L’analisi del “momento” biliardistico si presenta spesso. "Esisti?", ci chiediamo di un tiro, così come in una situazione della vita in cui ci domandiamo se ciò che vediamo o vorremmo è reale, realizzabile o solo una mera trasfigurazione dei nostri desiderata. Amore, lavoro, passioni…esistono? Sono realizzabili?
E così resisti, nella speranza che esse arrivino, in un momento in cui il tempo sia maturo perché gli eventi accadano, non come “consecutio temporum” ma quanto come equilibrio tra anima, corpo e sensazioni.
Allo stesso modo persisti, per realizzare i tuoi sogni, con la tranquillità e la resilienza necessari perché il percorso sia formativo, di crescita, non un ansioso cercare ciò che vorremmo, spesso trasfigurando la realtà dei fatti con le nostre aspettative non (ancora) realizzate.
Bello scoprire il piacere dell’ignoranza, se si è consapevoli che è il passo necessario ad apprendere e crescere, sia a livello personale che spirituale, magari attraverso le amicizie e le conoscenze, per poter migliorare noi stessi ed elevarci sempre più. D’altro canto è morto Ferlinghetti, non la poesia, questa rimane proprio perché è stato capace di trasmetterne il senso e l’amore che c’è dentro, rendendola immortale. È morto Cobain, non il rock. È morto Maradona, non il calcio. È morto Warhol, non l’arte.
È morto Winkler, non il biliardo, è morto il Bomba, non il biliardo, è morto Nenè, non il biliardo. Abbiamo il dovere di morire lasciando vivere le nostre passioni nelle generazioni future. Questo è amore.
Chi è geloso del suo passato e del suo sapere non può mai pensare di vivere ed avere posto nel futuro.
La qualità dell’insegnamento fa sempre la differenza, non la forza. La qualità è la vera forza.
Lou Reed, in “Perfect Day”, scritto a Central Park nel 1972, descriveva la sua giornata perfetta. Ma era perfetto anche il suo “Walk on the wild side”. Due facce della stessa medaglia, sofferenti, ma piene di amore per la vita, per le persone, per la musica, per l’arte, per sé stessi.
E poi gli amici, loro sanno quando è il momento del bisogno, sono loro i veri pusher della tua felicità.
Spegni il gas, apprezza il freddo, mastica piano, assapora il cibo, annusa i fiori, lavati come faresti con un neonato, ascolta le tue emozioni, impara a stare in silenzio, impara a stare in solitudine, prepara la riscossa, studia, diventa più bravo, portati un metro più avanti degli altri quando sarà il tuo turno per correre. Pensa, rifletti, migliorati, acquisisci nuove informazioni, perfeziona le tue capacità, acquisiscine di nuove.
Risparmia, cerca gli strumenti migliori, prova a migliorare la tua attrezzatura, il tuo bagaglio tecnico, cambia il livello, cerca e recupera le informazioni che possono proiettarti verso una conoscenza migliore.
Scendi dal piedistallo, mettiti in gioco, prova quel tiro difficile, non è impossibile, allenati e fai fatica e impara a godere del tuo sudore. Qui se ne esce vincitori, vinta la fatica, non viceversa. È tutto nelle tue mani, sei tu a muoverle, ed il tuo cervello a comandarle. Ascolta le tue sensazioni, spesso arrivano loro prima del ragionamento, come nel pensiero laterale di Edward De Bono. Sii creativo, pertanto, e metti insieme tutti i pezzi che ti vengono in mente. Sorridi, ce la farai, non avere fretta.
Come un contadino, fai fatica, entra nella parte di chi vede lontano, di chi programma un percorso duro, difficile, resiliente, talvolta, sporcati le mani, torna alle origini e trova la soluzione che non riuscivi più a vedere perché eri andato troppo oltre, soprattutto fai un pezzo di strada alla volta. E mai desisti.
È tutto lì, nel “Perfect day”, l’aveva scritto Lou Reed… a suo modo un contadino rock baciato dall’eroina, dalla pop art, dal suo primo amore (beato lui e la sua “Pale blue eyes”) e dalla rivoluzione punk rock.
“You’re going to reap just what you sow”.