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Dentro la protesta
dei cubani a Milano:
“Vogliamo un
governo democratico.
E la libertà”
[VIDEO ESCLUSIVO]

  • di Matteo Cassol Matteo Cassol

15 luglio 2021

Dentro la protesta dei cubani a Milano: “Vogliamo un governo democratico. E la libertà” [VIDEO ESCLUSIVO]
Siamo andati in mezzo ai manifestanti per capire quello che stava succedendo davanti alla sede del consolato generale di Cuba a Milano. Tra chi urlava in faccia alla videocamera chiedendo libertà e aiuti internazionali. Tra le bandiere, i cartelli e i cori contro il comunismo e inneggianti a “Patria y vida”. E tra denunce come "Stanno alzando le mani contro il popolo indifeso, stanno sparando”. Tutto documentato nelle nostre immagini

di Matteo Cassol Matteo Cassol

Protesta davanti al consolato generale di Cuba, in via Gaspare Gozzi a Milano, dopo che migliaia di persone sono scese in strada in tutto il Paese, dall’Avana a Santiago. Sul posto, nel capoluogo lombardo, un buon numero di agenti di polizia, preoccupati per una possibile escalation, anche se tra i manifestanti ha prevalso un approccio tranquillo e "festoso", nonostante la criticità del momento. E c'eravamo anche noi di MOW.

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Dalla folla, tra cartelli, bandiere cubane e urla, cori come “Patria y vida” e "Libertad, libertad". Ma anche "Asesino" e "No mas violencia, no mas represion", oltre a slogan contro il comunismo. Non mancava però nemmeno la musica.

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“Son tre giorni che piango, al mio popolo qua piange il cuore, e ci serve aiuto internazionale. Basta ragazzi. Patria y vida!”, ha urlato uno dei manifestanti, separati dalle forze dell’ordine e dal consolato da due file di transenne. Su altri cartelli si legge “Sos” e “Cuba libre”.

“Stanno alzando le mani contro il popolo in difeso – ha detto poi una signora – stanno sparando”.

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C'era chi denunciava che ciò che viene inviato per esempio dall'Italia a Cuba non vorrebbe fatto arrivare ai cittadini dell'isola, ma rivenduto.

"Biden – ha detto uno dei manifestanti intervistati da Moreno Pisto – ci deve andare con la mano un po' più pesante. Basta fare finta di niente, basta girarsi dall'altra parte. Stanno massacrando il popolo cubano da anni e nessuno fa nulla. La gente si è stancata, la gente non ha più nulla da perdere".

"Io – ha aggiunto una signora – vorrei un governo libero. Un governo libero da tutta quella dottrina di merda che c'è a Cuba, che fa ammazzare tutto il popolo. Non è possibile che la polizia entri in casa delle persone e spari a delle persone con dei bambini piccoli in braccio".

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“Vorrei – le parole di Alexander Munoz – un governo democratico, un governo eletto dal popolo, non una marionetta, non da uno che promette che tutto sarà [per] il bene del popolo e dopo ci prendere per il culo come hanno fatto il duce e il nazismo qua. Baste menzogne. Cuba non è sesso, Cuba è altro che belle spiagge. Cuba è un popolo che ha bisogno di libertà. Vivo in Italia da dieci anni e piango ogni giorno per la mia gente e per essere stato obbligato ad andare via dalle radici e dal mio popolo. Amo questo Paese perché mi ha accolto come un figlio, ma voglio stare a Cuba, dove ho la mia famiglia”.

La mobilitazione avvenuta a Cuba ha ricordato il “maleconazo” del 1994 che spinse Fidel Castro a incontrare i dimostranti e a parlare con loro. I motivi della protesta sono riconducibili alla pesante crisi economica che sta interessando l’isola, dove, stando a quanto riferisce il Corriere – “come nei primi anni Novanta, manca il cibo nei piatti, i blackout elettrici durano ore e la gente è spinta ad emigrare negli Stati Uniti, con qualsiasi mezzo. Anche rischiando la vita in mare sulle «balsas», zattere rudimentali. Ma oggi c’è qualcosa in più e di diverso rispetto al 1994. I vertici si sono trincerati nei palazzi del potere. E centinaia di persone sono finite agli arresti”.

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