Che fatica l'originalità, al punto da ripescare vecchi successi da presentare alle ignare nuove generazioni che cadono nel trappolone liete. Sul profilo instagram di Antonino Cannavacciulo, il cuoco raggiunge alle spalle la consorte, lei guardandolo gli fa: ‘Antò, fa caldo!’. Lo chef partenopeo ci pensa un attimo e le propone una novità in bottiglia da sorseggiare fresca. Cinzia tracanna la bibita dalle vibranti sfumature del magenta e avverte il marito ‘Antò, fa freddo!’. È così che caccia fuori un nuovo aperitivo in total pink e la celebre frase è quella resa virale nel 2001 della agenzia Black Panic per il Nestea, il té freddo che il povero Antò portava alla accaldata mogliettina ritrosa alle sue avances sessuali in piena afa notturna. Antò fa caldo, mormorava Luisa Ranieri nella pubblicità del compianto Alessandro D'Alatri, finché Antonio ristorava i sensi femminili grazie a quel té ghiacciato, risvegliando ben altri bollori. La bevanda che il Cannavacciuolo offre alla moglie Cinzia è Contrattino, il nuovo aperitivo italiano biologico a bassa gradazione alcoolica tinto con la carota nera; nuovo si, ma nipote del Contratto Tonic Bitter della piemontese Cantina Canelli degli anni Cinquanta. Il prodotto, che vanta perfino la presenza di zucchero di canna e di alcool bio per le nuove manie salutiste di oggi, si rivolge alla Generazione Z, quelli cresciuti a pane, smartphone e social, per capirci. A noi babbioni - non sia mai ci facessimo sfuggire l’occasione - non resta che testare questa primizia nata dalla collaborazione di Cannavacciuolo con il progetto Contrattino, cioè con i tre grandi del settore beverage Paolo Della Mora, Giorgio Rivetti e Luca Gargano. Con una confezione da tre di Contrattino e una di patatine formato famiglia ci siamo diretti verso il luogo adatto per fare aperitivo, dunque ai tavolini scialli dell'Osteria all'Ardito dal 1931, in zona di confine tra il quartiere Garbatella e Tormarancia. Proprio qui, a bordo strada, dove buonanima Benito Mussolini immaginava la grande arteria che avrebbe portato i romani a fare il bagno a Ostia, sorgerà la risposta della Capitale al bosco verticale milanese.

Roma non è stata in grado di procedere e rinnovarsi mantenendo la sua autenticità ma giace in pietoso immobilismo post anni Ottanta, attorno alle sue sgarrupate vestigia. Da allora scimmiotta se stessa in un sinistro lago di improbabili carbocreme e tirà a campà. Il nostro distopico ape romanesco tra il futuro che avanza dei piloni di cemento armato del nuovo bosco verticale – già immaginiamo con orrore secche incolte praterie radicate ai piani alti… - e i modesti tavolini dell’Ardito, ci ha visti alzare le coppe felici e brindare alla vita bevendo alla goccia il pinky drink on the rocks, che si professa ‘aromatico con sentori amaricanti di piante officinali, rabarbaro e china, bilanciato da note floreali e agrumate’. Peccato che non avessimo nessuno che ci facesse sentì la presenza, on the back. Per essere rosa l’easy drink è rosa, aromatico é aromatico, il sentore amaricante c’è e arriva dopo l’aggressione dolcemente zuccherina del primo sorso e la svampata di pianta officinale tipo amaro centerbe pure. Il perlage svanisce in pochi secondi e con il ghiaccio perde parecchio del suo gusto pieno. Bevuto a canna in purezza con una fetta di arancio è più svelto e intenso. Però sempre di bitter si tratta. E allora dov'è questa novità che la generazione Z dovrebbe apprezzare al punto tale da preferirla a una media chiara? In quanto alla presenza dell'alcool, il Contrattino ha 5.5 volumi per 200 ml. Cioè, per stare allegri servirebbe tutta la confezione da tre del nuovo easy pinky drink al costo di sei pippi. Certo il rosa Schiaparelli a noi ce piace, e poi ha solo 158 calorie per bottiglietta di design. Mentre decidiamo di andare a chiedere lumi a qualche ‘mbriacone amico nostro ordiniamo un fiasco di vino. E portace nartro litro, oste, che noi se lo bevemo.

