lui sono la causa di tutto”. D’altronde, le elezioni non sono una preoccupazione: “Farci eleggere o tornare in Parlamento è l’ultimo dei nostri problemi”. Poi sul contestato concerto del Primo maggio ha le idee chiare: “Non si è parlato di infortuni sul lavoro, di disoccupazione, delle multinazionali che non pagano le tasse, delle grandi aziende italiane che hanno la sede legale in Olanda, delle spese militari” e dal canto suo dice “un caffè non lo prendo con Salvini ma nemmeno con Fedez: non me ne frega una mazza se ha 12 milioni di follower”. E mentre considera un abominio l’utero in affitto: “Persino per i cuccioli di cane c’è una norma che prevede che rimangano con la madre almeno per i primi tre mesi”, commentando l’affaire Loggia Ungheria sostiene che ormai “lo stato di diritto non esiste, esistono solo i rapporti di forza tra le classi”
“Se la sinistra è rappresentata da Fedez, dai desideri che diventano diritti, dall’utero in affitto, da Biancaneve che non può prendersi il bacio dal principe perché lui non le ha chiesto il consenso e cazzate del genere, allora io non sono più di sinistra”.
Parola di Marco Rizzo, storico portacolori della falce e martello che abbiamo intervistato.
Segretario, così rischia di far crollare una delle poche certezze che ci sono rimaste. Se non è più di sinistra, cos’è?
“Non sono più di sinistra, ma rimango comunista, che è un’altra cosa evidentemente”.
Menomale. I comunisti… è pensabile un ritorno dei comunisti su larga scala?
“Per cominciare, a Torino siamo tornati con la sede in via Chiesa della Salute, nel quartiere dove sono nato: al posto della sede storica del Pci, rappresentazione plastica di com’è cambiato il mondo, adesso c’è l’Unicredit, quindi noi ora abbiamo aperto la sede all’altezza delle “case operaie”, le case Fiat. Stiamo crescendo con i giovani. Certo, non abbiamo grandi risorse, e siamo osteggiati dalle reti di sinistra (io non vado da anni in una trasmissione di quell’area), un fatto comprensibile visto che raccontiamo del loro tradimento”.
C’è qualche spazio di manovra dal punto di vista elettorale?
“Noi ci presentiamo alle elezioni nelle grandi città (a Roma, a Torino, a Milano), ma farci eleggere o tornare in Parlamento è l’ultimo dei nostri problemi. Il nostro problema è cambiare la società: se i comunisti durante il periodo del ventennio fascista avessero pensato alla legge elettorale e agli sbarramenti, non avrebbero fatto quello che hanno fatto. Il nostro obiettivo oggi è usare le elezioni per criticare aspramente il sistema. Ormai a presentarci con il nome e con il simbolo dei comunisti ci siamo solo noi; gli altri, visto che sono molto collegati alle poltrone, sono anni che provano a cambiare nomi e sigle: Arcobaleno, Federazione della sinistra, lista Ingroia, Rivoluzione Civile, lista Tsipras, Potere al popolo… Noi siamo comunisti e ci presentiamo come Partito Comunista, punto. Io mi chiamo Marco Rizzo, non Arcobaleno. Ora tutti questi parlano solo di diritti civili: sono un’altra roba”.
Lei su Twitter è intervenuto sul Primomaggio, scrivendo che “la dirigenza del sindacato concertativo «ha toccato il fondo» facendo sponsorizzare da Eni e Banca Intesa il Concertone”. Su MOW l’ex segretario della Fim Cisl Marco Bentivogli ha bollato la cosa come “polemica stupida”, trattandosi di un evento che necessità di notevoli risorse. Come risponde?
“Anzitutto per me i sindacalisti confederali, tanto più i dirigenti, stanno dall’altra parte della barricata: non è un caso infatti che siano sponsorizzati dalle banche. Io sono stato iscritto al Pci nella fase in cui cominciavamo ad avvertire la mutazione genetica di quel partito e mi ricordo che c’erano delle grandi discussioni perché alle feste dell’Unità a Torino, quindi stiamo parlando del centro della vicenda politica e operaia italiana, cominciava a esserci la pubblicità della Fiat. E noi dicevamo «se il padrone ti fa la pubblicità, vuol dire che stai sbagliando qualcosa» È una vecchia frase operaia: se il padrone ti dà ragione o sta con te in qualche modo, stai sbagliando. Ormai non si può parlare di padrone, bisogna parlare in termini di capitalismo globalizzato: se le grandi forze del capitalismo globalizzato non solo ti danno ragione, ma ti sponsorizzano, vuol dire non solo che hai sbagliato, ma che sei finito. E infatti è finita, se un concerto che dovrebbe richiamarsi ai valori del Primo maggio, quelli del lavoro, è sponsorizzato dalle banche”.
