo di pronunciare la parola Trump”.
A distanza di due giorni lo stesso Trump è poi tornato sui propri passi…
“Dovrebbe essere processato per alto tradimento, tornare indietro adesso è troppo tardi. Quelli sono suoi sostenitori e quello è stato un tentativo di sovversione, in democrazia gli atti eversivi vengono sanzionati con il massimo della pena”.
L’assalto al Congresso le ricorda la notte dei "Serenissimi", l'assalto degli otto venetisti con un tanko fatto in casa, il mitra e il pane e salame, al campanile di San Marco?
“No, quelli erano pochissimi, una banda di disperati. Anche quello fu un atto incredibile, ma in democrazia contano gli atti anche simbolici. Non occorre che ci sia la morte di Aldo Moro per parlare di eversione. Quello fu il modo più violento e drammatico di attacco allo stato. Però non farei paragoni, non era un fenomeno di massa come quello americano. Venti milioni di persone che credono che la vittoria di Biden sia rubata, che il vaccino sia fabbricato da Bill Gates per iniettarci microchip e tutta una parta di opinione pubblica di destra alimentata dai governanti che vive su questi complottismi è molto più pericolosa, anche se sono convinti che siano vere delle puttanate, visto che non saprei come altro descriverle”.
Susanna Ceccardi ha definito “martire” la donna uccisa nell’assalto al Congresso, cosa ne pensa?
“La Ceccardi non si può commentare. Mi sta molto simpatica, ma non voglio discutere di politica con lei. Come direbbero i latini de minimis non curat praetor, non mi occupo di cose minori, Lei non sa che cosa dice, è troppo presa dall’ideologia. Capisco la difficoltà del fronte dei sovranisti perché sono orfani del loro leader di riferimento. Ci ricordiamo tutti di Steve Bannon e la Meloni, degli elogi di Salvini a Putin e Orban, purtroppo il dramma della destra italiana è che non è gollista come quella francese. Chi sta cambiando, però, è Boris Johnson che non vuole fare la fine di Trump. È interessante vedere un uomo che nasceva sulla scia del populismo folle e che si sta riposizionando in un contesto più civile”.
Cambiando argomento, come mai il suo Veneto è messo così male con il Covid?
“Non credo ci siano responsabilità della Regione, Zaia tra i governatori è una persona molto seria, non ha commesso molti errori di governo. Penso che potrebbero essere diverse le cause, magari anche il fatto dell’inquinamento, delle particolari condizioni dell’aria che fanno muovere il contagio. Il sistema sanitario veneto è anche robusto e solido, certo che è un dramma che sia una delle regioni più colpite d’Italia, però non credo che sia un problema di organizzazione del sistema sanitario”.