La domenica di Pasqua è il giorno della grande grigliata in famiglia. Balconi e terrazze, giardini o parchi, la tradizione della carne alla brace è ultra millenaria e, nonostante qualche intoppo da zona rossa, è riuscita comunque a rimanere immutata. Salsicce, bistecche, costine e verdure sentire il profumo della cottura disperdersi in aria è un piacere per gusto e olfatto. Ma siamo sicuri che il barbecue sia una pratica ecologica?
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Secondo uno studio dell’università di Manchester una griglia per quattro persone inquinerebbe quanto un viaggio di 130 km di una macchina. Il calo di carni rosse del 20%, poi, tra il 2005 ed il 2014, ha contribuito a ridurre le emissioni di gas serra pari a 40 automobili. Ecco quindi che, alla luce di tutto questo, varie Nazioni, a partire dal Regno Unito, hanno iniziato a mettere divieti sulle attività di barbecue. Nello specifico poi, l’utilizzo del carbone o della legna è meno ecologico di quello a propano, a gas ed elettrico. Ne abbiamo parlato con Luca Bordoni, giornalista professionista e fondatore di BBQool, canale Youtube da oltre 40mila iscritti che dà focus specifici e ricette sul mondo della griglia: “Purtroppo è un tema che è giusto che venga fuori, personalmente usufruisco di grill, ma dico che se usato in maniera ragionata il barbecue a carbone ti dà un blend, qualcosa in più. Il carbone mentre brucia ti rilascia un aroma particolare, a seconda della qualità e della materia prima veste la carne in maniera ottimale. Diciamocela tutta. È vero che cuocere troppo i cibi bruciacchiandoli favorirebbe la formazione di sostanze cancerogene e che la combustione del legno e carbone implica un discreto aumento di Co2. Ma vietare il barbecue non ci salverà di certo dall’estinzione: “È come cercare di combattere il riscaldamento globale usando i cubetti di ghiaccio – ha continuato Luca Bordoni - È un controsenso, se ci dicono che tutto serve allora dobbiamo fare interventi nelle caldaie, però la casa la vuoi tenere calda, e le macchine le puoi tartassare. Dovremmo togliere davvero tutto quello di superfluo, le principali fonti di emissioni di gas sono altre”. Anche in Italia il problema è stato affrontato, con qualche divieto temporaneo per ridurre le polveri sottili. Per il momento però, le priorità anti-inquinamento sono altre e a differenza della Gran Bretagna, che entro il 2030 vorrebbero qualche località a emissione zero, sembrerebbe voler salvare la tradizione del barbecue, almeno per il momento.