Sia come sia, dal palco non si è parlato di lavoro.
“Mi sono informato. Non è la Rai che gestisce il palco, ma è il sindacato. È il sindacato che sceglie i cantanti e gli artisti. Quindi Fedez è stato scelto non dalla Rai, ma da Cgil, Cisl e Uil, e questo è un aspetto interessante: non a caso in quello che è stato il momento più «alto» dal punto di vista mediatico non si è parlato di infortuni sul lavoro (tre morti al giorno), di disoccupazione (1,5 milioni e mezzo di disoccupati in più dall’inizio della crisi sanitaria), delle multinazionali che non pagano le tasse in Italia, delle grandi aziende italiane che hanno la sede legale in Olanda, delle spese militari (con la Nato spendiamo 20 miliardi di euro all’anno, pari a sei anni di spesa sanitaria del Recovery Fund). Non si è parlato di nessuna di queste cose e invece Fedez ha parlato di diritti civili: intendiamoci, giusti, ma aveva mille altre occasioni per farlo, perché si è “dimenticato” dei temi fondamentali? Forse per il suo rapporto con Amazon che fa sì che certe cose non le “possa” dire? Forse perché alcune morte sul lavoro si sono avute nell’ultimo periodo in collegamento alle costruzioni che vengono fatte per aprire i nuovi depositi della multinazionale? Io mi sono stancato di vedere e sentire questa roba”.
Cosa pensa del ddl Zan?
“È una normativa che potrebbe anche essere approvabile, ma dopo aver fatto 101 altre cose e a patto di cambiare l’articolo 4, altrimenti c’è il rischio di minare la libertà di opinione. Posto poi che il socialismo prevede piena libertà sessuale, non vanno confusi i desideri con i diritti. Il desiderio di un bimbo non può trasformarsi nella lesione di un diritto vero, che è quello di un bimbo di restare con la madre e che è quello di una madre di poter vivere con il proprio figlio. L’utero in affitto è la trasformazione del desiderio dell’Occidente ricco che lede il diritto da parte di una donna povera e lede il diritto di un bimbo povero, tutto questo mercificando i più piccoli, che mi pare la cosa più schifosa che si possa fare. Persino per i cuccioli di cane c’è una norma che prevede che rimangano con la madre almeno per i primi tre mesi di vita: nella mercificazione dell’utero in affitto per questi bambini non ci sono nemmeno questi tre mesi, ci sono invece dei cataloghi, dei pagamenti e una pratica che rasenta l’eugenetica nazista. Ho letto di un bambino mulatto ridato indietro perché forse non andava bene il colore: una cosa terrificante. Si sceglie il colore degli occhi, quello dei capelli: è una roba da dottor Mengele. Ciò non è strettamente legato al ddl Zan né alle coppie omosessuali, però non c’è dubbio che ci sia una forte corrente di pensiero che vuole trasformare desideri di questo tipo in diritti”.
Che dire del Governo in carica?
“Sia per quello in carica che per quello precedente vedo un comando assoluto del mainstream: prima c’era Conte che prendeva gli ordini da quelli come Draghi, oggi c’è direttamente Draghi. Prima c’era Zingaretti che urlava per il rischio della destra. Ora con la destra ci governa, e vale anche al contrario e per i 5 Stelle. Noi saremmo (ma lo siamo anche ora) convintamente all’opposizione: nessuno potrà mai convincermi che un banchiere possa fare l’interesse del popolo italiano. Non a caso per il 2 giugno, Festa della Repubblica, stiamo preparando una manifestazione nazionale in tutte le più importanti città italiane contro questo Governo e con titolo “Per la Repubblica ai lavoratori”.
All’opposizione c’è anche Fratelli d’Italia. La Lega invece è dentro. Come lo interpreta?
“Salvini ha fatto un giro su sé stesso su tutto, un po’ come i 5 Stelle, dall’Unione Europea alla Russia e viceversa. La Meloni ha tenuto il punto ma lei e i suoi non perdono occasione ogni giorno di dire quanto sia bravo Draghi, si astengono sul decreto Milleproroghe, si astengono sulle cose importanti. È un’opposizione fatta “a gratis”, tattica, che serve solo a raccattare un po’ di voti. La verità è che tutti questi – Di Maio, Letta, Zingaretti, Renzi, Salvini, Meloni – sono varie facce della stessa medaglia, o meglio, varie colorazioni della stessa macchina, quella del “Partito unico liberale e liberista”. Al di là della livrea, il prodotto è lo stesso: magari alcuni sono metallizzati, ma sono tutti uguali”.
Lei ha twittato “Tra Fedez e Salvini, io scelgo Gramsci”. In molti l’hanno criticata.
“Salvini si è accorto o gli hanno fatto notare che Fedez ha 12 milioni di follower e allora l’ha invitato o ha fatto finta di invitarlo a prendere un caffè. Io un caffè non lo prendo con Salvini ma nemmeno con Fedez: non me ne frega una mazza se ha 12 milioni di follower”.
La sinistra sembra invece aver scelto Fedez. Come lo interpreta?
“È un segno di decadimento, di tradimento, di sconcezza”.
Di cosa dovrebbe occuparsi secondo lei quella parte politica?
“Di lavoro. È un tema fondamentale. Oggi grazie alla tecnologia è possibile lavorare meno del passato per ottenere gli stessi risultati. La parola d’ordine dovrebbe essere «lavorare tutti e lavorare meno, per vivere meglio». Pane, pace e lavoro, queste, declinate in maniera contemporanea, sono le questioni fondamentali: tutte le altre sono armi di distrazione di massa che ben si addicono al Pd, il partito più conseguente del liberismo globalista. Il partito di Padoan, che prima fa il ministro dell’economia e poi va non caso a dirigere una grande banca. Il partito delle porte girevoli”.
C’è qualcuno di questa sinistra da cui si aspettava qualcosa e che invece l’ha delusa?
“No, non mi aspettavo e non mi aspetto nulla da nessuno di questi personaggi. Questa sinistra deve morire. I vecchi come Bersani hanno sciolto il Pci, dunque sono la causa di tutto. I nuovi o presunti tali sono il nulla, non sono nemmeno da commentare”.
E Bertinotti, al quale lei ha paragonato Salvini, per il suo stare nel Governo dicendosi contemporaneamente contro?
“L’ho perso di vista. Non fa l’ambasciatore del cashmere?”
Che ne pensa riguardo alla questione ex Br?
“Macron regala a Draghi la testa di persone che nel passato avevano ottenuto lo status di rifugiati, ma mentre gli dà quelle, gli leva Alitalia, visto che per avere il marchio qualunque compagnia italiana deve partecipare a una gara europea, trattamento che non mi risulta sia stato applicato né per Air France né per Lufthansa. È un giochino mica male, fumo contro arrosto”.
Ma nel merito? Questi ex terroristi devono o non devono saldare il proprio conto con la giustizia?
“Il nostro Paese ha avuto una stagione di terrorismo nero e rosso, ma anche di Stato, con le stragi e la strategia della tensione. La cosa avrebbe un senso se i conti si facessero con il rosso, con il nero e con le stragi e la strategia della tensione. Non ci dicono niente su tutte le operazioni dove c’erano i servizi segreti, Cia e Gladio? Non si possono applicare due pesi e due misure”.
E che dire della presunta loggia Ungheria e dei sicuri tumulti interni alla magistratura?
“È palese che ci sia una battaglia incredibile in corso. Però non mi appassiona e non faccio il tifo, anche perché da molto tempo ho capito una cosa: lo stato di diritto non esiste, esistono solo i rapporti di forza tra le classi”.
A proposito di tumulti e battaglie purtroppo non sul piano metaforico, in Colombia si sono susseguiti scontri tra le forze dell’ordine e una parte della popolazione. Che idea si è fatto di questa protesta repressa nel sangue?
“Dopo l’accordo di pace tra Farc e Governo del 2016, tutti gli ex guerriglieri smobilitati e che fanno attività politica pubblica vengono eliminati dai paramilitari al servizio del Governo colombiano e della Cia. Solidarietà – conclude Rizzo – al popolo colombiano”.